Papà Verstappen attacca «Vada via dalla Red Bull» La Mercedes punta l’iridato?
Jos: «Il team rischia di esplodere». Wolff sornione: «Un pilota vuole sempre la macchina migliore. Ma...»
Lei, lui e l’altro. Max Verstappen e la Red Bull in Bahrain hanno cominciato la stagione allo stesso modo in cui avevano finito l’ultima, ovvero dominando a mani basse e conquistando quella che per il tre volte iridato è stata la 28a vittoria negli ultimi 33 GP e, per la scuderia inglese, la 31a nello stesso arco di gare. Eppure, anche nella notte di Sakhir, mentre i meccanici erano impegnati a chiudere le casse che hanno trasportato monoposto e materiale a Gedda, Arabia Saudita, dove sabato si corre il secondo GP, a tenere banco nel paddock era solo e soltanto un argomento: il caso Horner. Con Jos Verstappen, il papà di “tritatutto” Max, a entrare violentemente a gamba tesa nella contesa, con due interviste infuocate all’olandese De Telegraaf (il primo a sollevare il caso) e all’inglese The Daily Mail, nelle quali non ha esitato a definire Horner incompatibile con il suo ruolo di capo del team. E, complice una chiacchierata nel paddock con Toto Wolff, dando il via alla ridda di voci che parlano di un possibile addio di Max alla Red Bull, dove ha un contratto fino al 2028, per prendersi in Mercedes il sedile di Lewis Hamilton.
Tensione crescente Non è bastato, a spegnere il caso che ha agitato l’ultimo mese della Formula 1, l’esito dell’indagine interna voluta dalla Red Bull e affidata a un avvocato indipendente, per determinare se il team principal inglese fosse o meno colpevole dell’accusa di molestie sessuali nei confronti di una sua stretta dipendente. Indagine che si è conclusa con “l’assoluzione” dell’ex pilota di F.3. Così come non è bastato il muro di silenzio eretto dallo stesso Horner e tutta la Red Bull dopo la circolazione giovedì, il giorno dopo l’ufficializzazione della decisione, di una e-mail anonima indirizzata ai vertici di Fia e Liberty Media, a tutti i team principal delle altre 9 squadre così come ai media accreditati, contenente gli screenshot dei presunti messaggi (79, veri, falsi?) whatsapp tra Horner e la donna. O, per finire, l’apparizione nel paddock sabato, sorridenti, mano nella mano e baci e abbracci a favore di telecamere, di Horner e la moglie Geri Halliwell. L’ex Spice Girl che i media inglesi in queste settimane hanno descritto furiosa e umiliata, ma che in Bahrain si è comportata come se niente fosse accaduto.
Lotta di potere La doppietta di Sakhir poteva essere l’occasione giusta per lasciarsi tutto alle spalle. Invece, a buttare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato Verstappen sr., in una vicenda che ormai assomiglia sempre più a una telenovela. E dove “lei”, la dipendente al centro delle presunte attenzioni, è sempre più una figura sfumata, una “scusa” in quella che è invece una faida sempre più senza quartiere tra la proprietà thailandese (Chalerm Yoovidhya, che detiene il 51% di Red Bull GmbH, sabato sorrideva in griglia a Sakhir al fianco di Horner) e quella austriaca (Mark Mateschitz, figlio del defunto Dieter, il nuovo a.d. Oliver Mintzlaff e il superconsulente Helmut Marko), che punta alla rimozione di Horner per assumere il comando in Red Bull Racing. Papà Jos, come spesso, non si è contraddistinto per tatto e diplomazia. Se nei giorni precedenti l’ex pilota già compagno di Michael Schumacher in Benetton, aveva negato di essere coinvolto nella divulgazione della mail anonima («Non ha nessun senso. Perché dovrei farlo, quando Max sta facendo così bene qui?»), sabato sera ha invece sparato ad alzo zero, dicendo che la Red Bull «esploderà» se Horner resterà al vertice. «C’è tensione qui, mentre lui rimane al suo posto – ha detto Verstappen al Mail Sport –. La squadra rischia di essere smembrata. Non può continuare così. Esploderà. Sta facendo la vittima, mentre è lui a causare i problemi». Il giornale ha anche parlato anche di una discussione violenta tra i due, venerdì dopo le qualifiche, con il papà di Max che ha abbandonato una riunione per poi tornare sui propri passi poco dopo e scambiare una stretta di mano con Horner piuttosto forzata.
E la Mercedes... Con Max che per ora sta in mezzo ma senza sbilanciarsi in dichiarazioni di affetto («Se guardo a come Christian opera all’interno della squadra, è stato un capo squadra incredibile. Dal punto di vista delle prestazioni, non si può mettere in dubbio. Parlo spesso con lui, è completamente impegnato con la squadra»), anche per l’ottimo rapporto tra Jos e Wolff, presidente di Mercedes F.1, iniziano a spuntare voci di un divorzio clamoroso. «Credo che il pilota sceglierà sempre la macchina più veloce, è questo il punto fondamentale al momento. La Red Bull è la vettura più veloce, quindi, a mio avviso, sarà sempre la priorità» ha commentato Wolff domenica sera. Però, poi, incalzato sul tema su un colpo che sarebbe anche più clamoroso di quello di Hamilton in Ferrari, ha sorriso: «Tutto è possibile». Anche se questo chiacchiericcio sembra soprattutto altra benzina per liberarsi dell’uomo che dal 2005 è al comando della Red Bull.
Dito puntato
Sta facendo la vittima, ma è lui a causare i problemi
Alta tensione
Il team rischia lo smembramento Non si può continuare così