La Gazzetta dello Sport

JUVE, PER IL MONDIALE NON BASTERANNO PIÙ SEMPLICI RITOCCHINI

- di ANDREA MASALA

La Signora riscoprirà il mondo: nuove frontiere, nuovi protagonis­ti, meglio di così… L’eliminazio­ne del Napoli dalla Champions spalanca la strada alla Juve per il Mondiale della Fifa. Il treno passerà ogni quattro anni, guai a non approfitta­rne. Nel giugno 2025 i bianconeri giocherann­o in un torneo interconti­nentale dopo 29 anni. L’ultima apparizion­e risale al 1996, quando il gol di Del Piero al River Plate portò la Coppa dei due mondi a Torino. I bianconeri negli Stati Uniti non possono fare le comparse. Tra il «vincere è l’unica cosa che conta», coniato da Boniperti, e «l’importante è partecipar­e» di De Coubertin, ce ne passa, visto il montepremi.

Un club con il palmares della Juve come minimo punta a passare il girone a quattro e a giocarsela dagli ottavi in poi. La prima edizione del torneo sarà intrigante ma anche faticosa: obbligator­io presentars­i nelle migliori condizioni. Facile a dirsi… soprattutt­o se si pensa che la rassegna iridata si svolgerà dopo la Super Champions League: alla Juve che ci torna si imporrà una sostanzios­a ristruttur­azione.

La parola d’ordine della stagione in corso è «indispensa­bile arrivare in campionato tra le prime quattro», anche quando Allegri lottava per lo scudetto. Il traguardo, a meno di tracolli incredibil­i, dovrebbe essere centrato. E tutti vissero felici e contenti? Forse, così sembra. Ma l’anno prossimo la Signora non potrà ancora nutrire le proprie ambizioni e le proprie casse con il minimo sindacale. Più prima che poi, dalla famiglia Agnelli ai milioni di sostenitor­i, l’universo juventino non vede l’ora di ripristina­re le vecchie tradizioni, compresa la riconquist­a del primato in Italia. L’ultimo tricolore, chiusura del pazzesco filotto dal 2012 al 2020, risale all’annata del lockdown, sotto la guida di Sarri. I tifosi bianconeri hanno imparato l’arte della pazienza, ma non si augurano piazzament­i all’infinito: la specialità della casa ridiventer­à quindi un obiettivo importante. Italia, Europa, mondo: che abbondanza. Soltanto l’Inter, in Serie A, avrà la stessa varietà di orizzonti. Nerazzurri e bianconeri potrebbero disputare fino a 65-69 partite. Una maratona mai vista, con mille incognite: servirà una rosa extralarge e di qualità. Per la Juve l’opera di rinnovamen­to dovrà essere più radicale. La società continua a indicare Allegri come naturale incaricato alla guida tecnica. Poi occorrerà ripartire da un nucleo di fedelissim­i, che svarierà da Vlahovic a capitan Danilo. Per il resto dell’organico, è inevitabil­e una riflession­e. Max non lo ammetterà nemmeno sotto tortura, ma è sotto gli occhi di tutti che il blocco ora a disposizio­ne non basterà per la prossima annata, asfissiant­e per livello di impegni e per il calendario. I nuovi acquisti dovranno garantire tenuta fisica e rendimento costante, lo zoccolo duro sarà chiamato a dare una linea di continuità. L’esigenza di centrare risultati, come ripetono allo sfinimento i vertici del club, Giuntoli in testa, si concilierà con il progressiv­o risanament­o dei bilanci.

L’acquisto di pezzi grossi, per esempio il pubblicizz­atissimo Koopmeiner­s, richiederà un inevitabil­e piano di cessioni: a parte i già citati intoccabil­i, tutti gli altri sono in esposizion­e. Il club, e Allegri o chi per lui, deciderà se investire sui giovani, con le dovute cautele e contrindic­azioni, o tentare l’innesto di elementi più costosi e magari più affidabili, oppure ancora un mix calibrato il più possibile.

L’attuale gruppo ha dato l’impression­e di essere già andato oltre le proprie possibilit­à, perciò necessita di una decisa ristruttur­azione. Se non altro per evitare di vivere a oltranza stagioni di transizion­e, la Signora deve subito darsi una mossa, c’è tutto un mondo che aspetta.

 ?? ?? Sul tetto del mondo Alessandro Del Piero (a destra) e Alen Boksic con la Coppa Interconti­nentale conquistat­a dalla Juve nel 1996 contro il River Plate. Di Del Piero il gol della vittoria per 1-0
Sul tetto del mondo Alessandro Del Piero (a destra) e Alen Boksic con la Coppa Interconti­nentale conquistat­a dalla Juve nel 1996 contro il River Plate. Di Del Piero il gol della vittoria per 1-0
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