«Accuse lunari Il presidente ha i documenti è estraneo a tutto»
«Gravina ha reso una deposizione volontaria e ha già chiarito. Nessuno ci ha contestato nulla»
Ieri mattina la lettura della rassegna stampa l’ha abbastanza turbato. Non è stato un mercoledì 6 marzo semplice, per Gabriele Gravina, trovatosi nel ciclone di una serie di accuse che, attraverso i suoi avvocati, respinge in maniera perentoria. «Non c’è nessuna ipotesi di reato, nessuna interlocuzione su reati, abbiamo noi chiesto di essere sentiti, non ci hanno chiamati loro - spiega l’avvocato Fabio Viglione, che con Leo Mercurio difende il presidente della Figc -. Visto che non c’era nessuna iscrizione nel registro degli indagati, è ovvio che per essere sentiti con la presenza degli avvocati accanto occorre formalizzare tutto». Nel comunicato dei due legali, diffuso al termine dell’audizione nel pomeriggio presso gli uffici della Procura della Repubblica di Roma, si spiega che la decisione di presentarsi dai magistrati è stata maturata al fine di «tutelare la sua immagine e in virtù della piena fiducia che ripone nei magistrati che stanno seguendo il caso. Il nostro assistito è una persona offesa».
Lente La storia dell’appalto dei diritti tv ai tempi della presidenza di Lega Pro, nel 2018, le opzioni di acquisto per libri antichi (in realtà mai esercitate), una sua passione, altri soldi per la casa di Via Lambro a Milano per la figlia della compagna. Tutti tasselli che hanno messo Gravina sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati. «Ma non esistono queste cose, nel corso di tutta la deposizione, anche le parole come riciclaggio, autoriciclaggio, truffa, appropriazione indebita, insomma reati di ogni genere che abbiamo letto ovunque, non sono stati mai stati citati - specifica Viglione -. Non c’è stata nessuna continuazione giuridica da parte dei magistrati. Riciclaggio, autoriciclaggio: queste cose sono per noi lunari. Nessuno ci ha contestato nulla, il presidente ha documentato tutto, e tutto è stato completamente chiarito. Ecco, vorremmo che uscisse fuori la realtà dei fatti, perché abbiamo letto in queste ore davvero tante cose false, sui media e in tv. Chi scrive autoriciclaggio fa un salto nel vuoto, tutte parole mai usate durante l’audizione».
Ipotesi È chiaro che quando c’è l’iscrizione nel libro degli indagati accanto ci deve essere l’ipotesi di reato. Ma di autoriciclaggio o appropriazione indebita i legali di Gravina non vogliono sentire parlare. «Nel caso di specie, non essendo mai stato ipotizzato nulla, non sappiamo cosa sia stato scritto, noi abbiamo solo raccontato i fatti - continua Viglione -. Tutto è stato affrontato nel merito, nessuno ci ha mai contestato un reato, noi andati lì a chiarire quello che i media avevano diffuso». Ossia, nello specifico è stato spiegato «l’acquisto della casa, dei libri, tutte cose che anche cronologicamente sono state ricostruite male. La casa è stata pagata con soldi suoi e abbiamo mostrato e depositato i bonifici. Sa qual è l’assurdità? Che noi facciamo un atto del genere volontario, e invece dobbiamo leggere che il presidente è indagato. Non ce ne sono tanti che si presentano spontaneamente, questo per dimostrare l’assoluta infondatezza di tanti fatti più che reati. Non esistono i fatti, quindi non possono esistere i reati. Altro che autoriciclaggio, qui parliamo del nulla».
«Vicenda chiusa» Quindi, i legali restano molto tranquilli. «Abbiamo consegnato decine e decine di pagine, ogni movimento è stato accompagnato con la tracciabilità. Noi riteniamo che la vicenda sia chiusa, dal nostro punto di vista ci aspettiamo l’archiviazione. Ripetiamo, siamo tranquillissimi, tutto è stato documentato e provato».