Si ferma Zirkzee
Bologna perde il totem: Motta ha 3 idee Quasi un mese fuori: per sostituirlo Thiago pensa a Castro, Odgaard o Fabbian
Il responso Lesione al bicipite femorale sinistro: stop di tre o quattro settimane, salterà anche l’Olanda
L’uomo dei sogni Senza l’attaccante dal primo minuto, in questa stagione i rossoblù non hanno mai vinto
Assorbita (più o meno) la botta dell’infortunio patito da Joshua Zirkzee, in città sono già tutti pronti ad andare oltre. Perché quest’anno, dopo stagioni di assestamento e di cose molto simili, Bologna può veramente fare qualcosa di diverso. Di “oltre”, appunto. Mentre l’ad Claudio Fenucci inquadra un’Europa a Bologna «che sarebbe un bellissimo segnale per tutto il calcio italiano», ecco che i tifosi cominciano a immaginare come sarà un mese senza Joshua Zirkzee che finora ha disputato 26 gare da titolare su 27 (con 10 gol): a Empoli giocherà Santiago Castro dal primo minuto? O Jens Odgaard? O emergerà il “Mago Motta” con Giovanni Fabbian centravanti (cosa già fatta, fra l’altro)?
Torna col Monza Joshua Zirkzee ieri si è sottoposto agli inevitabili esami strumentali dopo l’uscita anzitempo contro l’inter (34’ st): l’esito è stato “una lesione di primo grado del bicipite femorale sinistro, con tempi di recupero previsti di 3-4 settimane”. Nella testa del “9 e Mezzo” c’è la tristezza profonda evidenziata anche coi compagni ieri mattina, una tristezza acuita dall’impossibilità di poter raggiungere la tanto agognata nazionale maggiore olandese per la prima volta. In città, chi ama l’ottimismo pensa che se doveva succedere, beh, meglio con la sosta in mezzo; chi poi sa cosa sia una lesione al bicipite femorale ipotizza che Joshua salterà l’Empoli, la Salernitana, il Frosinone con rientro contro il Monza il 14 aprile in casa.
Il wi-fi e l’Empoli Ma la domanda è: cosa e quanto perde il Bologna senza Joshua? Il suo regista offensivo, il “dispenser” di ogni pensiero verticale ma anche ragionato e giocato, il suo wi-fi, il centravanti da trasferta (8 sui 10 gol li ha fatti fuori dal Dall’Ara), un leader giocoso e leggero e talentuoso. E perde anche nelle statistiche: in due gare l’olandese non è partito dall’inizio, è successo a Cagliari (per squalifica: sconfitta) e contro il Lecce (1-1 con 32’ giocati): in pratica, senza di lui dal 1’ il Bologna non ha mai vinto. E la trasferta di Empoli è quasi simile a un Izoard per il Bologna: in A, al Castellani, non ha mai vinto.
Come l’Atalanta Epperò questo sembra un anno diverso, appunto. Lo fa intendere anche l’ad Claudio Fenucci a “Radio Anch’io Sport” su Radio-1. «Cosa vorrebbe dire il Bologna in Champions? Sarebbe - facendo tutti gli scongiuri e al di là della Champions - un Bologna in Europa oltre che un bellissimo segnale per il calcio italiano. Dimostrerebbe, come ha fatto l’Atalanta negli anni passati, che con un’organizzazione societaria seria e con le persone giuste sia nell’area sportiva sia con un gruppo di ragazzi che va oltre le aspettative si può fare un percorso diverso, dando una prospettiva nuova a molti club». Ed è per questo che il k.o contro l’Inter non ha scalfito umori e lungimiranza. «Motta? È contento di essere a Bologna, è il principale artefice di questa annata e speriamo che resti con noi, lui come tutti i giocatori: ora cerchiamo di portare a termine quella che sarebbe la realizzazione di un sogno, poi l’idea è di poter tenere il maggior numero di giocatori. Zirkzee? Ci piace poco parlare del futuro dei nostri calciatori, viviamo il presente, c’è grande emozione in città, preferiamo vivere ogni momento premesso che la volontà è quella di tenere tutti». La Champions può aiutare.