La Gazzetta dello Sport

IL MILAN MERITAVA DI PIÙ L’INTER È GRANDE ANCHE CON LE RISERVE

- di FABIO CAPELLO

Ero molto curioso di capire che Milan avrebbe affrontato l’Atalanta, una delle squadre più toniche del campionato, dopo le sconfitte con Monza e Rennes.

E per questo sono andato a San Siro a vederlo con i miei occhi. Bene, è stato un bel Milan. Ha creato tanto e concesso poco, ha giocato meglio dell’avversario, mantenendo un grado d’attenzione molto alto per tutti i 90’, cercando la verticalit­à e la profondità senza perdersi in “giochetti” come ogni tanto gli capita. Inutile girarci attorno, l’1-1 sta stretto ai rossoneri e sono sicuro che un po’ di rammarico ci sarà per aver portato a casa solamente un punto. Se fossi Stefano Pioli, però, sarei comunque felice della

prestazion­e. Il Milan ha vinto tutti i duelli, in una partita giocata da entrambe le squadre spesso uomo contro uomo. Farlo contro l’Atalanta, che fa della corsa e della fisicità dei punti di forza,

non è mai scontato o banale. E poi c’è Leao. Con tutto il rispetto per gli altri scesi in campo, il portoghese merita un capitolo a parte. Ha fatto un gol straordina­rio, ma sarebbe semplicist­ico fermarci a quella prodezza. Leao fa la differenza a ogni tocco di palla. Salta l’uomo, serve assist, obbliga la squadra avversaria al raddoppio, liberando così spazio ai compagni.

In una serata con un Rafa così dominante, non vincere è davvero un peccato. Anche perché a mezzogiorn­o la Juventus, con una prova decisament­e meno convincent­e, aveva allungato nella lotta per il secondo posto.

Il calcio è così, lo sappiamo.

La Juve ora è a +4 sul Milan, dopo aver sì battuto il Frosinone, ma patendo parecchio. La squadra di Allegri continua a prendere dei gol che sino a un mese fa non avrebbe mai subito. Prendete il

pareggio di Cheddira: in area ci sono cinque difensori della Juve e un solo attaccante ospite, eppure è proprio il marocchino a colpire di testa e segnare quasi indisturba­to. La vittoria strappata negli ultimi secondi con un gol in mischia di Rugani può, però, essere un punto di svolta, perché caccia le ansie dell’ultimo periodo. Sarà ora più facile per Allegri, in settimana, parlare

alla squadra e risolvere ciò che non va. Perché quando si vince, lo spogliatoi­o accoglie le analisi più positivame­nte e un allenatore ha più possibilit­à di incidere con le sue parole.

Di parole è, invece, ormai difficile trovarne per l’Inter. Anche in un pomeriggio in cui Simone Inzaghi presenta una squadra largamente rimaneggia­ta, con i soli Dimarco, Mkhitaryan e Lautaro come titolari inamovibil­i, fa del Lecce un sol boccone. A dirla tutta, per un occhio attento nei primi 45’ si è visto che l’undici nerazzurro non aveva i soliti automatism­i: difesa e centrocamp­o non erano coordinati­ssimi tra loro. Il Lecce, dal canto suo, ha provato a giocarsela a viso aperto, ma così facendo si è esposto alla feroce ripartenza del primo gol, capitalizz­ata da Lautaro. Era nell’aria, per chi ne ha vissute tante. Poi nella ripresa, dopo il raddoppio di Frattesi, non c’è stata più partita.

Dietro le tre grandi, Inter, Juve e Milan, ora c’è il Bologna, quarto in solitaria. Il gruppo di Thiago Motta è maturato tantissimo nel corso della stagione e può arrivare in fondo, trascinato da un

centravant­i delizioso come Zirkzee. L’Atalanta, subito dietro, può essere contenta del punto strappato a San Siro con il Milan, ma sinceramen­te mi aspettavo di più dalla squadra

di Gasperini. Ha davvero tanta qualità davanti, anche dalla panchina, ma ieri si è vista molto poco e la cosa mi sorprende, se penso alle ultime settimane in cui i nerazzurri hanno tritato gli avversari. La corsa a un posto nella prossima Champions resta apertissim­a e, per me, non è ancora del tutto fuori il Napoli, nonostante i due punti lasciati nel pomeriggio a Cagliari. C’è qualche migliorame­nto, a partire dal ritorno di Osimhen, non ancora al top, ma puntualmen­te a

Leao ha fatto la differenza ogni tocco di palla. L’Atalanta ha tanta qualità, ma a San Siro non s’è vista

segno. Calzona ha tolto il nigeriano nel finale di gara. Mah, con il senno di poi potrebbe essere stato un errore, anche se il Napoli ha avuto le occasioni per chiudere la gara, prima di pagare l’ingenuità difensiva sul bel gol di Luvumbo in pieno recupero. Resto convinto che per sperare in una rimonta da Champions andrebbe recuperato il miglior Kvaratskhe­lia...

In ottica Europa, mi aspetto un bello spettacolo dalle sfide di oggi. Il Torino, che ha giustament­e grandi ambizioni, sarà un test probante per la nuova Roma di De Rossi, bravo a farsi seguire subito dai giocatori. Non è mai facile quando subentri a stagione in corso. Fiorentina-Lazio, invece, è una sfida tatticamen­te molto interessan­te. Chi vincerà farà un bel salto.

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Un abbraccio fra Lautaro Martinez, Davide Frattesi e Henrik Mkhitaryan: a Lecce l’Inter ha dimostrato di saper essere travolgent­e anche facendo riposare molti titolari. Una vittoria che vale ancora di più...
Gruppo speciale Un abbraccio fra Lautaro Martinez, Davide Frattesi e Henrik Mkhitaryan: a Lecce l’Inter ha dimostrato di saper essere travolgent­e anche facendo riposare molti titolari. Una vittoria che vale ancora di più...

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