La Gazzetta dello Sport

FERRARI OTTIMISTA: DISTANZA RIDOTTA MA DELLA RED BULL MEGLIO NON FIDARSI

I primi tempi in Bahrain hanno entusiasma­to i fan del Cavallino Chi guarda al recente passato predica prudenza: non sempre chi ha cominciato bene ha finito alla grande

- Di Salvo Sardina

Meno male che l’attesa è (quasi) finita, e che la scelta di anticipare al sabato la prima gara accorcia pure di un giorno l’agonia. I test sono stati un antipasto di quello che vedremo da domani in pista e le portate principali sembrano da acquolina in bocca. Perché se è vero che la Red Bull si è mostrata la solita astronave, è chiaro come la Ferrari abbia ridotto il distacco. Quanto? È il dilemma di tutti: c’è chi pensa a un gap ancora incolmabil­e intorno al secondo al giro, altri dicono che i campioni abbiano “solo” due-tre decimi di vantaggio. Un’inezia. In mezzo ci sono tutte le sfumature di grigio possibili ed è per questo che da giorni non si fa che parlare di passi gara, di gomme, di kg di benzina, di quanto le squadre abbiano spremuto il motore nei test. Ma aspettando che siano le qualifiche e la gara di Sakhir a pronunciar­e le prime sentenze, può essere utile ricordare che non sempre i verdetti dell’inverno sono destinati a trovare conferma in pista.

Dominio Il caso più recente e meno incoraggia­nte è quello del 2023. Bastarono tre giorni di prove collettive per capire che la Red Bull sarebbe stata la monoposto da battere, ma anche per intuire le difficoltà Ferrari: molti ricorderan­no l’accesa discussion­e ai box (in diretta tv) tra un accigliato Charles Leclerc e il capo aerodinami­co David Sanchez, che poi avrebbe rassegnato le dimissioni lasciando Maranello. Non solo: pur se Alonso aveva chiuso solo 9°, osservando il ritmo dello spagnolo nella simulazion­e gara era chiara a tutti l’entità della sorpresa Aston Martin. Che, infatti, nel GP avrebbe centrato il podio dietro Verstappen e Perez. Allo stesso modo, la Mercedes sembrava aver fatto passi in avanti rispetto al disastroso anno precedente, mentre la McLaren aveva iniziato l’anno in salita percorrend­o pochi giri. Indizi che si sono trasformat­i in prove concrete per tutta la prima metà di stagione, almeno fino a quando le macchine arancioni di Norris e Piastri non hanno fatto un grande salto in avanti grazie agli aggiorname­nti tecnici portati in pista. Se i test dello scorso anno sono stati affidabili, lo stesso non può dirsi del 2022. Mentre la Mercedes svelava un disegno rivoluzion­ario delle fiancate e del cofano motore, mo

È difficile dire a che punto siamo Abbiamo svolto bene il nostro programma, ci aiuterà a sviluppare bene la vettura

Nessuno si aspettava le prime difficoltà della Mercedes e che Verstappen avrebbe posto fine al suo lungo dominio

strando i primi scricchiol­ii di un Mondiale tutto in salita, Verstappen staccava i giri più veloci. Chi aveva impression­ato di più era stata però la Ferrari, non a caso grande protagonis­ta a suon di pole position e vittorie nelle settimane successive. Un trend illusorio, durato solo qualche gara: già dalla quarta tappa, a Imola, la Red Bull ha cambiato marcia. E Super Max, dopo aver recuperato lo svantaggio da Leclerc, ha preso il largo. Aggiorname­nto dopo aggiorname­nto, il genio Adrian Newey ha posto le fondamenta di un dominio (10 vittorie negli ultimi 11 GP) impossibil­e da pronostica­re analizzand­o i tre giorni precampion­ato in Bahrain.

Battaglia Ancora più emblematic­o di quanto i test possano talvolta ingannare è poi l’esempio del 2021, per certi versi una stagione con presuppost­i simili a quella che sta per cominciare: allora come oggi, il regolament­o era bloccato con pochissime modifiche tecniche ammesse rispetto all’anno prima. Inoltre, la Mercedes arrivava da un periodo di dominio pressoché incontrast­ato e la tavola sembrava apparecchi­ata per l’ennesima abbuffata. Forse è anche per questo, o per la tradiziona­le tendenza a nasconders­i durante le prove, che pochi avevano dato peso alle apparenti difficoltà delle Frecce d’argento nei tre giorni del Bahrain. Di sicuro nessuno si aspettava che Verstappen, comunque autore del miglior tempo assoluto nei test, avrebbe messo in dubbio la supremazia dei campioni del mondo alla vigilia di una rivoluzion­e dei regolament­i epocale. E anche se alla fine proprio Hamilton ha vinto tre delle prime quattro gare, tutti ricordano il sorpasso della Red Bull nella fase centrale della stagione e il successivo controsorp­asso Mercedes nelle ultime tappe. Niente che tre giorni di test potessero lasciar intuire.

Sviluppi cruciali Guardare nel futuro interpreta­ndo le prove invernali, insomma, non è un esercizio facile. E se è vero che delle volte ci si prende con un margine d’errore ridotto, sbagliare i pronostici è più semplice di quanto sembri. Per questo è più logico aspettare i primi risultati e, soprattutt­o, le prime evoluzioni tecniche delle auto, che possono anche stravolger­e i valori al vertice. Ammesso che i distacchi non siano simili a quelli che Max ha inflitto la passata stagione...

La rossa aveva impression­ato già dai test: un trend illusorio durato solo quattro gare per poi lasciare spazio a Super Max

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Le nuove SF-24 attese al primo GP dopo le buone impression­i dei test a Sakhir Sotto, l’uomo da battere: Max Verstappen, 26 anni
In attesa di conferme Le nuove SF-24 attese al primo GP dopo le buone impression­i dei test a Sakhir Sotto, l’uomo da battere: Max Verstappen, 26 anni
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Charles Leclerc
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