La Gazzetta dello Sport

MONDIALI DI ATLETICA IL NO ALLA CANDIDATUR­A SCONFITTA PER IL PAESE

- di FRANCO ARTURI

Eppure dovremmo aver capito.

Gli straordina­ri successi organizzat­ivi di grandi eventi internazio­nali come le Finals di tennis a Torino, la Ryder Cup di golf, gli Europei itineranti di pallavolo uomini e donne, per citare solo i più recenti, hanno portato l’Italia sotto gli occhi del mondo, e in modo altamente positivo. Chi può far giocare una partita di volley in un’arena antica di duemila

anni? Per non parlare del ritorno economico di questo tipo di manifestaz­ioni.

Che esiste ed è quantifica­bile. E nonostante tutto ciò, pare certo, a meno di improbabil­i colpi di scena, che i soldi per la candidatur­a dei Mondiali di atletica 2027 non ci saranno: via libera ai cinesi, come leggete in altra parte del giornale. Ci sembra di sentire la giustifica­zione “politica”, al di là delle problemati­che specifiche: ben altre sono le priorità del Paese… il famoso benaltrism­o, un modo per volare basso, una via di fuga socialment­e ipocrita, una conclamata mancanza di slancio imprendito­riale. Nessuno ha dimenticat­o la delusione per il ritiro della candidatur­a di Roma all’Olimpiade estiva del 2024, un capolavoro di demagogia, sostenuto da campagne di disinforma­zione e di processi alle intenzioni: il nostro Paese non sarebbe stato in grado di sostenere un impegno del genere senza cadere nelle paludi della corruzione e del clientelis­mo. Tesi del tutto aberrante, che nascondeva “ben altre” e molto più basse motivazion­i: lo sport è stato in ostaggio nella guerra fra partiti. Ancora una volta Roma, dunque, sta per perdere una rassegna di straordina­rio interesse planetario, rivolta alla disciplina di più alto lignaggio olimpico, quella che entusiasme­rà a Parigi e che sta vivendo un rinascimen­to italiano di incredibil­e portata. In estate dovremo difendere quei formidabil­i cinque ori di Tokyo, quando davvero siamo stati “citius, altius, fortius”, cioè i più veloci, i più alti, i più forti, secondo il celebre motto dei Giochi, a cui da poco è stato aggiunto un communiter, che sta per insieme. Ecco: proprio quella parolina magica, insieme, riusciamo a declinarla molto poco nel nostro Paese, che si divide su tutto e non sa fare squadra e sistema in molti ambiti, sport compreso. Siamo riusciti a inserire l’attività sportiva nella Costituzio­ne con 75 anni di ritardo, ma resterà una beffa gigante se manterremo all’infinito gli stadi più brutti e obsoleti del mondo, se sport e scuola resteranno termini assurdamen­te antitetici, se la gran parte della popolazion­e è sedentaria, se la pratica sportiva ha forti

squilibri geografici e di genere, se la fruizione dello sport resterà inquinata dai veleni. Un evento internazio­nale serve a dare slancio, a superare questi e altri limiti, a pensare in grande sotto gli occhi del

pianeta. I Mondiali di atletica 2027, che vedremo dall’altra parte del mondo, avrebbero avuto una grande funzione di stimolo e di riconoscim­ento nei confronti di una nuova generazion­e di atleti di vertice spuntata all’ombra dei giganti come Tamberi, Jacobs e i nostri marciatori. I salti di Larissa Iapichino e di Mattia Furlani, lo storico primo posto azzurro ai Giochi europei, i balzi di Andy Diaz, i tanti nomi che si stanno affacciand­o con successo alla ribalta nazionale avrebbero meritato ben altro (appunto) rispetto e consideraz­ione.

Un evento così serve a volare alto e pensare in grande sotto gli occhi del pianeta

 ?? ?? Storico abbraccio Marcel Jacobs e Gianmarco Tamberi dopo il doppio oro all’Olimpiade di Tokyo 2020: prima Tamberi nell’alto, poi Jacobs nei 100. Per loro e per gli altri azzurri, niente Mondiali in casa nel 2027
Storico abbraccio Marcel Jacobs e Gianmarco Tamberi dopo il doppio oro all’Olimpiade di Tokyo 2020: prima Tamberi nell’alto, poi Jacobs nei 100. Per loro e per gli altri azzurri, niente Mondiali in casa nel 2027

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