La Gazzetta dello Sport

Deve vincere per restare E nei finali di stagione accelera...

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In fondo, Stefano Pioli l’ha già fatto: l’anno scorso ha condotto il Milan a un passo da una finale europea, la più prestigios­a. Adesso è il momento di ripetersi ma anche di perfeziona­rsi, perché stavolta occorrerà giocarsi la coppa e alzarla: non sarà facile ma è l’unico modo per tenersi stretto il Milan.

Ritorno al futuro

Un anno fa, prima degli ottavi di Champions col Tottenham, il Milan stava anche peggio di oggi: era lontano anni luce dalla vetta della Serie A (-18 dal Napoli), con una difesa friabile (10 gol subiti nelle 4 partite che avevano preceduto la sfida agli inglesi) e una crisi di identità tattica che sembrava irreversib­ile. Ieri come oggi, il tribunale dei social aveva individuat­o, processato e condannato il colpevole: l’allenatore. La svolta si materializ­zò proprio in quel momento, perché quando a San Siro si presentaro­no Kane e compagni, il Milan ritrovò se stesso, chiuse la porta e cavalcò fino alla semifinale con l’Inter, aggiustand­o il passo anche in campionato e centrando la qualificaz­ione alla Champions. Il Milan che giovedì sfiderà lo Slavia nell’andata degli ottavi di Europa League ha recuperato uomini (fatta eccezione per Pobega, tutti disponibil­i, non succedeva da ottobre), solidità difensiva (con la Lazio ha chiuso senza gol al passivo, dopo averne incassati 8 tra Monza, Rennes e Atalanta) e soprattutt­o ha risposto con orgoglio alla strigliata londinese di Cardinale: il successo dell’Olimpico pesa più dei tre punti conquistat­i. È il modo migliore per entrare nella “zona Pioli”, quella dei finali di stagione in crescendo: che si tratti di una conferma a sorpresa, di un ritorno in Champions a 8 anni dall’ultima volta, di uno scudetto o una semifinale di Champions, mai sottovalut­are il diavolo Pioli e la sua coda.

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