MONDIALI DI ATLETICA IL NO ALLA CANDIDATURA SCONFITTA PER IL PAESE
Eppure dovremmo aver capito.
Gli straordinari successi organizzativi di grandi eventi internazionali come le Finals di tennis a Torino, la Ryder Cup di golf, gli Europei itineranti di pallavolo uomini e donne, per citare solo i più recenti, hanno portato l’Italia sotto gli occhi del mondo, e in modo altamente positivo. Chi può far giocare una partita di volley in un’arena antica di duemila
anni? Per non parlare del ritorno economico di questo tipo di manifestazioni.
Che esiste ed è quantificabile. E nonostante tutto ciò, pare certo, a meno di improbabili colpi di scena, che i soldi per la candidatura dei Mondiali di atletica 2027 non ci saranno: via libera ai cinesi, come leggete in altra parte del giornale. Ci sembra di sentire la giustificazione “politica”, al di là delle problematiche specifiche: ben altre sono le priorità del Paese… il famoso benaltrismo, un modo per volare basso, una via di fuga socialmente ipocrita, una conclamata mancanza di slancio imprenditoriale. Nessuno ha dimenticato la delusione per il ritiro della candidatura di Roma all’Olimpiade estiva del 2024, un capolavoro di demagogia, sostenuto da campagne di disinformazione e di processi alle intenzioni: il nostro Paese non sarebbe stato in grado di sostenere un impegno del genere senza cadere nelle paludi della corruzione e del clientelismo. Tesi del tutto aberrante, che nascondeva “ben altre” e molto più basse motivazioni: lo sport è stato in ostaggio nella guerra fra partiti. Ancora una volta Roma, dunque, sta per perdere una rassegna di straordinario interesse planetario, rivolta alla disciplina di più alto lignaggio olimpico, quella che entusiasmerà a Parigi e che sta vivendo un rinascimento italiano di incredibile portata. In estate dovremo difendere quei formidabili cinque ori di Tokyo, quando davvero siamo stati “citius, altius, fortius”, cioè i più veloci, i più alti, i più forti, secondo il celebre motto dei Giochi, a cui da poco è stato aggiunto un communiter, che sta per insieme. Ecco: proprio quella parolina magica, insieme, riusciamo a declinarla molto poco nel nostro Paese, che si divide su tutto e non sa fare squadra e sistema in molti ambiti, sport compreso. Siamo riusciti a inserire l’attività sportiva nella Costituzione con 75 anni di ritardo, ma resterà una beffa gigante se manterremo all’infinito gli stadi più brutti e obsoleti del mondo, se sport e scuola resteranno termini assurdamente antitetici, se la gran parte della popolazione è sedentaria, se la pratica sportiva ha forti
squilibri geografici e di genere, se la fruizione dello sport resterà inquinata dai veleni. Un evento internazionale serve a dare slancio, a superare questi e altri limiti, a pensare in grande sotto gli occhi del
pianeta. I Mondiali di atletica 2027, che vedremo dall’altra parte del mondo, avrebbero avuto una grande funzione di stimolo e di riconoscimento nei confronti di una nuova generazione di atleti di vertice spuntata all’ombra dei giganti come Tamberi, Jacobs e i nostri marciatori. I salti di Larissa Iapichino e di Mattia Furlani, lo storico primo posto azzurro ai Giochi europei, i balzi di Andy Diaz, i tanti nomi che si stanno affacciando con successo alla ribalta nazionale avrebbero meritato ben altro (appunto) rispetto e considerazione.
Un evento così serve a volare alto e pensare in grande sotto gli occhi del pianeta