Dybala tripletta di emozioni «Essere a Roma è meraviglioso»
L’argentino, i gol e la promessa «Europa League? Ci lavoriamo»
Il pallone se l’è portato a casa, come fa spesso quando ci sono le partite che contano. «Li porto tutti a casa di mamma, altrimenti si arrabbia», ci scherza su a fine partita. Del resto, quello di ieri per Paulo Dybala è un pallone dorato, quello della sua prima tripletta in giallorosso, la settima in carriera (dopo le 4 con la Juventus e le due con l’Instituto). «L’avevo cercata già con il Cagliari, ma lì il mister mi ha sostituito. Sono felice, ci è servita per vincere».
Che Joya Già, una vittoria che tiene la Roma nella scia di Bologna e Atalanta, ancora in piena corsa per la Champions League. Una vittoria fondamentale, con Paulo che è da un po’ che, calendario alla mano, a casa sua si fa conti e tabelle per capire quando la Roma potrà finalmente tornare al quarto posto. Perché lui ci crede, è praticamente convinto che succederà presto. «Io voglio sempre vincere: sappiamo quali sono i nostri obiettivi, non possiamo nasconderci. Se si può arrivare fino in fondo in Europa League? Lavoriamo per questo». E le sue esultanze di ieri fanno capire quanto ci tenga davvero: prima con quell’abbraccio fortissimo a De Rossi, poi con la corsa sfrenata sotto la Sud. «Il mister è il primo che ho incontrato correndo verso la panchina e dopo il 3-1 sono caduto ed ero già lì. I tifosi li ringrazio, hanno riempito lo stadio anche di lunedì». Già, proprio loro, che sperano di vederlo qui ancora a lungo. «Quando sono arrivato ho detto che mi sembrava di vivere qui già da tempo. Non so cosa succederà in futuro, ma so che mi sto godendo ogni momento con questa squadra meravigliosa».
I campioni E allora a godersi la vittoria è anche Daniele De Rossi, che porta a casa il sesto successo (compreso quello ai rigori con Feyenoord) in otto gare, da quando siede sulla panchina giallorossa. Anche se c’è sempre da soffrire un po’, fino alla fine. «Sapevo che il Torino non molla mai, queste partite vanno uccise prima, potevamo gestirla meglio», dice alla fine DDR. Che poi ringrazia proprio Dybala. «I campioni sono decisivi, Dybala ha fatto due giocate da Dybala. La qualità del calciatore ti fa vincere le partite e i campionati, ma è importante anche il resto, altrimenti non vedremmo il Bologna di Thiago Motta o il Chievo di qualche anno fa. L’allenatore è importante se si rende conto che i suoi giocatori sono più importanti di lui. Deve saper gestire il gruppo e farli giocare nelle posizioni più congeniali, mettendoli a disposizione l’uno dell’altro».
La partita Poi l’analisi della partita, che De Rossi sapeva già complicata. Del resto conosce bene Juric, i due si stimano. E sa bene che giocare contro il Torino non è mai facile, anzi. «Il Torino se la gioca alla pari con tutti, pressa a tutto campo, è forte. La difesa a tre? Ho scelto di farla per far giocare Smalling, che è un grande professionista: l’avevo visto bene in allenamento, ma volevo mettergli due centrali a coprirgli i lati. E poi è stata una scelta conservativa: dopo la fatica di coppa avere un assetto più prudente mi è sembrata la scelta più giusta». Anche perché poi Mancini si alzava tanto, portando fuori posizione Zapata. «Ho chiesto ai centrali di alzarsi in fase di costruzione per creare la superiorità numerica, visto che gli attaccanti quando pressano qualche volta si dimenticano della marcatura. È andata bene…». Eccome. Ora testa al Monza e al Brighton. «Mi toglierà qualche notte di sonno, quella inglese è una squadra forte, con giocatori che pensano molto. Se li predi è complicato, se li aspetti apriti cielo. Ma sono sicuro che anche De Zerbi non sarà contento di questo sorteggio».