IL GASP IN 3 GIORNI CI DARÀ LA MISURA DELLA DISTANZA TRA MILAN E INTER
Al di là della percezione generale, e delle sensazioni che ciascuno può avere, resta vivo un dato. Nelle ultime cinque partite di campionato, giocate dal 15 gennaio, nessuno ha conquistato più punti (15) segnando altrettanti gol (17) e subendo meno reti (2) dell’Atalanta. Questa è la squadra che nello spazio di tre giorni, fra domani e mercoledì, si confronterà a San Siro con Milan e Inter. Anche se il calcio esclude la proprietà transitiva – essendo l’antitesi di una scienza esatta – il doppio impegno contiene una suggestione forte. L’Atalanta ci darà una mano per definire meglio la misura della distanza che adesso separa la squadra di Inzaghi da quella di Pioli.
Naturalmente non è in discussione la superiorità dell’Inter che al momento è totale: nella qualità del gioco, nella strategia e nella tattica, nella forza fisica e mentale, nell’efficacia dei reparti – difesa, centrocampo, attacco – nella coesione e anche nel livello delle alternative. Quello che incuriosisce, e oggi ci interroga, è proprio il “quanto”, la specificazione: potremmo dire la taglia – a Milano c’è la Settimana della moda – di questa differenza. Si parte col Milan che domani incrocia uno dei suoi attuali gatti neri, quello con la coda più lunga e pelosa. Nessuno dimentica il 5-0 patito da Pioli contro Gasperini nel dicembre 2019, una disfatta che – per reazione – aveva avuto l’effetto positivo di spianare la strada all’arrivo di Ibra e Kjaer in rossonero. Quei due acquisti fuori scala – c’erano Boban e Maldini sulla plancia – nell’ultimo mercato pre-Covid, avevano segnato un punto di svolta, assicurando il salto di qualità decisivo verso lo scudetto del
2022. Anche l’Atalanta, felicemente guidata dal Gasp, nel frattempo è cresciuta, raggiungendo una dimensione internazionale. Non a caso, i francesi de “l’Equipe” l’avevano definita l’Inter di Bergamo. In questi anni, il club ha speso centinaia di milioni per migliorare infrastrutture e organico.
Affrontare la Dea, ormai, non è solo come andare dal dentista, secondo la vecchia definizione di Guardiola. È qualcosa di diverso. L’Atalanta investe sul mercato oltre 70 milioni a stagione, e dopo aver convinto Scamacca a scegliere Bergano piuttosto che l’Inter, sta dimostrando agli attuali dirigenti del Milan quanto sia prezioso il talento di De Ketelaere (10 gol e 7 assist) giovane asso frettolosamente scaricato. Gasperini ha vinto 3 delle ultime 9 sfide in A con i rossoneri (2 pareggi, 4 sconfitte) compresa l’ultima, in dicembre, decisa dal beffardo tacco di Muriel (3-2). Ora il colombiano si è trasferito a Orlando negli Usa ma Lookman è rientrato dall’Africa e ci sarà Koopmeiners, autore della doppietta nel 2-1 con cui in gennaio a San Siro la Dea aveva eliminato il Milan dalla Coppa Italia. I rossoneri rischiano, perché come si è visto a Rennes il centrocampo non sa proteggere la difesa: la squadra è costruita male e i gol arrivano a grappoli (45 in 35 match). In ogni caso, essendo bipolare, il Milan potrebbe anche impennarsi e stupire, come sa fare Leao quando è in vena. Qualche nuvola resta sullo sfondo. C’è molta più luce nell’alone che accompagna l’Inter verso la partita di mercoledì con l’Atalanta. Considerando tutte le competizioni, la squadra di Inzaghi è l’unica tra le big d’Europa ad aver sempre vinto nei primi due mesi del 2024. Assieme al Bologna, le due squadre nerazzurre sono quelle che in Italia giocano il calcio migliore. I dati super dell’Atalanta dalla giornata numero 20, citati all’inizio, si sposano con quelli dell’Inter. Stessi punti (15), sfumature sui gol fatti (17-15) e subiti (2-3). Nella collezione manca il confronto diretto, slittato per via della Supercoppa vinta da Inzaghi in Arabia. Ed è proprio l’insidia del match rinviato a far lievitare i rischi per la capolista. La sconfitta nel recupero col Bologna, due anni fa, era costata lo scudetto. La storia non scende in campo, è logico. Però occhio perché, qualche volta, ci può indicare una direzione.