In Italia sa esaltarsi E ora vuole cancellare ferite e polemiche
Sabato nella Strade Bianche (vinta nel 2019) per ripartire dopo le cadute e le accuse di “bella vita” del suo team manager
Èin Italia che Julian Alaphilippe ha raccolto alcuni dei suoi successi più belli: a cominciare dalla Strade Bianche e dalla Sanremo 2019 per arrivare al primo dei due Mondiali consecutivi (Imola 2020). Senza dimenticare poi che ha dato al figlioletto un nome ‘di casa nostra’ - Nino - e che non vede l’ora di debuttare al Giro, dove è atteso a maggio. Ed è sempre in Italia che il francese ora deve tentare una - non semplicissima - ‘rinascita’ sportiva: salvo cambi di programma, ha previsto di essere al via sabato alla Strade Bianche, e poi alla Tirreno-Adriatico in avvicinamento alla Sanremo. Non ci arriva spinto da un vento favorevole, anzi: non solo perché tra il Mondiale 2021 e oggi ha vinto solo 4 volte (dovendo superare anche incidenti non banali, vedi la caduta alla Liegi 2022), non solo perché sabato all’Omloop Het Nieuwsblad è finito a terra due volte. Le forti tensioni recenti in squadra, che hanno coinvolto pure la partner Marion Rousse, non possono averlo lasciato indifferente.
Puntate Patrick Lefevere, team manager della Soudal-Quick Step, lo aveva già pungolato, diciamo così, a fine 2022: «Ha uno stipendio da campione, deve dimostrare di esserlo ancora. Non mi importa che non sia più campione del mondo, ma ultimamente ha vinto poco. Sì, ha avuto sfortuna, ma sono sempre gli stessi quelli che hanno sfortuna e quelli che la scansano». Pochi giorni fa, in una intervista alla rivista belga Humo, altre bordate: «Dopo aver firmato il mega contratto, è sparito. Più invecchi, più devi occuparti di te stesso e invece Julian ha esagerato con feste e alcol. Inoltre, è troppo sotto l’influenza della signora Marion Rousse». Ora, c’è da dire che ci potrebbero essere state delle incomprensioni nella traduzione dal fiammingo: per esempio il riferimento a quegli eccessi non sarebbe stato attuale, ma rivolto al passato, soprattutto al postImola 2020. E non ci sarebbe stata l’intenzione di coinvolgere Marion Rousse, compagna di vita di Julian. Fatto sta che la francese — ex ciclista, apprezzata commentatrice tecnica della tv e ora anche direttrice del Tour femminile — ha risposto: «Lefevere non può attaccarci così nel privato. Io non bevo alcolici e ho anche rinunciato a molte feste, perché abbiamo un bambino di 3 anni. Preferiamo dormire ed essere freschi al mattino. Deve avere più rispetto». Alaphilippe invece non si è espresso: nella conferenza stampa pre-Omloop è stato detto ai giornalisti di non fare domande sull’argomento. Mentre una fonte che conosce bene Lefevere riferisce: «Forse rimpiange di non aver fatto con lui come ha spesso fatto con gli stranieri, cioè i non belgi, diventati troppo importanti nella sua squadra. Vedi Kittel, Cavendish, Terpstra, Jungels. Cioè lasciarli andare piuttosto che pagarli tanto (Alaphilippe avrebbe un ingaggio di oltre 2 milioni di euro, ndr)».
Scenario E adesso? La priorità resta tornare a vincere anche se in pratica tutti nell’ambiente sono convinti che Alaphilippe sia destinato a lasciare il gruppo della Quick Step, con cui era passato pro’ nel 2014 (il contratto è in scadenza). Magari per una squadra francese: la Cofidis di Vasseur si sarebbe interessata, e Julian è molto amico di Emmanuel Hubert, manager dell’Arkea. Attenzione però: la tassazione in questi casi sarebbe parecchio sfavorevole. E Alaphilippe avrebbe confidato di essere già molto contento di quanto fatto in carriera, non escludendo del tutto l’ipotesi del ritiro a fine 2024...