La Gazzetta dello Sport

Di Nunno teme combine «Controllin­o i telefoni dei miei giocatori»

Il patron subito convocato dalla Procura Figc Dura reazione della squadra «Noi diffamati»

- di Simone Battaggia

Ancora oggi si vendono le gare. Temo movimenti strani dei nostri tesserati

La Procura federale, guidata da Giuseppe Chiné, aprirà un fascicolo sulle dichiarazi­oni di Paolo Leonardo Di Nunno. Dopo le parole rivolte domenica al pubblico del Rigamonti-Ceppi, ieri il patron del Lecco ha calcato la mano con la squadra ultima in classifica, dicendo di temere «movimenti strani». Presto sarà convocato.

Domenica e ieri Andiamo con ordine. Domenica, prima della sconfitta interna col Palermo (0-1), Di Nunno aveva preso il microfono per chiedere al pubblico del Rigamonti-Ceppi di non lanciare bombe carta — «altrimenti lascio il Lecco» — e di fronte alla reazione dei tifosi aveva detto: «La squadra era in fallimento, ora state vedendo la B. Meritate la Terza categoria. Mi dispiace ma domani (ieri, ndr) vedrete la squadra in tribunale». Ieri il secondo round, con le dichiarazi­oni al sito ilovepaler­mocalcio.com. «I nostri avversari hanno sfoggiato anche un grande portiere, i nostri sono da Serie D. Del risultato mi interessa poco, ormai siamo condannati a retroceder­e. Mi preoccupa altro. Ancora oggi si vendono e si truccano le partite, ho paura di movimenti strani da parte dei nostri tesserati. Spero che mettano il telefono sotto controllo a tutti».

La reazione A stretto giro è arrivata la reazione del gruppo squadra, in una nota congiunta di Assocalcia­tori e Assoallena­tori. «Calciatori e tecnici tesserati per la società Calcio Lecco 1912 Srl esprimono il proprio sconcerto per le dichiarazi­oni rilasciate dal Presidente Paolo Leonardo Di Nunno. Le sue affermazio­ni sono sempliceme­nte diffamator­ie. Nessuno deve o dovrà mai mettere in dubbio il nostro impegno sul campo, la nostra lealtà e la nostra trasparenz­a. Respingiam­o dunque fermamente le illazioni del Presidente, lesive della nostra reputazion­e. Il nostro gruppo è unito e determinat­o per continuare a inseguire una salvezza che a molti sembra impossibil­e e per difendere l’onore di squadra, città e tifosi, certi di poter sempre onorare sul campo la maglia fino all’ultimo minuto».

Fine anno Di Nunno è anche tornato sull’episodio di domenica: «Il gesto nasce dal fatto che sono stanco di pagare ammende. Le mie erano parole solo per sensibiliz­zare il pubblico a tenere una condotta corretta. Invece sono stato aggredito e sono dovuto uscire scortato. Poi dopo ho ricevuto le scuse, ma questo conta poco. Sarò del Lecco fino a fine anno, poi andrò via».

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LAPRESSE Giù La delusione del Lecco dopo l’ennesimo ko
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Paolo Di Nunno

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