CAPITAN CORAGGIO Oggi in Ungheria l’ala della Virtus guida gli azzurri: «Un onore»
fatto il capitano. Ho scelto di rompere il ghiaccio con la maglia “pesante”».
► Nel ruolo rileva temporaneamente Melli. A comunicarle la novità è stato Datome. Due personaggi chiave degli ultimi anni dell’Italbasket. Cosa rappresentano per lei?
«Io sono arrivato in Nazionale dopo di loro e ho appreso molto: la leadership, gli esempi quotidiani. Ora a mia volta cercherò di trasmettere gli stessi valori ai ragazzi più giovani. Proverò a essere d’esempio come Nick e Gigi lo sono stati per me».
► A ottobre ha fatto i conti con un tumore, una neoplasia testicolare. L’intervento e poi la chemio.
«Sono stati momenti di sconforto perché in 32 anni non ho mai dovuto affrontare un intervento chirurgico. A maggior ragione affrontare un tumore. Settimane toste che ho superato con la mia positività, il mio ottimismo».
► In quei momenti cosa l’ha aiutata?
«Sono credente e ho pregato. Insieme a questo è stato fondamentale l’aiuto di mia moglie, dei miei genitori, mio fratello e mia sorella. Nonostante fossi consapevole di cosa avevo, l’ho presa come se fosse una “passeggiata” ed ero convinto che sarebbe passata. Ho ricevuto tanto affetto dal mondo dello sport».
► Qualche nome?
«Malagò mi ha contattato subito. E il presidente Petrucci: mi chiamava ogni settimana ed è venuto a trovarmi anche a Bologna. Una persona speciale».
► Tumore scoperto grazie a un controllo antidoping: spesso visto come una scocciatura, questa volta è stato fondamentale.
«Meno male che c’è stato. Magari potevano trascorrere mesi prima di scoprirlo. Affrontare questi problemi in anticipo è meglio. In estate a fine luglio, prima del Mondiale, dopo un altro controllo antidoping non era uscito nulla. Questo dimostra che il tumore era una cosa fresca e lo abbiamo preso in tempo».
► Giocate le qualificazioni all’Europeo 2025 ma l’obiettivo è il preolimpico di luglio a San Juan, Portorico. In gruppo ne avete già parlato?
«Siamo concentrati sul presente ma ne abbiamo parlato. Ognuno sa quanto vale qualificarsi ai Giochi, per la carriera e per il Paese. Saremo agguerriti come lo eravamo in Serbia».
► C’è uno sportivo italiano che vorrebbe come portabandiera a Parigi?
«Sinner. Penso che dovrebbe sfilare lui con la bandiera. È lo sportivo italiano che sta dominando più di tutti a livello mondiale. Grazie a lui mi sono avvicinato e appassionato al tennis. Vederlo giocare è proprio bello».
► Dopo 4 anni all’estero ha fatto ritorno in Italia, convinto dal progetto Virtus. Come sta andando?
«Ognuno di noi avrebbe messo la firma sulla stagione che stiamo facendo in Eurolega perché nessuno si aspettava un impatto così importante. Essere tra le prime dimostra che stiamo facendo qualcosa di straordinario. E coach Banchi sta dimostrando il motivo per cui è stato eletto miglior allenatore dell’ultimo Mondiale (5° posto alla guida della Lettonia, ndr). È arrivato e ha vinto la Supercoppa. Lo scivolone in Coppa Italia contro Reggio Emilia ci servirà ad affrontare ogni match con la massima energia».
I gradi È stato Datome a dirmi che sarei stato capitano. Sono sorpreso e onorato
► Con Belinelli siete compagni di squadra nella Virtus. Si parla di un suo ritorno in Nazionale per l’estate insieme a Gallinari. Lo ha convinto?
Preolimpico Belinelli, come Gallinari, sarebbe di grande aiuto questa estate
«Jannik è dominante: meriterebbe di fare il portabandiera»
«Sono due campioni, due giocatori che hanno vestito l’azzurro per tante estati. Ne parleranno con coach Pozzecco e il presidente Petrucci e spero che entrambi si convincano. Sarebbero un grande aiuto per noi».