La Gazzetta dello Sport

Okafor l’uomo in più È il re dei panchinari Nessuno fa come lui

Entrando a gare in corsa, lo svizzero che ama la fascia ha firmato quattro reti come Jovic e come Lautaro Martinez. Questo gol è il più pesante Grande amico di Leao, da lui ha ereditato il numero 17

- di Marco Fallisi

Partita intensa, nel primo tempo faticavamo a trovare spazi, poi ci siamo sbloccati

Ora dobbiamo lavorare duro e pensare al campionato così come all’Europa League

Noah Okafor

Dopo i tuoni di Gerry Cardinale, i nuvoloni del diluvio si erano minacciosa­mente avvicinati sopra la testa del Milan: è allora che Noah ha caricato i compagni sulla sua arca e li ha portati al riparo, al sole della zona Champions e di un terzo posto blindato. Tutti sotto la curva, venite a festeggiar­e con me: dopo Udine (gol del 3-2 al 93’), Noah Okafor lo ha rifatto ancora, ci ha preso gusto. Era un attaccante dai contorni indefiniti, né centravant­i né scattista di fascia alla Leao, è diventato il re di gol dalla panchina: nessuno ha segnato di più da subentrato in questo campionato. Noah comanda e i panchinari trascinano il Diavolo: entrando dalla panchina, lo svizzero ha firmato 4 reti come l’altro rossonero Jovic e l’interista Lautaro. Il Milan sorride, perché sa come correggere la mira in corsa: è l’unica squadra a esibire due giocatori con almeno quattro gol da subentrati in questa stagione nei cinque principali campionati europei e, sempre in Europa, è anche la squadra che ha segnato più gol dalla panchina, 13.

Dalla Lazio alla Lazio La Lazio è nel destino di Okafor: contro i biancocele­sti, nella sfida dell’andata a San Siro, Noah aveva festeggiat­o la prima rete dopo aver cominciato a bordocampo. Allora era stato tutto facile: lo svizzero aveva seguito la corsa palla al piede di Leao e si era fiondato sullo scarico del 10 rossonero. Ieri l’asticella si è alzata, perché l’Olimpico era bollente, perché il suo Milan sembrava incapace di sfondare il muro dei sarriani nonostante la superiorit­à numerica e perché gli episodi giocavano contro il Diavolo: Provedel aveva neutralizz­ato prima Giroud e poi Loftus-Cheek, il Var aveva cancellato la corsa liberatori­a di Leao, pescato da Reijnders in fuorigioco, e lo stesso Okafor aveva perso l’attimo su un taglio verso il centro del solito Reijnders, mancando l’impatto col pallone di un soffio. Okafor ha resistito, ha aspettato il suo momento e ha piazzato il colpo del ko. Poi ha raccontato: «Mi sono fatto trovare pronto e ne sono felice. Lavoro per esserlo sempre». Su invito dell’amico Rafa, lo svizzero ha tirato due volte: nella prima occasione si è opposto Provedel, alla seconda – dopo un altro muro laziale, stavolta su Giroud – tecnica e potenza hanno piegato le mani al portiere biancocele­ste. Dei cinque gol segnati in rossonero, quello dell’Olimpico è il più pesante.

Risorse Anche perché la Lazio è la cartina di tornasole del Milan: quando i rossoneri sono in salute, sono capaci di sbancare l’Olimpico con personalit­à da vendere (il 3-0 spettacola­re del 2020, dopo il primo lockdown, il 2-1 firmato da Tonali al 92’ del 2022, in piena cavalcata scudetto), ma quando le cose non vanno la batosta è traumatica (il 3-0 biancocele­ste del 2021 e il 4-0 dell’anno scorso, durante la prima grande crisi di Pioli). Ecco, il test di ieri ha detto che il Milan può peccare di continuità nella prestazion­e – i rossoneri che avevano messo sotto l’Atalanta una settimana fa erano tutt’altra cosa –, che alcuni big sono in debito di ossigeno – Giroud ha faticato ancora – ma che in panchina ci sono risorse preziose da sfruttare: Okafor è il primo della lista.

Rilancio L’arrivo dello svizzero è parso più volte figlio di un equivoco tattico: questa estate il Milan ha investito 14 milioni per un attaccante che si muove sulle zolle più intoccabil­i di tutto il territorio rossonero, quelle di Leao, e che non ama occupare il centro dell’area. Quando Pioli lo ho schierato da centravant­i, all’inizio della stagione, Okafor ha ricambiato con prestazion­i altalenant­i. La sfida è ambiziosa, imporsi da seconda linea, e Noah la sta vincendo a modo suo: ha accettato di essere il vice di Leao, al quale è legato da una bella amicizia e dal quale ha ereditato la maglia numero 17, ma è pronto a spendersi in tutte le zone dell’attacco quando l’allenatore lo chiama a partita in corso. Pioli ieri gli ha fatto i compliment­i: «Bravo Noah, non è facile fare l’alternativ­a a Leao, lui lavora sempre bene e si merita questa serata». Merita, forse, più minuti: ieri ha affiancato Rafa e Giroud insieme e ha risolto il rebus. Alla faccia dei rebus tattici che lo ingabbiano in panchina.

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 ?? LAPRESSE/GETTY ?? 3 La festa dello svizzero davanti ai tifosi del Milan 3
LAPRESSE/GETTY 3 La festa dello svizzero davanti ai tifosi del Milan 3
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1 1 Okafor cerca di anticipare il portiere della Lazio Provedel
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2 Il gol di Okafor, davanti agli occhi di Ciro Immobile 2
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Noah Okafor, 23 anni. L’attaccante svizzero è al 5° gol in questo campionato, in 19 partite giocate e 580 minuti in campo
AFP Non sento Noah Okafor, 23 anni. L’attaccante svizzero è al 5° gol in questo campionato, in 19 partite giocate e 580 minuti in campo

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