La Gazzetta dello Sport

Il City 2 stende il Copenaghen Haaland non si ferma mai

Guardiola schiera tante riserve. Gol di Akanji, Alvarez e del norvegese

- di Davide Chinellato INVIATO A MANCHESTER

Nove minuti. È quanto impiega il City a liquidare la pratica Copenaghen, alla fine steso 3-1, e a mettere nel mirino il Liverpool, avversario domenica ad Anfield in una partita che potrebbe valere la Premier. Nove minuti è il tempo che la squadra di Guardiola impiega ad andare sul 2-0, colpendo al 5’ con Manuel Akanji e al 9’ con Julián Alvarez, con la cortese collaboraz­ione del portiere dei danesi il polacco Kamil Grabara. Il resto è accademia anche quando il Copenaghen prova a riaprire la partita al 29’ con Mohamed Elyounouss­i: il City resta in completo controllo, la chiude nel recupero del primo tempo col solito Erling Haaland (41 gol, in 37 partite in Champions in carriera, come Aguero un mito City) e poi la gestisce nella ripresa. È l’ottava vittoria su 8 partite stagionali in coppa segnando sempre tre gol, la settima apparizion­e ai quarti consecutiv­a. Ancora da favorita, perché il ruolo del City resta quello: la squadra da battere. E non solo perché è arrivato a 18 vittorie nelle ultime 20 partite.

Superiori Il Copenaghen, alla seconda apparizion­e nella sua storia agli ottavi di Champions, non era certo l’avversaria migliore per testare i campioni. Guardiola però ha trattato i danesi con rispetto e in cambio ne ha ottenuto due partite in cui gli avversari ci hanno almeno provato. Ma il City è superiore anche quando non va oltre la terza marcia, come ha fatto al ritorno all’Etihad. Troppo facile pensare al Liverpool se al 10’ sei già avanti 2-0, troppo facile gestire nella ripresa (e mandare in campo i giovanissi­mi Micah Hamilton e Jacob Wright) se hai in mano il gioco. Guardiola comunque qualche indicazion­e l’ha avuta: che Haaland segna anche quando non gioca da fenomeno; che Oscar Bobb, titolare in un ruolo indefinibi­le passato da esterno d’attacco a interno di centrocamp­o, ha voglia di emergere e il talento per farlo come Rico Lewis, altro jolly; che si può sopravvive­re anche senza Rodri, magari cambiando modulo come nella ripresa; che la difesa ogni tanto si prende amnesie che vanno evitate. Perché quando giochi col Copenaghen puoi anche permetterl­e. Ma al Liverpool, la cui ombra si è allungata subito sull’Etihad, sarà meglio non fare regali.

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AFP Goleador Erling Haaland festeggia con Alvarez e Matheus Nunes

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