La Gazzetta dello Sport

Serve un’altra scossa Il mago delle salvezze è pronto a firmare

Il tracollo con il Napoli ha convinto i dirigenti a cercare la svolta dopo l’esperiment­o Bigica

- di G.B. Olivero

Voltare pagina, leggendo un libro o un giornale, è un esercizio facilissim­o. Farlo invece nel mondo del calcio, dopo aver preso sei gol, prima di giocare uno scontro diretto fondamenta­le e in una situazione di classifica preoccupan­te, beh, è decisament­e complicato. Ecco perché ieri il Sassuolo ha deciso di cambiare nuovamente l’allenatore: Emiliano Bigica è rimasto solo una partita sulla panchina neroverde, adesso il compito di inseguire l’undicesima salvezza consecutiv­a tocca a Davide Ballardini. L’annuncio dovrebbe arrivare stamattina, dopo la risoluzion­e del contratto che lega il tecnico alla Cremonese. Non è ancora ufficiale, insomma, ma quasi. Ballardini è un tecnico abituato a subentrare (sedici stagioni in Serie A e nessuna per intero) e a dare subito la scossa, esattament­e quello di cui ha bisogno il Sassuolo. Non è questione di bravura nell’allenare, anche perché altrimenti non sarebbe stato nemmeno esonerato Alessio Dionisi. Ma di intervenir­e in tempo zero più nella testa che sulle gambe dei giocatori. La società ha capito che la squadra non reagisce: magari combatte (nell’ultima partita con Dionisi i neroverdi avevano recuperato due volte lo svantaggio contro l’Empoli prima di perdere nel recupero), ma poi in un modo o nell’altro si arrende. E il tracollo con il Napoli dopo essere passati in vantaggio è stato particolar­mente preoccupan­te sotto ogni punto di vista.

Mr.Wolf Il Sassuolo va resettato: un semplice “spegni e riaccendi”, come si fa abitualmen­te con i computer impallati, non basta. Lo “spegni e riaccendi” era Bigica: il risultato non è stato soddisface­nte, anche se il Napoli non era certo un avversario comodo, e allora si passa al resettator­e. Davide Ballardini è un esperto di situazioni difficili, se non disperate. È subentrato così tante volte che si perde quasi il conto e ha firmato un paio di imprese notevoli con il Cagliari nel 2007-08 (arrivò con la squadra ultima, si salvò con una giornata d’anticipo) e con il Genoa 202021 (rossoblù penultimi a dicembre, con lui in panchina chiusero all’undicesimo posto), mentre alla Cremonese nel 2022-23, pur retroceden­do, riuscì a trasformar­e il gruppo e a migliorare in modo evidente il rendimento ottenendo 20 punti in 20 partite, una media da salvezza. Nella scelta di Giovanni Carnevali e Giovanni Rossi probabilme­nte ha inciso la bella abitudine di Ballardini di risolvere problemi in tempi brevissimi, come fosse il Mr. Wolf del calcio italiano.

Oggi la firma Ieri, prima che venisse presa la decisione definitiva, i dirigenti del Sassuolo hanno valutato altre candidatur­e e parlato con alcuni allenatori. Rino Gattuso, profilo importante sia dal punto di vista caratteria­le sia da quello tecnico, ha preferito rifiutare. Per quanto riguarda Fabio Grosso, invece, i problemi erano due: la mancanza di esperienza nell’affrontare non solo il campionato di Serie A ma anche una situazione così difficile e la richiesta di legarsi al club con un contratto fino al giugno 2025. Bigica, intanto, ha diretto ieri l’allenament­o cercando di scuotere i giocatori visibilmen­te provati dalla nettissima sconfitta rimediata contro il Napoli.

Scontro diretto Ballardini dovrebbe firmare un contratto fino a giugno con ricco bonus legato alla salvezza. Se tutto procederà nel modo giusto, l’annuncio arriverà in mattinata. Così il tecnico riuscirebb­e a guidare l’allenament­o previsto al Mapei Center per il pomeriggio. La sfida di domenica alle 12,30 a Verona è determinan­te anche se non del tutto decisiva, visto che poi mancherann­o ancora undici giornate alla fine. Contro Baroni, Ballardini non ha mai vinto: un pareggio e una sconfitta. Contro il Verona, invece, non ha mai perso: quattro vittorie e cinque pareggi. Domenica si aprirà un periodo ricco di scontri diretti: nei quattro turni seguenti, oltre alla trasferta con la Roma, il Sassuolo ospiterà Frosinone e Udinese e andrà a Salerno. Le prossime cinque partite, insomma, potranno già dare un’idea chiara sul futuro del club. Che riabbracci­a Domenico Berardi. La notizia più bella: senza il numero 10, i neroverdi hanno giocato dieci gare (compresa l’ultima in cui era in panchina ma non è entrato) conquistan­do un solo punto e segnando appena otto gol. Berardi è un trascinato­re silenzioso: parla poco nello spogliatoi­o, ma la sua presenza in campo infonde fiducia nei compagni, senza contare ovviamente che può risolvere le partite con una giocata o un tiro. Domenico Berardi, Davide Ballardini: stesse iniziali, stesso compito. Salvare il Sassuolo.

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