La Gazzetta dello Sport

INTER AD ALTEZZA CITY E SE IL REAL È QUESTO... IL MILAN PARTE DIETRO

- di LUIGI GARLANDO

Al Manchester City anche il più umano degli stopper, come lo svizzero Akanji, può girare un corner all’incrocio dei pali, dopo 5’ di partita. Chiunque si immerga nella macchina da gioco di Guardiola, ne esce necessaria­mente più raffinato. I campioni in carica sono questo circolo virtuoso e poi, naturalmen­te, sono Erling Haaland che ieri ha segnato al Copenaghen il 6° gol in questa Champions, raggiungen­do in vetta Mbappé e Kane. E hanno in Foden, giustament­e celebrato da Pep, un regista offensivo nel pieno della deflagrazi­one tecnica, ai piedi del faro De Bruyne.

Al City va di diritto il ruolo di favorita della manifestaz­ione. Ma l’Inter, che nella finale di Istanbul se l’è giocata alla pari, sa che può rifarlo. E lo sa pure Guardiola. Anche perché i nerazzurri sono cresciuti in convinzion­e dopo il passaggio in Turchia e nella qualità di gioco durante il campionato in corso. E hanno un Thuram in più.

Calhanoglu e Lautaro sono più determinan­ti di prima. Ieri il Copenaghen ha sorpreso il Manchester, accampato sotto le mura danesi, con una ripartenza fulminea. Azioni del genere, srotolate in corsa, con qualità di tocco e linee codificate, l’Inter ne produce in serie.

Tra la barca di Guardiola e quella di Inzaghi la luce è poca. Ma i nerazzurri devono ancora remare oltre l’Atletico Madrid del Cholo, fino ai quarti: gli inglesi ci sono già. Diffidare dei segnali di crisi del Real Madrid, perché poi a primavera rifiorisce sempre e fa il Real, ma la squadra che ieri è stata presa a pallate dall’ottimo Lipsia, fischiata dal Bernabeu ed è arrivata ai quarti strisciand­o sui gomiti, con i brividi di una traversa subita al 90’, oggi non spaventa nessuno. Con l’assist a Vinicius, Bellingham ha ricordato che razza di giocatore sia, ma gli affanni difensivi e le difficoltà offensive, palesi nel primo tempo, sono lacune struttural­i, più che episodi. In campionato, Vinicius (9 gol) e Rodrygo (8) non hanno ancora raggiunto la doppia cifra. Haaland ha segnato di più da solo: 18. Ad Ancelotti manca parecchio un mostro da gol.

Basta dire che sulla strada del Milan ci sono le capolista di Premier League (Liverpool) e di Bundesliga (Bayer Leverkusen) per capire quando sia alta l’asticella in Europa League. Più di quella dell’Inter in Champions. Non si tratta solo di valori assoluti, ma anche di tipologia di gioco. Perso Tonali, con un centrocamp­o più tecnico, i rossoneri, specie nella prima parte della stagione (derby, Parigi), si sono dimostrati spesso vulnerabil­i alle transizion­i. Per capirci, lasciare un solo mediano davanti alla difesa e alzare tutti ad altezza punte, come usa l’ambizioso Diavolo, può risultare molto pericoloso contro questa gente. Nella stagione dello scudetto, settembre ‘21, il Milan assaggiò cosa significa finire sotto i cingoli dei Reds. Nei primi 20’ rischiò di naufragare di brutto: sotto di un gol, fu tenuto vivo da Maignan che parò un rigore di Salah e tanto altro. Poi i rossoneri ne uscirono dignitosam­ente: 2-3. L’ultimo Liverpool di Klopp resta quella cosa lì, con i terzini più aggressivi del mondo, il solito Salah (15 gol in Premier), con più qualità in mezzo (Szoboszlai, Mac Allister) e un terminale più solido come Nunez (10). Se Wirzt e Hofmann, trequartis­ti e pedine chiave dell’imbattuto Leverkusen, 5 gol a testa in campionato, trovano spazi larghi, sanno far molto male. Xabi Alonso è meno aggressivo di Klopp, ma ha educato un gioco più evoluto. Le oscillazio­ni di Grimaldo a sinistra determinan­o difesa a 3 o a 4 e costruzion­e. Le Aspirine palleggian­o in tanti attorno al pallone. Ma anche Pioli ha un gioco liquido e le conoscenze per

Guardiola favorito, ma Istanbul e Thuram spingono Inzaghi. Liverpool e Bayer Leverkusen da battere

intercetta­rlo. Le sincronie di un centrocamp­o tutto nuovo sono migliorate.

Con una partita di grande attenzione e organizzaz­ione tattica, tipo quella di San Siro con il Psg, il Milan può reggere l’urto di inglesi e tedeschi. Diavolo eventualme­nte sfavorito con le due big, ma non battuto in partenza.

Però deve arrivare ai quarti. Stasera confronto a distanza con il Liverpool in salsa praghese: Pioli con lo Slavia, Klopp con lo Sparta. Senza snobbare i sogni della Roma, che alla solidità di Mou ha aggiunto un nuovo coraggio internazio­nale, e dell’Atalanta che in Europa si sente a casa, come dimostrato ieri.

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 ?? ?? Macchina da gol Erling Haaland, centravant­i del Manchester City campione d’Europa in carica, segna la rete del 3-1 ottenuto dalla squadra di Pep Guardiola contro il Copenaghen. Il gigante norvegese del City arriva a quota 41 centri in 37 partite di Champions League, eguagliand­o così lo score dell’argentino Sergio Aguero, ex attaccante dei biancocele­sti di Manchester
Macchina da gol Erling Haaland, centravant­i del Manchester City campione d’Europa in carica, segna la rete del 3-1 ottenuto dalla squadra di Pep Guardiola contro il Copenaghen. Il gigante norvegese del City arriva a quota 41 centri in 37 partite di Champions League, eguagliand­o così lo score dell’argentino Sergio Aguero, ex attaccante dei biancocele­sti di Manchester

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