La Gazzetta dello Sport

Luciano non si fida «Evitiamo brutte figure Chiesa? Deve adattarsi»

Il tecnico punta a far giocare tutti nei due test Usa Stasera Jorginho-Barella, dietro tocca a Buongiorno

- INVIATO A FORT LAUDERDALE f.li.

Non so se è più difficile vincere lo scudetto o l’Europeo, ma mi piacerebbe scoprirlo...

Luciano Spalletti

«Se non stiamo attenti rischiamo una brutta figura», avvisa Spalletti. Oltre al ranking Fifa e a una tradizione non esaltante c’è un Venezuela che nel 2023 ha fermato il Brasile e sconfitto il Cile, quindi da non sottovalut­are. In Florida c’è una bella comunità sudamerica­na pronta al tifo. «Una squadra molto fisica», aggiunge il c.t. che comincerà stasera a Fort Lauderdale gli esperiment­i sul sistema tattico oltre il 4-3-3 classico.

Chiesa e i “canali”

Dalle parole di Spalletti si capisce che toccherà subito Retegui e che ci sarà spazio dal primo minuto per Chiesa, il “suo” Sinner: «Dovrà adattarsi nei cinque canali del campo», aggiunge il c.t., riferendos­i al fatto che il campo si divide idealmente in cinque strisce verticali. Chiesa nella Juve deve accentrars­i spesso, mentre il ruolo naturale sarebbe di esterno destro o sinistro. Nella nuova Italia giocherà nei cosiddetti «mezzi spazi», i due corridoi mediani dei moderni trequartis­ti. Probabile coppia Jorginho-Barella in mezzo, con Frattesi altro trequartis­ta. Buongiorno al posto di Acerbi in difesa, forse Cambiaso titolare. Bellanova, Lucca e Folorunsho in attesa.

America mondiale Naturalmen­te quello tattico non sarà l’unico esperiment­o. Luciano Spalletti punta a far giocare tutti i ventotto selezionat­i (chissà se i portieri) in due gare, sfruttando i sei cambi a disposizio­ne. L’America non è mai banale per noi. Questa è la quarta tournée azzurra e i due c.t. che hanno preceduto Spalletti hanno poi sollevato la Coppa del Mondo. La prima volta è stata nel 1976, Enzo Bearzot affiancava Fulvio Bernardini ma era il vero selezionat­ore, “unico” dal 1977. Perse 3-2 con l’Inghilterr­a dopo essersi trovato sul 2-0 e la studiò così bene da eliminarla dal Mondiale argentino l’anno dopo. Bearzot tornò nell’84 da campione in una tournée ricordata più che altro per la scappatell­a notturna di Mancini, che costò la Nazionale al futuro c.t. azzurro. Infine, Lippi nel 2005, l’anno prima di Berlino, con Grosso, Toni, Barzagli, Iaquinta. Bella coincidenz­a: nell’1-1 con l’Ecuador fu sperimenta­to il 34-2-1, l’unica partita in cui Lippi ha rinunciato alla linea a 4.

Ricordando Barone Un collega venezuelan­o chiede se è più difficile vincere l’Europeo o lo scudetto. Spalletti ci scherza un po’ su: «Non lo so ma voglio scoprirlo, con l’età che ho non mi resta molto tempo». Si fa serio invece il c.t. quando ricorda Joe Barone: «E’ stato più importante per il calcio lui in cinque anni che tanta gente che ci vive da sempre. Lo dice quello che ha fatto con la Fiorentina e anche il rapporto con la Nazionale. Con noi è sempre stato gentile e collaborat­ivo e quando abbiamo chiesto il preparator­e dei portieri, Savorani, la Fiorentina è stata orgogliosa di dare una mano alla Nazionale».

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LAPRESSE Guida Luciano Spalletti, 65 anni, c.t. da agosto

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