La Gazzetta dello Sport

Xavi gongola: «La cantera non tradisce mai»

Il tecnico del Barça si gode i suoi giovani Il 17enne Cubarsì premiato come migliore: «È il giorno più bello della mia vita»

- di Filippo Maria Ricci INVIATO A BARCELLONA

Sollievo. Psicologic­o ed economico. Come già lo scorso anno il Barcellona aveva inserito nel budget stagionale la lucrosa conquista dei quarti di finale di Champions. Quest’anno è arrivata, e le sofferenti casse blaugrana respirano. Esattament­e come Xavi, che in caso di eliminazio­ne era pronto ad abbandonar­e il suo caro Barcellona ancor prima di giugno, data fissata per le sue autoprocla­mate dimissioni.

La decisione «Avevano detto che il mio annuncio di addio avrebbe provocato una crisi, che avrei perso lo spogliatoi­o – dice Xavi a fine partita – ma io sapevo che sarebbe successo il contrario, e ho avuto ragione. La squadra si è raccolta, riunita, compattata e ora dopo 4 anni siamo di nuovo ai quarti di Champions. Siamo tra le migliori 8». Xavi lo ripete, lo sottolinea, lo rivendica. Dice che è una notte da godersi ma il suo tono è quello di una persona che ha sofferto tanto e che non riesce ad essere serena nemmeno in una una serata nella quale il pubblico dopo mesi ha cantato il suo nome. L’unica cosa che fa veramente illuminare Xavi è poter parlare dei suoi ragazzi: «Abbiamo giocato con Lamine che ha 16 anni, Cubarsí che ne ha appena compiuti 17, Fermin che lo scorso anno era in terza divisione e ne ha 20. La cantera del Barcellona non tradisce mai. Cubarsí era al debutto in Champions e si è preso il premio di migliore in campo. È incredibil­e. Non è mai nervoso, oggi è stato eccezional­e nel raccordo tra difesa e attacco con passaggi di grande qualità».

Il record dello zio E ora per l’adolescent­e Pau si parla addirittur­a di nazionale. Lui fa come con Osimhen, resta tranquillo: «Non lo so, vedremo. Certo, la cosa mi fa piacere ma se non sarà questa volta ci saranno altre occasioni. Il premio? Oggi è il giorno più bello della mia vita. E siamo nei quarti dopo anni difficili per il club. Questo premio se lo merita tutta la squadra». Ecco, parole di un veterano di 17 anni e 50 giorni. Ieri ha tolto un record a Beppe Bergomi, che con l’Inter nel 1981 a 17 anni e 72 giorni divenne il difensore più giovane ad essere titolare in una partita ad eliminazio­ne diretta della Coppa Campioni.

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Robert Lewandowsk­i, 35 anni, ha segnato il gol del 3-1
EPA Il polacco spietato Robert Lewandowsk­i, 35 anni, ha segnato il gol del 3-1
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