VAN DER POEL, ZERO GARE E INIZIA ALLA SANREMO È IL NUOVO CICLISMO
Il primo è stato Francesco Moser. Correva l’anno 1984 ed il trentino, fresco di record dell’Ora, si presentò alla partenza della Milano-Sanremo senza neanche una corsa a tappe nelle gambe e con un solo giorno di gara, la MilanoTorino che anticipava il “Mondiale di primavera” di 14 giorni. Sembrava impossibile pensare di vincere una classica di 300 km senza aver disputato almeno una gara a tappe, e invece Francesco Moser ci riuscì ed anche in questo è stato un precursore. Proprio ieri Mathieu Van der Poel ha annunciato il suo programma che prevede la partecipazione a tutte le classiche primaverili con il debutto stagionale alla Milano-Sanremo di sabato 16 marzo. Anche nel 2022 fece lo stesso e come andò? Arrivò terzo, battuto da Mohoric e Turgis. I grandi campioni di oggi sono così, vanno alle corse non per allenarsi ma per vincere. Il 10 febbraio Remco Evenepoel ha debuttato vincendo la Figueira Champion Classic in Portogallo, fuggendo tutto solo per 50 km, poi si è imposto alla Volta Algarve, corsa a tappe di cinque giorni. Ieri Jonas Vingegaard, il vincitore degli ultimi due Tour de France, ha preso il via al Gran Camiño, gara a tappe spagnola, e com’è andata?
Ha staccato tutti imponendosi in solitaria. Anche Van Aert ha già vinto, ma “solo” al quinto giorno di gara (terza tappa della Volta Algarve). Gli sloveni (Pogacar e Roglic) invece non si sono ancora attaccati un numero sulla schiena, ma sono certo che quando lo faranno li vedremo subito davanti. Tornando a Van der Poel, è mai possibile che, senza corse nelle gambe, si possa vincere una classica di 300 km? Credo che sia difficile anche per dei fenomeni, ma c’è un solo modo per riuscirci: fare allenamenti come se fossero corse. Mi viene in mente una frase: tutti vogliono vincere, ma pochi hanno la volontà di prepararsi nelle settimane precedenti per vincere. Non c’è nulla da fare, questi vincono perché sono forti e perché non lasciano nulla al caso, sono capaci di rendere ogni allenamento una gara e quando si presentano alle corse lo fanno per ottenere il risultato. Oggi sono maniacali, vere e proprie macchine da guerra, non gli serve andare alle corse per allenarsi perché riescono a sopportare carichi di lavoro straordinari anche senza numero sulla schiena.
E non è facile, ve lo assicuro. Io per esempio solo in corsa riuscivo a dare tutto. Ma tornando a Van der Poel, riuscirà ad essere competitivo nelle classiche del pavé e sulle côte della Liegi? Ok, parliamo di un campione vero, ma un conto è preparare le Fiandre e la Roubaix e un altro essere esplosivo sulle salite della Doyenne. In questi ultimi 25 anni solo Frank Vandenbroucke, nel 1999, è stato capace di piazzarsi al Fiandre (secondo), alla Roubaix (settimo) e poi vincere la Liegi, nessun altro è riuscito in un’impresa simile. Io credo che anche un super come Van der Poel, se vuole vincere la Liegi, dovrebbe sacrificare la Roubaix. Ammiro VdP perché non ha paura di nulla. E nell’anno olimpico dove ancora non abbiamo capito se prenderà parte alla prova su strada o a quella di Mtb, parte con una grande sfida: vincere la Sanremo. Mai nessuno, almeno negli ultimi 60 anni, è riuscito ad imporsi senza aver gareggiato prima. Penso che sia difficile anche per Van der Poel, ma lui è uno dei pochissimi che può trasformare l’impossibile in possibile.
Si parte a freddo e si vince subito perché ogni allenamento è come una corsa