Sprofondo Olimpia Messina senza scuse «Noi di fatto fuori»
Milano quasi mai in partita a Vitoria La corsa per i playin è appesa a un filo
Discontinuità Non possiamo giocare una volta come con il Real e poi così
Le sconfitte di Partizan e Valencia permettono di vedere il decimo posto ancora a una sola vittoria di distanza assieme a Efes e Bayern che giocano oggi. Ma l’Olimpia vista a Vitoria, dal secondo quarto in poi, non alimenta speranze per una rimonta che aritmeticamente sarebbe ancora possibile. Milano non ha mai dato l’impressione di potersela giocare e, dopo ogni tentativo di ricucire lo svantaggio, ha sempre subito un contro parziale, allontanandosi sempre più dalla partita mentalmente e fisicamente. «Siamo praticamente fuori - dice Ettore Messina -. Non possiamo giocare una volta come con il Partizan e il Real Madrid e poi così. Per tanti motivi quest’anno non abbiamo mai avuto continuità di lavoro e di gioco nel corso della partita. E questo è il risultato. Siamo fragili e quando prendiamo un pugno non riusciamo a rispondere. Succede in trasferta. Anziché rispondere, andiamo al tappeto».
Un quarto La partita vera e propria dura solo 10 minuti. Poi è una lunga rincorsa nella quale l’energia che ci vorrebbe per fare il passo decisivo non c’è mai. Sembra la storia di Milano in questa Eurolega: quando cerca di riagguantarla, ha qualche lampo, e ogni volta le sfugge. Il recupero di Shavon Shields, dopo l’assenza contro la Virtus in campionato, Nikola Mirotic nel quintetto base consentono a Milano di stare inizialmente in partita. Tuttavia Vitoria trova spazi in penetrazione per canestri facili al ferro che dimostrano la fragilità della difesa ospite. Già nel primo quarto l’Olimpia rincorre sempre, tranne un +1 (1213), ma senza svantaggi oltre i 6 punti. Messina recupera anche Stefano Tonut, dopo l’infortunio al polso destro in Nazionale ma non ha Pippo Ricci, fuori per almeno due settimane per una lesione muscolare alla coscia destra.
Triple All’inizio del secondo quarto, dopo l’ultimo vantaggio di Milano (18-19), spinta dalle triple di Howard, con un 12-2 di parziale Vitoria accelera, raggiunge 11 punti di margine (3120) mentre l’Olimpia in attacco si accontenta del tiro da tre punti con Lo, Napier e senza fortuna. È invece Shields che trova due triple di fila, ben costruite, per tornare a -5 ma provvisoriamente. Perché Vitoria, oltre a una migliore percentuale da tre, costruisce buoni tiri anche da vicino sbagliando pochissimo e spingendo forte fino a +14, vantaggio con cui si chiude la prima metà della partita. I 29 punti subiti sono esemplificativi della fragilità di Milano in difesa. I 19 tiri tentati da 3 (5 a segno), sono uno in più di quelli da 2: uno sbilanciamento offensivo che ha caratterizzato molte partite, negative, di questa stagione.
Respinta Ed è proprio aggredendo il canestro con maggiore energia che l’Olimpia inaugura il terzo quarto. Peraltro il parziale di 8-0 per il -6 è suggellato da una tripla di Napier da molto dietro la linea da tre punti e al termine di un attacco sterile. Vitoria riprende in fretta una decina di punti di vantaggio e così ogni volta che Milano riesce a riavvicinarsi, ma mai oltre il -7. Stavolta è Chima Moneke a gelare le velleità dell’Olimpia con la sua travolgente potenza in penetrazione e anche da fuori con due triple di fila per il +14 che chiude anche il terzo parziale. Riparte solo Vitoria con un’altra tripla di Marinkovic. Napier segna il primo punto dell’ultimo parziale dalla lunetta dopo due minuti, Mirotic il primo su azione dopo 5 quando lo svantaggio ha già superato i 20 punti e la partita virtualmente finita. Come l’Eurolega.