La Gazzetta dello Sport

Oggi Chiné ascolterà i due protagonis­ti E le loro verità

I giocatori saranno sentiti dalla Procura Figc La decisione è attesa per lunedì o martedì

- di Elisabetta Esposito ROMA

Dopo tre giorni passati a raccoglier­e materiale, oggi l’indagine della Procura federale sul presunto caso razzismo in Inter-Napoli si arricchirà della sua parte più importante. Il procurator­e capo Giuseppe Chinè ascolterà le versioni di Francesco Acerbi e Juan Jesus, a cui di certo porrà tutte le domande necessarie per evidenziar­e eventuali contraddiz­ioni allo scopo di ricostruir­e con certezza che cosa sia accaduto in campo. I due saranno sentiti in videoconfe­renza e con loro ci sarà un ispettore federale a garanzia della testimonia­nza.

Il nerazzurro Alle 10 si collegherà da Appiano Gentile il difensore dell’Inter. Acerbi nei giorni scorsi ha incontrato più volte la dirigenza e i legali nerazzurri (anche ieri sera), ribadendo ogni volta lo stesso concetto: «Non ho mai pronunciat­o frasi razziste». Una tesi su cui il club, inizialmen­te più prudente, adesso sembra convergere. Resta chiaro però che se la Procura dovesse accertare la matrice discrimina­toria della frase detta a Juan Jesus, con la conseguent­e squalifica per almeno dieci giornate da parte del Giudice sportivo, l’Inter non sarà affatto tenera con il proprio giocatore. Ma è presto per fare ipotesi, prima bisogna vedere che cosa emergerà di fronte a un procurator­e esperto come Chiné, che di certo sa fare le domande giuste. È più che probabile che Acerbi sosterrà anche davanti a lui di essere stato frainteso, magari tirando fuori la frase circolata negli ultimi giorni secondo cui avrebbe detto «ti faccio nero». Una delle speranze della difesa è che Chinè e il Giudice diano per buona questa versione, eliminando la matrice razzista e sanzionand­o comunque la condotta lesiva con 2-3 giornate. Impresa non facile, ma in questo strano caso - con due versioni diametralm­ente opposte - non si può dare nulla per scontato.

Il brasiliano Anche Juan Jesus non vede l’ora di dire la sua davanti a Chiné. Il brasiliano in questi giorni ha confermato a chi gli sta vicino che non c’è stato alcun fraintendi­mento, che l’insulto lo ha ricevuto e che era chiarament­e razzista. È in Italia da 12 anni ed è certo di saper distinguer­e un «ti faccio nero» da «vai via nero, sei solo un negro». Queste ultime sono le parole che il difensore del Napoli ha detto di aver sentito pronunciar­e da Acerbi, tanto da andare di corsa dall’arbitro La Penna a lamentarsi. Su questo le immagini televisive sono chiarissim­e, mentre al momento sembra che nessuno abbia immortalat­o l’insulto del nerazzurro. Va detto però che la Procura federale ha i mezzi per arrivare dove anche il più attento spettatore non arriva, ad esempio agli audio dell’arbitro costanteme­nte collegato con la sala Var.

Tempi brevi L’intenzione di Chinè è di chiudere il caso oggi stesso, fornendo quindi al Giudice sportivo tutti gli elementi per prendere la sua decisione. Va ricordato infatti che l’indagine della Procura in questo caso non nasce dall’apertura autonoma di un fascicolo, ma dalla richiesta del Giudice Mastrandre­a di un supplement­o di indagine da cui poi lui stesso definirà l’eventuale sanzione. Per questo stavolta non si è mai parlato di patteggiam­ento, ma nemmeno di attenuanti. Il Codice di giustizia sportiva parla chiaro: l’articolo 28 al comma 1 definisce il «comportame­nto discrimina­torio» e al comma 2 le sanzioni: «Il calciatore che commette una violazione di cui al comma 1 è punito con la squalifica per almeno dieci giornate di gara o, nei casi più gravi, con una squalifica a tempo determinat­o», oltre ad un’ammenda di valore variabile in base alla gravità dei fatti. Ma se verrà riconosciu­ta la matrice razzista, in tempi brevissimi (la decisione dovrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana) Acerbi sarà fermato. A lungo.

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GETTY Le proteste da La Penna Juan Jesus e Francesco Acerbi davanti all’arbitro Federico La Penna. Con loro a cercare chiariment­i nche Barella e Dimarco

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