Sospesa dalla Red Bull la donna delle accuse E Horner va all’attacco
Il team principal ottiene anche il ritiro dell’articolo che ricostruiva l’identità della dipendente
Il paddock continua a discutere più di quello che succede lontano dai circuiti che della sfida a Max Verstappen, e anche nel giovedì di libere a Gedda non si è fatto altro che parlare del caso Horner. Quasi inevitabilmente, perché la notizia del giorno è stata la sospensione della dipendente che nelle scorse settimane ha fatto partire l’inchiesta interna per i “comportamenti inappropriati” del team principal. Forse un modo per rasserenare gli animi nel box provando a restituire legittimità all’operato del 50enne inglese. O magari una misura (temporanea?) nell’attesa che la questione sia chiarita una volta per tutte nonostante la formale assoluzione del 28 febbraio alla fine dell’indagine indipendente, di cui però non sono mai stati svelati i dettagli. Si naviga comunque nel mare delle indiscrezioni e quindi, dopo che alcuni avevano addirittura parlato di un licenziamento della donna, la Bbc ha corretto parlando di sospensione dall’incarico senza decurtazione dello stipendio. Aggiungendo però che il provvedimento sarebbe motivato da un presunto e non meglio specificato “comportamento disonesto” della ex collaboratrice di Horner.
Horner attacca Di certo c’è che la Red Bull, così come lo stesso team principal, non hanno confermato né smentito trincerandosi dietro al più classico dei no comment. È solo l’ennesimo episodio di una telenovela che si complica a ogni ora: prima di quest’ultimo sviluppo, Horner si era ad esempio affidato ad alcuni avvocati londinesi per intimare al sito Business F1 Magazine di rimuovere un articolo in cui veniva ricostruita l’identità della donna e si riportavano fatti che un portavoce Red Bull ha bollato come «inesattezze soggette a reclamo legale». Il tutto dopo che, nel bel mezzo delle libere in Bahrain, un indirizzo mail anonimo creato per l’occasione aveva spedito alla stampa e ai capi della F.1 gli screenshot (la cui veridicità è da accertare) dei messaggi tra Horner e la dipendente. Uno snodo cruciale della vicenda, che ha fatto emergere come, al netto della possibile relazione e delle presunte molestie, il team principal sia al centro di una lotta di potere tra le due anime che governano la Red Bull. Il fatto che sussista una frattura interna non è d’altronde più una semplice voce, specie dopo l’intervista al Daily Mail in cui Jos Verstappen ha avvertito che, se Horner dovesse restare «la squadra imploderebbe».
Fattore Max Da un lato ci sono quindi l’entourage di Super Max e gli austriaci capitanati da Helmut Marko che chiedono l’allontanamento del team principal, dall’altro la componente indonesiana dell’azienda con quel Chalerm Yoovidhya che non ha mai esitato nel supportare la causa Horner. Un quadro complesso in cui il tre volte iridato si trova nella scomoda posizione dell’equilibrista: proprio lui che è sempre stato il meno diplomatico tra i piloti in griglia, predica la calma, non si schiera ufficialmente e dice di concentrarsi solo sulla guida. Si intuisce quanto sia combattuto tra le posizioni del padre e una Red Bull velocissima, che gli calza come un abito sartoriale. La Mercedes resta alla finestra...