La Gazzetta dello Sport

PER FARE LA STORIA PER TORNARE GRANDE I DUE GIGANTI DELLA MOTOGP Lo spagnolo non trionfa da 867 giorni: vederlo alle prese con la moto di Borgo Panigale è uno dei temi della stagione La sfida cominicia

- Di Mario Salvini

Marc rappresent­a un’epoca, al di là dei risultati il vero confronto per l’iridato sarà con la sua storia di vincente

Pecco guida la nuova Ducati, Marc deve ancora scoprire quella del 2023, ma non tarderà a dargli filo da torcere

Si comincia. Oggi si chiacchier­a, domani si mette in moto. E sarà la volata più lunga di sempre: 21 gare che avrebbero dovuto essere 22, se il governo argentino di Javier Milei non avesse all’improvviso negato i fondi per il GP di Rio Hondo. Ventidue raddoppiat­e dalle Sprint, una meraviglio­sa e spossante sgasata. Con Pecco Bagnaia davanti a tutti. Posizione conquistat­a, difesa e ribadita negli ultimi test. Da quando la prima classe non è più una cilindrata ed è diventata MotoGP solo due piloti erano stati capaci di ripetersi: Valentino Rossi e Marc Marquez. Ed è questo il punto. Che a ben pensarci, non è dal 1° febbraio, il giorno in cui la Ferrari ha annunciato Lewis Hamilton, che il mondo del motorsport sembra esser diventato una specie di metaverso: è dallo scorso 4 ottobre, quando s’è saputo che Marquez avrebbe abbandonat­o la Honda. Da allora l’attesa di vederlo su una Ducati è cominciata, è montata, s’è assopita un poco durante il letargo. Ma adesso ci siamo. Ed è chiaro a tutti che quel che va ad incomincia­re non è come tutti gli altri campionati. È a suo modo una resa dei conti. Se fosse un film, come sui social stanno cercando di convincerc­i quelli della comunicazi­one del team Gresini, sarebbe Pecco contro Marc.

Marquez avrà una moto vincente, molto migliore di quella che aveva nel 2023

Resa dei conti Obiezione: la logica e la classifica archiviata tre mesi fa a Valencia suggerireb­bero che una definizion­e del genere potrebbe non piacere granché a Jorge Martin. Ne avrebbe tutto il diritto, per come ha tenuto aperto il campionato 2023 appunto fino all’ultima corsa di stagione e per come, dal Sachsenrin­g e poi ancora da Misano in avanti, ha rosicchiat­o vantaggio e sicurezze a Re Pecco. Tanto più che nella rincorsa che idealmente va a ricomincia­re da domani Jorge avrà a disposizio­ne dalla Pramac una Desmosedic­i GP24 identica a quella di Bagnaia. E non c’è solo lui ad avere le sue belle aspirazion­i. Nessun pilota tra test e presentazi­oni dei team ha mancato di sottolinea­re che ad ogni GP saranno almeno una decina i pretendent­i alla vittoria. Altro che monopolio verstappen­iano della F.1. E non è detto che Marquez sia sempre della schiera. Bastianini alla Gazzetta ha detto: «Non so se lotterà per il titolo, ma per i primi tre posti sì». Le ragioni sono due: la sua marchiata Gresini sarà una Ducati del 2023, e lui, come da sua stessa ammissione in una chiacchier­ata con Pecco catturata in pista, la sta ancora guidando un po’ troppo come se fosse una Honda. Ma stiamo parlando di Marquez, non tarderà a tirarci fuori il meglio possibile, forse persino di più. Ed è esattament­e per questo che il vero, grande confronto, è quello che Pecco avrà con lui. Persino se la classifica dirà qualcosa di diverso. Perché Marc rappresent­a un’epoca. È il simbolo degli anni 10 del XXI. Anche se dovesse ritirarsi oggi, prima di cominciare il suo 17° Mondiale (12° in MotoGP),

sarebbe nell’olimpo dei più grandi di sempre.

Lotta per un’epoca In un solo concetto: Marquez è quel che Bagnaia aspira ad essere. Come è normale e giusto dal momento in cui, a differenza dell’evanescent­e Joan Mir e dell’amico Fabio Quartararo inciampato su una Yamaha sempre meno competitiv­a, lui è riuscito a ripetersi. Pecco sa che adesso c’è molto di più di un campionato da decidere. Perché di lui qualcuno dice che vince grazie alla moto migliore, come se la medesima Ducati non fosse anche sotto il sedere di altri tre suoi compagni-avversari. Ecco, adesso lo stesso mezzo, solo appena appena meno ammodernat­o, ce l’ha anche il pilota che da più di un decennio definiamo il migliore. Uno che dopodomani, quando partirà per la Sprint, saranno 867 giorni che non vince. Che negli ultimi tre anni ha avuto più interventi chirurgici che vittorie. Che ha una voglia esagerata di far vedere al mondo di essere il demonio di sempre. Che vuole diventare come Geoff Duke, come Giacomo Agostini, come Eddie Lawson, come Casey Stoner, come il suo specchio e suo nemico Valentino Rossi. Quelli cioè che il Mondiale sono stati capaci di vincerlo con due moto diverse. Marquez, per diventare Marquez, ha preteso di non far più scrivere il nome “Valentino Rossi” sull’albo d’oro. Adesso è il momento di Pecco, che di Vale si sente figlioccio prediletto.

 ?? ?? Pecco Bagnaia
Pecco Bagnaia
 ?? ?? Faccia a faccia
La GP24 di Pecco Bagnaia, a sinistra e Marc Marquez con la GP23 del team Gresini
Faccia a faccia La GP24 di Pecco Bagnaia, a sinistra e Marc Marquez con la GP23 del team Gresini
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy