La Gazzetta dello Sport

NON CI SONO DUBBI TADEJ POCACAR È IL NUOVO MERCKX

- di DAVIDE CASSANI

Questa storia me l’ha raccontata Giancarlo Ferretti, mitico direttore sportivo di tanti campioni ma anche buon corridore e gregario fidato di Felice Gimondi. Nel 1967, a inizio stagione, lui e Felice si ritrovaron­o in camera dopo una tappa a cronometro: «Giancarlo - disse Gimondi - oggi ho sbagliato qualcosa. Sì, sono arrivato secondo ma mi spieghi come mai quel giovane belga mi ha battuto? Mi sono riscaldato troppo poco? Ho gestito male lo sforzo?». Quel giovane belga era Eddy Merckx. Non era ancora il Cannibale ma aveva già vinto un paio di Milano-Sanremo e sembrava avviato a diventare un grande per le classiche di un giorno. Sappiamo come è andata a finire. Non ho alcun dubbio, Tadej Pogacar è il nuovo Merckx: abbiamo un nuovo cannibale. È vero, ha perso gli ultimi due Tour de France ma anche Eddy in alcune occasioni rischiò di perdere.

Ricordate il famoso Tour de France del 1971 quando, in maglia gialla, cadde scendendo il Col de Menté? In quel Tour Luis Ocana lo mise in seria difficoltà, staccandol­o di ben 8’ in una tappa alpina. Tadej è un fenomeno perché vince dappertutt­o e in ogni periodo, in volata, in salita oppure dopo chilometri e chilometri di fuga solitaria. L’anno scorso ha staccato Van der Poel al Fiandre, ha stracciato tutti alla Freccia Vallone sul mur de Huy e qualche giorno dopo ha conquistat­o l’Amstel Gold Race. Non ha vinto la Liegi (conquistat­a nel 2021) perché è caduto e non è riuscito ad allenarsi per tre settimane. Nonostante questo ha combattuto ad armi pari con un fenomeno delle corse a tappe come Vingegaard. Ha sbagliato qualcosa? Ha esagerato nella preparazio­ne? Non era meglio trovare il top della forma per Giro e Tour? È il nuovo Eddy Merckx e quello che stiamo vedendo in questi giorni è il suo standard, penso che non sia nella forma migliore, ma sia il Pogacar diciamo “normale”. Però Eddy di Sanremo ne ha vinte sette e lui è ancora a zero. Osservazio­ne giusta, ma nel ciclismo di oggi, con certi fenomeni in giro non è facile conquistar­e, anche per uno come Tadej, una corsa “semplice” come la Sanremo. Sabato scorso è stato nettamente il più forte ma questo non gli è bastato per vincere.

Pogacar ha un motore da Formula uno (una Red Bull) e una testa da fuoriclass­e. Prende tutto con la massima serenità, ha sempre il sorriso e per lui correre in bicicletta è un divertimen­to, un gioco. Due giorni fa, al Giro di Catalogna, quando mancavano 150 km al traguardo è scattato con un suo compagno di squadra e quando i due hanno accumulato qualche secondo di vantaggio si sono nascosti dietro un cespuglio per non farsi vedere dal gruppo che inseguiva. Sì, si diverte e se riuscirà a mantenere questa mentalità non si stancherà di vincere. Dopo il Catalogna farà la Liegi, vincerà il Giro d’Italia e cercherà di portarsi a casa il terzo Tour de France. Anche Ieri, alla terza tappa del Giro di Catalogna non c’è stata storia. Su una salita neanche troppo dura ha risposto ad un allungo di Landa e, mancando solo 6 km, ha deciso di continuare con il proprio ritmo arrivando tutto solo al traguardo. Credo che di fatica ne abbia fatta non molta. Mulinava le gambe come se fosse in pianura. Uno spettacolo. Però dietro di lui (e Landa) è arrivato un giovane italiano, Antonio Tiberi. Devi ancora mangiarne di polvere caro Antonio, ma sei sulla buona strada. Forza Antonio, arrivare vicini a Pogacar, al giorno d’oggi, è un’impresa ma i numeri li hai. E se questa sera al Giro di Catalogna sei in camera con il tuo compagno di squadra Damiani Caruso, chiedigli cosa devi fare per diventare un campione. Perché lui di consigli te ne può dare tanti. Ascoltalo.

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 ?? ?? Fenomeno L’esultanza dello sloveno Tadej Pogacar, 25 anni, sul traguardo della terza tappa del Giro di Catalogna. Aveva vinto anche la frazione del giorno precedente
Fenomeno L’esultanza dello sloveno Tadej Pogacar, 25 anni, sul traguardo della terza tappa del Giro di Catalogna. Aveva vinto anche la frazione del giorno precedente

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