Red Bull tregua forzata
Horner in sella Marko salvato Ma la tensione rimane alta
Verstappen si è opposto all’uscita del consulente, però i contrasti di suo padre con il team principal restano feroci: nel team pace solo apparente
Riflessi sul mercato La Mercedes tenta Max per il 2025 Per ora solo discorsi ma la trattativa potrebbe decollare
Prima è stato in bilico il destino di Christian Horner, poi quello di Helmut Marko, ma alla fine sono rimasti entrambi al loro posto. La guerra interna alla Red Bull non ha portato al ribaltone che qualcuno sperava. Le gerarchie sono rimaste immutate, portando a una tregua forzata, anche se le tensioni continuano sottotraccia e sembrano destinate a riaffiorare in futuro. L’hanno detto sia Horner sia Marko: «È il momento di riportare la pace nel team». Questa è la volontà di Oliver Mintzlaff, il potente a.d. delle attività sportive dell’azienda, e la sua parola ha messo d’accordo per ora i litiganti di Milton Keynes.
Fazioni Pochi si aspettavano che Horner sarebbe scampato alla bufera scatenata dalle denunce della sua assistente per “comportamenti inappropriati”. Ma l’esito dell’inchiesta, condotta da un avvocato indipendente, ha scagionato il team principal e portato alla sospensione della dipendente, che secondo i giornali inglesi sarebbe pronta all’appello in Tribunale. La posizione di Horner, appoggiato da Chalerm Yoovidhya e dal ramo thailandese che detiene il 51% delle azioni della Red Bull, ne è uscita rafforzata. Tanto da mettere alle corde i suoi presunti “nemici”: nella fattispecie Marko. Ma, a favore di quest’ultimo, è stato invece decisivo il sostegno di Max Verstappen, che durante il GP dell’Arabia Saudita si è apertamente schierato a favore dell’ottantenne ex pilota austriaco, suo mentore: «È un uomo fondamentale per i risultati della squadra, soprattutto dopo la morte del fondatore Dietrich Mateschitz, e tutti sanno quanto sia legato a lui (Marko lo lanciò in F.1 a 17 anni con la Toro Rosso; n.d.r.). Sarebbe folle se dovesse andarsene».
Vincolo Infatti non è successo. Il rischio che Marko fosse sospeso o costretto a dimettersi è rientrato, anche grazie alle parole di Max. E il perché non è difficile da immaginare. Se Marko fosse stato esautorato, come conseguenza della vicenda Horner, allora anche Verstappen avrebbe lasciato la Red Bull nel 2025. Nel contratto del tre volte iridato, che ha scadenza 2028, c’è infatti una clausola per la quale può liberarsi in qualsiasi momento, se Marko dovesse essere escluso dal team. Ad accoglierlo, a braccia aperte, ci sarebbe stata la Mercedes, in cerca di un sostituto all’altezza di Lewis Hamilton, che passerà alla
Ferrari. Le discussioni nel paddock del
Bahrain fra Toto Wolff e Jos Verstappen non erano solo una sceneggiata per mettere pressione alla Red Bull. I due sono in stretto contatto, perché la Mercedes è interessata a Max da anni, da quando c’era ancora il grande Niki Lauda come consigliere di Wolff. E potete giurare che ci vorrebbe poco a intavolare una trattativa vera e propria. Anzi, è ancora possibile che questo avverrà nei prossimi mesi, nonostante Marko sia rimasto nel suo ruolo di super consulente, per cui occhio ai colpi di scena.
Terzo uomo La pacificazione in casa Red Bull è solo apparente. I contrasti fra Jos Verstappen e il team principal si sono manifestati pubblicamente e in modo feroce. Tanto da portare l’ex pilota olandese, papà di Max, a dire: «Se Horner resterà, il team è destinato a spaccarsi». Impossibile ricucire lo strappo. Vedremo che cosa accadrà quando Verstappen senior tornerà in pista per assistere a un GP. Però di una cosa si può essere certi: Max sarà sempre al fianco di Jos. La riconoscenza verso il genitore, che l’ha seguito fin dai primi passi in kart, e il loro legame viscerale costituiscono un vincolo indissolubile. Da qui la frase di Horner: «Nessuno è più importante degli altri nella squadra». Un avviso.
La macchina La principale ragione per cui i Verstappen non hanno ancora deciso di fare armi e bagagli trasferendosi alla Mercedes, è dovuta alla... Red Bull. Intesa come macchina. Perché la RB20, che ha dominato le prime due gare del 2024, resta la vettura migliore sullo schieramento, imbattibile nelle mani di Max. E non si intravede chi possa superarli fino al cambio di regolamenti del 2026. Un bel deterrente. Senza contare che Max si trova benissimo con il suo ingegnere di pista Gianpiero Lambiase, i meccanici e gli altri componenti del team, con i quali ha creato un’alchimia perfetta. Il progettista Adrian Newey, legatissimo a Horner, ha ragione: «Dobbiamo solo continuare a dare a Max l’auto più veloce». Lo diceva prima che scoppiasse il finimondo. Ma la frase vale a maggior ragione adesso.