INTER, L’EURO-FLOP È UNO SCHIAFFO AL CALCIO ITALIANO
La delusione è grande, davvero. Inutile negarlo, inutile cercare di girarci attorno: l’eliminazione dell’Inter è uno schiaffo, un pugno rifilato ai sogni nerazzurri e a tutto il calcio italiano. Un anno fa avevamo tre squadre tra le otto grandi d’Europa, ora zero: ribaltato il mondo, soffocata l’idea di essere tornati, se non re, almeno principi. Che la nostra formazione migliore, quella che sta dominando il campionato e aveva giocato l’ultima finale di Champions, quella di cui celebriamo estasiati le gesta ormai da mesi, venisse fatta fuori dall’Atletico Madrid - da questo Atletico Madrid - non lo pensavamo proprio. È vero, ci sono Simeone e uno stadio caldissimo, e per l’occasione si è rimesso in piedi anche il fantastico Griezmann, ma l’Inter in questa stagione è stata un’altra cosa, diversa, quasi imbattibile, come se fosse di un pianeta tutto suo. Né si può dire che la squadra del Cholo l’abbia messa sull’agonismo, sulla cattiveria, come tante volte è successo nei tredici anni della sua gestione tecnica. Macché: l’Atletico se l’è giocata anche con la qualità. E ha cancellato dalla Champions l’Inter, il gioiello del calcio italiano.
Era prevedibile, forse ineluttabile che la Lazio venisse eliminata dal Bayern: troppo superiore. Ci stava che il Napoli finisse fuori con il Barcellona, nel duello tra grandi in crisi. Confidavamo però che l’Inter andasse avanti, che ci consentisse di continuare a coltivare la speranza di riconquistare la Champions. Può vincerla?, ci chiedevamo. Certo, in fondo solo City e Real sono davvero superiori, ci rispondevamo. L’Inter ci ha illuso, Inzaghi ci ha
illuso. L’emblema di questa notte nera è il rigore che Lautaro Martinez, il calciatore più forte della Serie A, ha spedito in curva. Sia chiaro: la stagione dei nerazzurri resterà meravigliosa, anzi addirittura storica, perché niente e nessuno offuscheranno la seconda stella. Ma la sconfitta di Madrid dà un senso di incompiutezza.
L’Inter era la grande speranza italiana in Champions: il punto di riferimento, il simbolo, la guida del nostro calcio in questo momento storico. Ora dobbiamo rifugiarci in competizioni meno prestigiose e ricche per navigare nel mare d’Europa. Quattro formazioni sono ancora in corsa: Milan, Roma e Atalanta in Europa League; Fiorentina in Conference League. Tocca a loro regalarci momenti di gioia, se non di gloria: tocca a loro conquistare risultati e punti che ci consentano di avere cinque squadre nella prossima Champions allargata. Ma davvero siamo in grado di realizzare l’en plein, di conservare almeno queste quattro? Certo che lo siamo, anzi a noi sembra questa l’ipotesi più probabile: avanti tutte. Anche se poi ogni impegno ha sfumature differenti, e i rischi (distrazione, ambiente, avversario) esistono eccome.
Quattro partite, quattro sfumature di Italia. Vediamole, elencandole in ordine di difficoltà crescente. 1) Roma: parte dal 4-0, vantaggio enorme, e dalla schiacciante superiorità sul Brighton vista all’andata. Ma la squadra di De Zerbi ha qualità e identità e merita considerazione. Certo, pensare a un ribaltone sembra un esercizio di pessimismo cosmico.
2) Fiorentina: ha vinto 4-3 in trasferta (anzi in campo neutro), in modo rocambolesco, contro il
Inzaghi centrerà la stella, ma in un’annata incompiuta Dai tre club ai quarti dell’anno scorso a nessuno: che tracollo