Infortuni, scandali e pochissimo campo Il Pogback alla Juve è stato un fallimento
► Prima la lesione del menisco esterno, poi la vicenda del fratello Mathias e infine lo stop per doping: solo guai a non finire dal 2022 a oggi
Potrebbe andare peggio, potrebbe anche piovere. La citazione è cinematografica, ma il film del Pogback, la storia del ritorno di Paul Pogba alla Juventus a sei anni di distanza dalla cessione al Manchester United, parte invece con una splendida giornata di sole. È l’8 luglio 2022, il francese atterra all’aeroporto di Torino per firmare un quadriennale con il club bianconero da 8 milioni all’anno più due di bonus. «Torno a casa», le sue parole appena sbarcato a Caselle, vestito di bianco, durag nero in testa e sorriso a trentadue denti. Tutto pare perfetto, ma in realtà è solo l’inizio di un incubo lungo 20 mesi, che ieri ha vissuto l’ennesimo e forse ultimo episodio di un’interminabile serie di sfortunati eventi.
Crac Il Polpo, infatti, si ferma praticamente subito, durante la tournée americana. Lesione del menisco esterno del ginocchio destro. Un brutto infortunio. Gli specialisti consultati dalla Juve sono tutti dello stesso parere: Pogba deve operarsi. Ma Paul non vuole. È ancora scosso per l’intervento alla caviglia subito allo United. O forse semplicemente mal consigliato dalle persone che gli gravitano attorno. Prova così la strada della terapia conservativa, poi a settembre finalmente si convince e va sotto ai ferri. Tardi. Si perde la prima parte della stagione, poi pure il Mondiale. E quando a gennaio riprende il campionato, ricomincia a farsi male. Di continuo. Il suo 2022-23 termina con appena 10 presenze, una sola da titolare (contro la Cremonese a maggio), per giunta interrotta dopo nemmeno mezz’ora.
Il fratello Problemi in campo e guai pure fuori. A cominciare dal caso che coinvolge il fratello Mathias. Una brutta storia, con Paul addirittura sequestrato per qualche ora a Parigi da un gruppo armato intenzionato a farsi consegnare 13 milioni di euro. Nel commando, anche il fratello più grande della famiglia Pogba e alcuni “amici” d’infanzia del Polpo. Il centrocampista francese paga “so lo ” 100mila euro e Mathias comincia a infangarlo sui social, rivelando alcuni segreti della vita di Paul. Come la storia del marabutto ingaggiato per lanciare una maledizione sul compagno di nazionale Mbappé o il rapporto con l’agente Rafaela Pimenta. Pogba, appoggiato dalla madre, denuncia il fratello, che viene arrestato e ora è in attesa del processo in Francia.
Illusione Quando l’universo intorno al Polpo finalmente si stabilizza, ecco l’affaire doping. Eppure Paul inizia il 2023-24 con tutti i buoni propositi possibili. È carico, vuole lasciarsi alle spalle infortuni, scandali, critiche. Riesce a trovare un po’ di continuità negli allenamenti e Massimiliano Allegri spende parole importanti per lui: «Lo vedo in netta ripresa». E infatti Pogba gioca (bene) uno scampolo di partita contro il Bologna, poi un altro a Empoli la settimana successiva. Al Castellani trova anche un gran gol al volo, annullato per un fuorigioco di Dusan Vlahovic. Poco male, i tifosi applaudono lo stesso e sognano di vederlo protagonista con la Juve come ai bei tempi. Ma l’ 11 settembre, durante la pausa per le nazionali, ecco la mazzata: Paul Pogba positivo al testosterone dopo Udinese-Juventus della prima giornata. Il risvolto ironico? Il francese contro i friulani non è nemmeno sceso in campo. Novanta minuti in panchina a guardare gli altri, ma comunque sorteggiato per il controllo antidoping del dopogara. “Dopato” per non giocare. Una fine paradossale per un campione.
Il mio cuore ha scelto la Juventus. Qua mi sento a casa, è un sogno essere tornato
Allegri mi ha chiesto di tornare, io, Max e la Juve abbiamo lo stesso obiettivo: vincere
Pogba
12 luglio 2022
Numeri impietosi
Appena una gara dal 1’, zero gol, nessun trofeo: pessimo affare il ritorno a Torino