ASPETTANDO TUDOR LA LAZIO TORNA ALLA VITTORIA FROSINONE NEI GUAI
Martusciello gioca e vince la sua prima, e ultima, partita da tecnico dei biancocelesti e lo fa nel modo più “Sarriano”
In coda alla settimana più turbolenta della sua storia recente la Lazio torna al successo (che mancava da quasi un mese) e ritrova un briciolo di serenità. Quella che invece il Frosinone ha smarrito da tempo e non riesce proprio a recuperare nonostante ai ciociari non facciano difetto l’impegno, la dedizione e l’applicazione. Non bastano, però, neppure contro una Lazio che parte distratta (eufemismo) ed entra in partita soltanto dopo la mezzora. Per la squadra di Di Francesco un’altra sconfitta (e appena 1 punto nelle ultime cinque gare) con una classifica che fa sempre più paura, dopo che per mezza stagione era stata più che dignitosa. Neppure quella della Lazio (considerando gli obiettivi di inizio anno) può considerarsi esaltante, ma i tre punti colti allo Stirpe consentono ai biancocelesti di conservare il nono posto e di restare agganciati (sia pur nelle retrovie) al treno che porta all’Europa.
Alla Sarri L’ex vice di Sarri e tecnico pro tempore in attesa dell’arrivo di Tudor (domani l’annuncio ufficiale), apre e chiude con una vittoria la sua avventura da primo allenatore della squadra di cui è stato secondo negli ultimi tre anni. La vince, Martusciello, con una Lazio ancora pienamente sarriana. Nel modulo e nel gioco e, soprattutto, nei pregi e nei difetti. Una squadra spesso sbadata, che commette ingenuità anche imperdonabili quando le vengono i cinque minuti, ma che
FROSINONE (4-2-3-1) Turati; Lirola (dal 35’ s.t. Valeri), S. Romagnoli, Okoli, Zortea; Barrenechea, Mazzitelli (dal 17’ s.t. Seck); Soulé, Brescianini (dal 45’ s.t. Reiner), Gelli (dal 35’ s.t. Kaio Jorge); Cheddira (dal 45’ s.t. Cuni) PANCHINA Frattali, Cerofolini, Baez, Garritano, Kvernadze, Ibrahimovic, Ghedjemis, Monterisi ALLENATORE Di Francesco ESPULSI nessuno AMMONITI Barrenechea per gioco scorretto CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO medio ( 53,3)
LAZIO (4-3-3)
Mandas; Marusic, Casale, A. Romagnoli, Pellegrini (dal 1’ s.t. Lazzari); Guendouzi, Cataldi (dall’11’ s.t. Vecino), Luis Alberto; F. Anderson (dal 37’ s.t. Isaksen) Immobile (dall’11’ s.t. Castellanos), Zaccagni (dal 41’ s.t. Kamada) PANCHINA Sepe, Renzetti, Gila, Hysaj, A. Anderson, Pedro ALLENATORE Martusciello ESPULSI nessuno AMMONITI Pellegrini e Castellanos per gioco scorretto CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO medio ( 51)
ARBITRO Rapuano di Rimini VAR Abisso di Palermo NOTE spettatori 16 mila circa, incasso non comunicato. Tiri in porta: 5-8(2 pali). Tiri fuori: 5-5. In fuorigioco: 2-2. Angoli 8-5: Recuperi: p.t. 3’; s.t. 8’ poi sa rialzarsi, reagire e giocare trame di ottimo calcio. La Lazio di Sarri, quest’anno, è stata sempre così. Una squadra bipolare che, all’interno di una stessa partita, è capace di dare il meglio e il peggio di sé. A Frosinone concentra nella prima mezzora tutto il brutto di cui è capace. La formazione di casa, come è fin troppo comprensibile, si avventa sulla partita con tutta la foga e la disperazione di chi è con l’acqua alla gola. E la squadra biancoceleste che fa? Si mette a guardare, come se il tutto le interessasse fino a un certo punto. I ciociari (che Di Francesco schiera con un 4-2-3-1 che prevede Brescianini finto trequartista per bloccare la fonte di gioco