La Gazzetta dello Sport

Novak: «Zero titoli» Potrebbe saltare Miami e tornare... sulla terra

A Indian Wells mancava da 5 anni: «Di solito a marzo avevo già vinto uno Slam o Dubai... Invece che basso livello»

- di Claudio Lenzi

Adesso, se non volete farlo arrabbiare, per un po’ non parlategli dell’Italia. Nell’ultimo anno Novak Djokovic è passato dalla grande passione per il nostro Paese, la sua arte, le sue specialità, all’incubo tennistico sotto forma di Lorenzo Musetti, Jannik Sinner (tre volte) e ora Luca Nardi: su cinque delle ultime nove sconfitte rimediate dal numero uno al mondo sventola il tricolore. E ora? Quando lo rivedremo in campo? Quali tornei dovrà necessaria­mente disputare per provare a difendere una leadership sicura soltanto fino al 1° aprile (418 settimane).

Bravo Nardi «Compliment­i a lui, specialmen­te per il terzo set in cui ha giocato davvero bene - ha ammesso il serbo sconfitto - lo avevo visto giocare, sapevo che da fondo campo possiede ottima qualità, in particolar­e con il diritto. È arrivato in tabellone da lucky loser, non aveva nulla da perdere e ha giocato alla grande. A sorprender­mi di più, però, è stato il mio livello, veramente basso oggi (ieri, ndr)». Ci sono numeri a confermarl­o, come quello dei vincenti giocati: 18 per Djokovic, il doppio per Nardi. All’inizio del secondo set, Nole si è pure innervosit­o, accusando l’azzurro di essersi fermato su un punto che gli era appena costato il break. Per il giudice di sedia, però, non si è verificato alcun “disturbo” da sanzionare. «Di solito a marzo ho già vinto uno Slam o Dubai... non sono abituato a zero titoli» ha riconosciu­to Nole, lanciando un’allarme sulla sua carriera.

Programmi Una cosa è certa: il ritorno in California a cinque anni di distanza dall’ultima volta non doveva andare così e consideran­do che il serbo, già dopo la sconfitta agli Australian Open per mano di Sinner, aveva iniziato a farsi delle domande... «Analizzerò l’accaduto per poi guardare avanti, la realtà è che gioco meno tornei rispetto al passato e non è una bella sensazione venire eliminati subito». La scelta, a questo punto, è tra rimanere negli Stati Uniti e presentars­i al via del Masters 1000 di Miami da numero 1 del tabellone, o tornare in Europa e girare la preparazio­ne sulla terra, dove i punti da difendere sono 2315, 2000 dei quali legati al successo nell’ultimo Roland Garros. «Ora c’è Miami, che è qui vicino. Vediamo, ho bisogno di uno o due giorni di stop e poi capirò quale sarà il prossimo passo». Possibilit­à di vederlo in campo già lunedì in Florida? Al momento poche. Cambiare superficie potrebbe essere anche un modo per smaltire la rabbia e concentrar­e l’attenzione sulle “scadenze” indifferib­ili: fare meglio degli ottavi di finale a Montecarlo e andare oltre i quarti agli Internazio­nali di Roma.

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Novak Djokovic, 36 anni
Battuto Novak Djokovic, 36 anni

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