SUPER LEAO NON BASTA SECONDO POSTO A -4 L’ATALANTA SI SALVA
Grande perla di Rafa, ma Koopmeiners replica su rigore Poi i rossoneri non concretizzano e la Juve si allontana
Nella settimana milanese della moda, sfila il miglior Leao: un gol meraviglioso e iniziative luccicanti. Bello anche il vestito che Pioli, sarto d’alta scuola, ha tagliato addosso al Milan, ritoccando il centrocampo e mettendo in crisi Gasperini. Diavolo arrembante, sempre con la palla in mano contro una squadra che in genere la pretende. Bravissimo Adli in regia. Una sola macchia di sugo sull’abito di gala: tanti tiri, un solo gol e così la supremazia netta non si legge nel risultato: 1-1. Spento Giroud, primo bomber, che ha causato pure il rigore del pareggio. Occasione sprecata per restare a ridosso dalla Juve e distanziare il Bologna, ma la prestazione, anche dal punto di vista atletico, è di quelle che danno speranza. L’Atalanta può essere soddisfatta per non aver interrotto la striscia virtuosa (8 risultati utili, 6 vittorie), non certo per la prestazione. Carnesecchi il migliore; possesso sotto il 30% nel primo tempo, di poco sopra nel secondo; nessun tiro nella ripresa. Bastano questi pochi dati per capire che ieri non ha sfilato la vera Dea. Se non tiene palla, non crea, non aggredisce e non tira, è un’altra cosa. Atalanta in tuta da lavoro, alla De Roon, preoccupata solo di resistere, senza le paillettes di De Ketelaere, Miranchuk, Koop e delle altre stelle. Non ha riagganciato il Bologna e oggi la Roma può saltarle addosso. Ma Gasp ha una a sfilata di scorta a San Siro, mercoledì contro l’Inter. Stavolta è di rigore l’abito buono.
Muove Pioli La prima mossa è di Pioli: 4-1-4-1 non 4-2-3-1. Cioè, Bennacer all’altezza del tridente offensivo, con il solo Adli davanti alla difesa. Perché? Perché Ederson, che segue l’algerino a uomo, è costretto ad arretrare e Pioli ottiene così due vantaggi: toglie al pressing offensivo del Gasp il martello più tosto e crea superiorità oltre la metà campo. L’effetto collaterale è esporre Adli all’uno contro uno con Koopmeiners e avere un costruttore basso in meno. La buona prestazione agonistica di Adli disinnesca il primo rischio, al secondo ci pensano soprattutto Pulisic e Theo che si offrono allo scarico e aiutano la palla a salire. Il piano riesce perché i tre attaccanti di Gasperini restano a lungo staccanti dal corpo della squadra e la Dea fatica terribilmente a tenere la palla che il Milan liquido di Pioli gestisce bene, muovendosi tanto negli spazi. Ma se il Diavolo passa in vantaggio dopo 3 minuti, non è merito degli schemi. Perché le lavagne sono importanti, ma a scrivere la storia sono i gessetti, cioè i giocatori.
Lampo Leao Largo a sinistra, Leao punta Holm e Scalvini e ci passa in mezzo, come avrebbe voluto fare Fantozzi tra i faraglioni di Capri. Spara un meteorite che imbuca l’incrocio lontano: una meraviglia che Rafa festeggia con il ballo del Qua Qua, come dire: “Voi parlate, io segno”. Ci sta. Certo, non lasciasse passare 155 giorni (23 settembre, Verona) tra un gol e l’altro di campionato, la gente parlerebbe di meno. La Dea reagisce d’istinto. Al 12’ e al 16’ si procura due buone occasioni con De Ketelaere e con Koopmeiners, anticipato provvidenzialmente da Adli. Ma poi, come detto, l’Atalanta fatica a dare ritmo all’azione, anche per la scarsa resa di troppe individualità e il Milan gestisce sereno. Solo un episodio offre alla Dea l’occasione del pari. Maldestro intervento nella propria area di Giroud che entra in collisione con Holm. Per il Var è rigore che Koop parcheggia in rete: 42’. All’intervallo è amaro il tè del Mi
La Dea può essere soddisfatta per non aver interrotto la striscia virtuosa (8 risultati utili), non certo per la prestazione stavolta sottotono
Pioli ha ritoccato il centrocampo (ottimo Adli in regia) e messo in crisi Gasperini: la colpa dei rossoneri è stata quella di aver segnato un solo gol
lan che una colpa però ce l’ha: nessun tiro oltre quello di Leao. Gasp riparte senza CDK e senza l’ammonito Holm. Dentro Lookman, fresco (si fa per dire) di Coppa d’Africa e Zappacosta. Poi anche Scamacca.
Non è la Dea Il Milan però non s’intimidisce e non arretra.
Anzi, infilza in uno spiedo tre nitide palle-gol in 9’: Calabria spara su Carnesecchi (16’); LoftusCheek cicca un rigore in movimento su carezza di Leao (23’); Pulisc allarga di un amen il diagonale (25’). Poi tocca ancora a Loftus e Leao cercare Carnesecchi che, a questo punto, si erge a miglior bergamasco della notte.
Neppure nella ripresa la Dea riesce a restituire l’immagine di sé, sopravvive senza palla, protetta da un gigantesco De Roon. Indisponente l’ingresso di Scamacca, agonisticamente trasparente, come gli rimprovera spesso Gasp. Qualche fiammata solo da Lookman, ma in tutta la ripresa l’Atalanta non ha mai tirato in porta. Sarà meglio che alla prossima sfilata a San Siro, mercoledì, si presenti in abito da vera Dea. Il Milan invece mandi a lavare questo e se lo tenga stretto per tutta la stagione. Giocando così, tenendosi al collo il diadema Leao e aggiungendoci qualche gol, potrà togliersi delle soddisfazioni.