Genitori e figli Nella scherma tre dinastie olimpioniche
Marcello e Franco Bertinetti, Saverio e Antonella Ragno, Mario e Aldo Montano: quando i Giochi sono un affare di famiglia
Saghe familiari e medaglie d’oro olimpiche? In Italia - nel segno di una tradizione senza fine - si fa presto a dire scherma. Come i D’Altrui nella pallanuoto, sono tre le coppie genitore-figlio/a azzurri che nella storia, in pedana, sono arrivati sino al titolo a cinque cerchi, il massimo che c’è. Negli altri sport? Nessuna. E dire che sono ben 78 quelle che, tra edizioni estive e invernali, giovanili escluse, vantano almeno una “doppia” partecipazione.
Che storia Dai Bertinetti (Marcello e Franco), passando per i Ragno (Saverio e Antonella) e arrivando sino ai Montano (Mario e Aldo) ballano qualcosa come otto trionfi con il contorno di una lunga serie di altri piazzamenti da podio e diversi parenti stretti a loro volta protagonisti nelle varie armi. Ben quattro degli otto successi portano la firma dei vercellesi Bertinetti. Papà (1885-1967), anche arbitro di calcio, vinse la prova a squadre della sciabola a Parigi 1924 e quella della spada ad Amsterdam 1928. Il figlio (19231995), si impose in quest’ultima a Helsinki 1952 e a Melbourne 1956. Poi i Ragno. Pugliese di Trani lui (1902-1969), campione nella gara a squadre della spada a Berlino 1936. Veneziana lei, oggi 83enne e moglie del pallanotista Gianni Lonzi (a sua volta olimpionico a Roma 1960), oro nel fioretto individuale a Monaco di Baviera 1972.
La dinastia Infine i livornesi Montano, famiglia simbolo di certe dinastie. In quanto a vittorie olimpiche ci si può limitare a Mario Aldo (classe 1948), oro nella sciabola a squadre proprio in Germania e ad Aldo (nato nel 1978), sul gradino più alto del podio nella stessa arma, ma individualmente, ad Atene 2004. Nonno, che portava il suo nome, ai Giochi fu due volte d’argento, con Mario Tullio, Tommaso e Carlo, cugini di Mario Aldo, a loro volta medagliati. Inimitabili.