Simulazioni al millimetro per la SF-24 del Cavallino
I cordoli della pista australiana obbligano a giocare con l’assetto A Maranello provate 28 varianti per altezze da terra e tarature
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re circuiti diversi in tre gare. È il turno dell’ Albert Park di Melbourne. Non può essere definito un tracciato tecnico come quello del Bahrain e neppure un cittadino veloce come quello della Corniche in Arabia Saudita. Rientra nella categoria delle piste “stop and go”, caratterizzate da accelerazioni e frenate, anche se negli ultimi due anni è stato radicalmente modificato nel secondo settore, reso più veloce e soprattutto più ritmico. Se parliamo di carico aerodinamico, si colloca pressappoco a metà rispetto alle esigenze dei due cir
Tcuiti che l’hanno preceduto, non rendendo necessario stravolgere le configurazioni adottate in Arabia. Questo ha permesso ai team di adeguarsi piuttosto facilmente, cercando di trovare il compromesso migliore tra scorrevolezza e trazione.
Scelta La Ferrari ha scelto, senza indugio, di adottare la stessa ala posteriore utilizzata a Gedda, con il profilo principale molto rialzato (dunque con il flap piuttosto scarico), ma l’aggiunta del secondo elemento nel profilo inferiore che in Arabia non era stato utilizzato per favorire le velocità di punta in rettilineo. Questa configurazione è stata valutata nelle due sessioni di prove libere disputatesi nella notte italiana. La Ferrari ha inoltre sperimentato diverse altezze da terra della vettura, alla ricerca del migliore bilanciamento, cercando di sfruttare al massimo l’effetto suolo prodotto dal fondo.
Prove Il carico generato dalla parte bassa della monoposto è quello che fa la differenza nelle prestazioni con i regolamenti attuali. Fra i cordoli del tracciato australiano, si pone il problema di dover alzare la vettura, seppure di pochi millimetri. Perciò a Maranello sono stati provati diversi assetti durante le simulazioni, con variazioni di due/tre millimetri dell’altezza dal suolo,