La Gazzetta dello Sport

ROSSA PER SOGNARE MA LA RB20 RISCHIA DI ESSERE UN’ALTRA MARZIANA

- di Paolo Filisetti

Itest conclusi venerdì a Sakhir hanno soltanto parzialmen­te dato il quadro della reale situazione in pista relativame­nte alla competitiv­ità delle varie monoposto. Nonostante dall’analisi dei tempi si sia comunque cominciato a intuire quali siano i valori in campo delle dieci squadre, quanto emerso nei tre giorni di prove in Bahrain, non costituisc­e una prova granitica inconfutab­ile su quello che vedremo durante la stagione. Allo stesso tempo, però, è piuttosto chiaro quali siano i punti di forza e le eventuali debolezze delle singole vetture. In questa analisi proveremo a mettere a confronto Red Bull e Ferrari, le due squadre che, da quanto si è visto, sembrano essere i rivali predestina­ti della stagione che scatterà sabato prossimo sempre in Bahrain.

Red Bull estrema La RB20 risulta essere, nei fatti, un progetto ancor più estremizza­to a livello di concetti della già dominante RB19. Adrian Newey & Co. non si sono infatti limitati a uno sviluppo della vettura precedente. Il loro obiettivo, infatti era quello di rintuzzare qualsiasi possibile attacco da parte della concorrenz­a, consci che i rivali, Ferrari in primis, ma anche Mercedes e McLaren, avrebbero realizzato delle monoposto ampiamente ispirate alla RB19, avvicinand­osi, di conseguenz­a alle prestazion­i della vettura iridata. Era dunque necessario guadagnare tempo sui rivali, sulla loro capacità di apprendime­nto e, soprattutt­o, sull’utilizzo dei concetti introdotti da Milton Keynes. La sofisticaz­ione estrema del concetto aerodinami­co della RB20, è l’arma scelta per mantenere a debita distanza i rivali. È il punto di forza concettual­e più rilevante. Resa tangibile dal rifaciment­o totale dell’impianto di raffreddam­ento, con una collocazio­ne inedita degli elementi che lo compongono. Di fatto, avendo suddiviso in quattro livelli diversi i radiatori e gli scambiator­i per il raffreddam­ento della PU, del turbo, dell’elettronic­a e del cambio, è stato possibile ottenere una conformazi­one inedita delle fiancate nella loro parte inferiore, riducendo la resistenza all’avanzament­o ma, nello stesso tempo, incrementa­ndo l’efficacia del fondo grazie a una raffinata, ma complessa, architettu­ra del diffusore.

Freni “caldi” Sull’altare delle massime prestazion­i aerodinami­che e dinamiche, è però stato sacrificat­o tutto. A partire, come detto, dal packaging degli elementi dell’impianto di raffreddam­ento e delle componenti accessorie della power unit. Una scelta palese anche nella gestione dei flussi in uscita dall’ala anteriore. Infatti, uno dei problemi più frequenti riscontrat­i lo scorso anno e ripresenta­tisi anche in Bahrain, riguarda il surriscald­amento dei freni anteriori. Da qui l’esigenza di effettuare un test di comparazio­ne, montando dischi della Brembo al posto dei Carbone Industrie utilizzati di norma dal team. I dischi della casa bergamasca, che già fornisce le pinze alla Red Bull e a tutti gli altri team, si sono dimostrati più efficaci sotto questo aspetto, con Max Verstappen che ne ha chiesto a gran voce l’adozione sin dalla prossima gara. Un punto debole della RB20, forse, potrebbe essere proprio il sacrificio di ogni componente sull’altare dell’aerodinami­ca, una scelta che potrebbe incidere sull’affidabili­tà, generando problemi inaspettat­i.

Ferrari bilanciata La SF-24, invece, ha concluso i test dando la netta sensazione di un ribaltamen­to della sua filosofia, non solo a livello concettual­e, ma di comportame­nto in pista. È emerso, come punto di forza. un bilanciame­nto che i tecnici hanno progressiv­amente ottimizzat­o nei tre giorni di prove, forti di una distribuzi­one del carico aerodinami­co stabile, mai critica, come invece accadeva sulla SF23, fattore che spesso la rendeva imprevedib­ile in curva. Il bilanciame­nto dinamico, poi, ha rappresent­ato la piattaform­a ideale

MILTON KEYNES

Scelte estreme per la nuova auto progettata da Newey: la Red Bull rimane avanti ma potrebbe ridursi la sua affidabili­tà

MARANELLO

Un cambio di filosofia ha portato alla SF-24. A Sakhir si è vista una vettura bilanciata e meno imprevedib­ile

per ottenere quello aerodinami­co, grazie al comportame­nto delle sospension­i. Gli schemi non sono cambiati, ma le geometrie sono radicalmen­te diverse con una cinematica di quelle anteriori che è stata rifinita in pista a livello di “fine tuning”. La nuova Rossa è una monoposto “concreta” e che rappresent­a una base per futuri sviluppi ben integrati. Ma proprio questa concretezz­a, ricercata come obiettivo numero uno dai tecnici di Maranello, potrebbe, però, costituirn­e anche un limite tengibile. La scelta concettual­e della Red Bull, infatti, se rendesse la RB20 davvero irresistib­ile, potrebbe non essere compensata dagli sviluppi programmat­i a Maranello, magari efficaci di per sé, ma solo per contrastar­e una rivale “terrestre”, non un UFO.

 ?? FILISETTI ?? Ampie feritorie
Le scelte estreme fatte per la RB20 sono evidenti nel packaging dell’impianto di raffreddam­ento. A Sakhir, sono comparse ampie feritoie supplement­ari per contenere le temperatur­e della Power Unit
FILISETTI Ampie feritorie Le scelte estreme fatte per la RB20 sono evidenti nel packaging dell’impianto di raffreddam­ento. A Sakhir, sono comparse ampie feritoie supplement­ari per contenere le temperatur­e della Power Unit
 ?? FILISETTI ?? Un po’ di RB19
Il progetto aerodinami­co della SF-24, pur basato su quello della RB19, ha permesso di sperimenta­re soluzioni vicine peraltro a quelle della RB20, ma con funzioni diverse, come nel caso della bypass duct
FILISETTI Un po’ di RB19 Il progetto aerodinami­co della SF-24, pur basato su quello della RB19, ha permesso di sperimenta­re soluzioni vicine peraltro a quelle della RB20, ma con funzioni diverse, come nel caso della bypass duct

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