JUVE, PER IL MONDIALE NON BASTERANNO PIÙ SEMPLICI RITOCCHINI
La Signora riscoprirà il mondo: nuove frontiere, nuovi protagonisti, meglio di così… L’eliminazione del Napoli dalla Champions spalanca la strada alla Juve per il Mondiale della Fifa. Il treno passerà ogni quattro anni, guai a non approfittarne. Nel giugno 2025 i bianconeri giocheranno in un torneo intercontinentale dopo 29 anni. L’ultima apparizione risale al 1996, quando il gol di Del Piero al River Plate portò la Coppa dei due mondi a Torino. I bianconeri negli Stati Uniti non possono fare le comparse. Tra il «vincere è l’unica cosa che conta», coniato da Boniperti, e «l’importante è partecipare» di De Coubertin, ce ne passa, visto il montepremi.
Un club con il palmares della Juve come minimo punta a passare il girone a quattro e a giocarsela dagli ottavi in poi. La prima edizione del torneo sarà intrigante ma anche faticosa: obbligatorio presentarsi nelle migliori condizioni. Facile a dirsi… soprattutto se si pensa che la rassegna iridata si svolgerà dopo la Super Champions League: alla Juve che ci torna si imporrà una sostanziosa ristrutturazione.
La parola d’ordine della stagione in corso è «indispensabile arrivare in campionato tra le prime quattro», anche quando Allegri lottava per lo scudetto. Il traguardo, a meno di tracolli incredibili, dovrebbe essere centrato. E tutti vissero felici e contenti? Forse, così sembra. Ma l’anno prossimo la Signora non potrà ancora nutrire le proprie ambizioni e le proprie casse con il minimo sindacale. Più prima che poi, dalla famiglia Agnelli ai milioni di sostenitori, l’universo juventino non vede l’ora di ripristinare le vecchie tradizioni, compresa la riconquista del primato in Italia. L’ultimo tricolore, chiusura del pazzesco filotto dal 2012 al 2020, risale all’annata del lockdown, sotto la guida di Sarri. I tifosi bianconeri hanno imparato l’arte della pazienza, ma non si augurano piazzamenti all’infinito: la specialità della casa ridiventerà quindi un obiettivo importante. Italia, Europa, mondo: che abbondanza. Soltanto l’Inter, in Serie A, avrà la stessa varietà di orizzonti. Nerazzurri e bianconeri potrebbero disputare fino a 65-69 partite. Una maratona mai vista, con mille incognite: servirà una rosa extralarge e di qualità. Per la Juve l’opera di rinnovamento dovrà essere più radicale. La società continua a indicare Allegri come naturale incaricato alla guida tecnica. Poi occorrerà ripartire da un nucleo di fedelissimi, che svarierà da Vlahovic a capitan Danilo. Per il resto dell’organico, è inevitabile una riflessione. Max non lo ammetterà nemmeno sotto tortura, ma è sotto gli occhi di tutti che il blocco ora a disposizione non basterà per la prossima annata, asfissiante per livello di impegni e per il calendario. I nuovi acquisti dovranno garantire tenuta fisica e rendimento costante, lo zoccolo duro sarà chiamato a dare una linea di continuità. L’esigenza di centrare risultati, come ripetono allo sfinimento i vertici del club, Giuntoli in testa, si concilierà con il progressivo risanamento dei bilanci.
L’acquisto di pezzi grossi, per esempio il pubblicizzatissimo Koopmeiners, richiederà un inevitabile piano di cessioni: a parte i già citati intoccabili, tutti gli altri sono in esposizione. Il club, e Allegri o chi per lui, deciderà se investire sui giovani, con le dovute cautele e contrindicazioni, o tentare l’innesto di elementi più costosi e magari più affidabili, oppure ancora un mix calibrato il più possibile.
L’attuale gruppo ha dato l’impressione di essere già andato oltre le proprie possibilità, perciò necessita di una decisa ristrutturazione. Se non altro per evitare di vivere a oltranza stagioni di transizione, la Signora deve subito darsi una mossa, c’è tutto un mondo che aspetta.