La Gazzetta dello Sport

MILAN è vietato sbagliare

IL DIAVOLO IN CAMPO CON I BIG L’EUROPA VALE UNA STAGIONE

- di Sebastiano Vernazza INVIATO A PRAGA

Ein tutto questo, si gioca. A Praga, nel ritorno degli ottavi di Europa League contro lo Slavia, c’è in ballo la stagione del Milan. Perché della qualificaz­ione alla prossima Champions non c’è più certezza, tipo la Juventus un anno fa. Un’eventuale penalizzaz­ione potrebbe privare il Milan dell’attuale secondo posto, con ampio margine sulla zona rossa della “non” Champions, e farlo scivolare indietro, al di sotto della quarta o quinta piazza che garantirà l’accesso all’Europa a cinque stelle. Vincere l’Europa League darebbe un senso tecnico all’annata, la renderebbe a suo modo storica: il Diavolo non ha mai primeggiat­o in questa competizio­ne né nella Coppa Uefa sua antenata, al massimo due semifinali, tra l’una e l’altra. Il trofeo non potrebbe essere tolto, resterebbe in bacheca. Scenari ipotetici, è tutto da vedere che arrivino sanzioni, ma la testa batte lì, sulla tormenta giudiziari­a. L’inchiesta, le fiamme gialle in sede, l’incertezza. Sarà una notte da dentro o fuori in senso lato.

L’anima forte La squadra deve isolarsi: facile a dirsi, più difficile a farsi. E Stefano Pioli, più che mai un uomo solo al comando, da solo non può bastare. L’allenatore ha bisogno che la squadra si compatti di suo, che i “titolariss­imi”, quelli più esperti e quelli che giocano sempre, facciano blocco. Maignan, Calabria, Hernandez, Loftus Cheek, Pulisic, Leao e Giroud sono quelli che hanno giocato di più in stagione, tutti con oltre duemila minuti nelle gambe. Qualcuno, per esempio Hernandez e Maignan, con oltre tremila. Rappresent­ano l’anima forte della squadra e stasera dovranno metterci qualcosa in più, per resistere agli urti dello Slavia e per non farsi condiziona­re dagli influssi esterni. Dovrebbero esserci tutti e sette, assieme a Tomori, Gabbia e Adli, gli altri probabili titolari contro lo Slavia. Serviranno i 37 anni di Giroud e i 24 di Leao, allo stesso modo nelle loro diversità.

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L’oro in testa A Giroud si chiederà l’esperienza, il tempismo di un colpo di testa. A Leao, nella sua discontinu­ità, si guarderà per la giocata improvvisa e spariglian­te, e pazienza se il ragazzo si prenderà delle pause. Il colpo di testa come grimaldell­o: in tre partite di Europa League, le due contro il Rennes nel playoff e l’andata contro lo Slavia, il Milan ha segnato nove gol, cinque dei quali di testa, un record. Tre dei cinque li ha fatti

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