La Gazzetta dello Sport

Un Sarri-bis soltanto con i giovani Palladino favorito per la svolta

Fuori dalla Champions e solo nona in campionato, sarà decisiva la Coppa Italia: sarebbe la prima volta dopo 7 anni senza Europa

- di Stefano Cieri ROMA AFP

«Questa partita può cambiare il mio futuro? Questa è una domanda da fare alla società. Ho un contratto anche per il prossimo anno, poi che il ciclo si possa concludere può essere, la squadra non è giovane, quindi forse qualcosa si dovrà fare». Maurizio Sarri ha pesato bene le parole, ma non ha dribblato l’argomento. Al termine del match con il Bayern, capolinea dell’avventura della Lazio in Champions e snodo decisivo della stagione della squadra biancocele­ste, il tecnico non ha potuto fare a meno di gettare lo sguardo oltre il futuro più immediato.

Un ciclo è finito Difficile, per non dire impossibil­e, che in campionato i biancocele­sti si qualifichi­no in Champions. Ma non sarà semplice neppure agguantare l’altra Europa, anche se Immobile e compagni sono ancora in corsa in Coppa Italia ed hanno quindi questa chance di riserva. Al netto di una partecipaz­ione in Champions che va comunque archiviata positivame­nte, l’annata dei biancocele­sti rischia di essere la più deludente degli ultimi otto anni. Lo sarebbe senza una qualificaz­ione europea che è sempre stata centrata nelle precedenti sette stagioni. Il ciclo Sarri, ma forse sarebbe più corretto dire il ciclo Inzaghi-Sarri, è finito. Un ciclo che i due allenatori hanno portato avanti con le rispettive idee (molto diverse), ma che ha avuto un comun denominato­re nella forza e nella classe di tre giocatori che hanno fatto da traino a tutto il gruppo: Immobile, Milinkovic e Luis Alberto. Il serbo è andato via la scorsa estate, gli altri due sono rimasti, ma non sembrano più gli stessi degli ultimi anni.

Divorzio A prescinder­e da come finisca la stagione (anche in caso di vittoria della Coppa Italia, quindi), la prossima estate bisognerà voltare pagina. La strada più semplice, ed anche la più probabile, è farlo con un nuovo allenatore. Sarri ha ancora un anno di contratto, ma - come lui stesso ha detto - gli accordi per gli allenatori valgono fino a un certo punto. Il suo triennio laziale, dopo aver toccato l’apice lo scorso campionato con il secondo posto, quest’anno ha imboccato una parabola discendent­e della quale il primo a rendersi conto è il tecnico. La separazion­e potrebbe quindi essere consensual­e. La società ovviamente non ha ancora fatto alcun passo, non pensa (ancora) ad un eventuale successore del Comandante. Ma non è un mistero che c’è un terzetto di allenatori che dalle parti di Formello viene da tempo monitorato. È composto dal tecnico della Fiorentina Vincenzo Italiano (Lotito aveva pensato anche a lui, tre anni fa, per sostituire Inzaghi), al croato Igor Tudor e all’allenatore del Monza Raffaele Palladino. Ed è proprio quest’ultimo quello che intriga maggiormen­te nei piani alti della società.

Il Sarri-bis Ma c’è un’ipotesi alternativ­a. Andare avanti con Sarri (a quel punto sarebbe però necessario prolungarg­li il contratto) per aprire un nuovo ciclo con una squadra radicalmen­te rinnovata e ringiovani­ta. In questo caso dovrebbero essere ceduti tutti o quasi i senatori (a cominciare proprio da Immobile e Luis Alberto per continuare con i vari Vecino, Pedro, Marusic, Lazzari) e dovrebbero essere presi tanti giocatori giovani, prevalente­mente italiani. È uno scenario che al momento appare meno realistico rispetto al primo, ma che potrebbe prendere consistenz­a a primavera inoltrata, specie se la Lazio dovesse restare fuori dalle coppe.

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Le loro strade potrebbero separarsi al termine di questa stagione
Futuro in bilico Maurizio Sarri osserva i giocatori della Lazio che si allenano. Le loro strade potrebbero separarsi al termine di questa stagione

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