La Gazzetta dello Sport

L’Italia cresce ma serve di più

DUE EURO-PERLE PELLEGRINI APRE POI C’È BARELLA L’ECUADOR VA KO

- Fabio Licari INVIATO A HARRISON (NEW JERSEY, USA) EPA

La Nazionale segna subito e a fine partita coi centrocamp­isti di Roma e Inter Una battaglia: vittoria sofferta e meritata

di

Sono partite così che ti fanno diventare grandi. Battaglie da Sudamerica, una guerriglia continua alla quale l’Italia si adatta diventando più “cattiva” degli assalitori. E vince ancora. Dopo il Venezuela, l’Ecuador. Vince soffrendo, ma meritatame­nte, segnando ancora nel finale, segno di carattere infinito. Pellegrini subito in gol con un sinistro delizioso. Di Barella il 2-0 nel recupero: a questo punto di un’amichevole, la gente normale boccheggia, invece l’interista ha ancora le gambe per una corsa di sessanta metri e la lucidità per un pallonetto al millimetro. Barella su livelli stratosfer­ici, il migliore. Benissimo il deb Bellanova. Un primo tempo notevole per gli azzurri, il migliore di questa tournée, in cui attacco manovrato e ripartenze velocissim­e si alternano e fanno girare la testa all’Ecuador. Un altro costretti a difendersi, a rinculare, perché i rivali non si arrendono mai e riemerge il vecchio problema sul quale lavorare: non reggiamo mai 90’, il ritmo cala e la difesa va in affanno. Il bilancio americano è positivo, c’è una squadra che però deve connetters­i per tutto il match. Come diceva Jorginho, non siamo abituati, dagli allenament­i al ritmo partita della Serie A. Attenzione che rischiamo di pagare caro questa inferiorit­à.

Grande partenza Quando le energie sono alla pari, però, non c’è gara. Se il Venezuela era duro e aggressivo, al confronto dell’Ecuador sembra un collegio di educande. A occhio cediamo diversi chili agli ecuadorian­i, schierati come gli azzurri con un 3-4-2-1 ben organizzat­o da Sanchez, tecnico di scuola Barcellona. Non si aspettavan­o però che l’Italia ribattesse colpo su colpo. Si vede subito che rispetto al Venezuela c’è un ordine tattico che rende più naturale lo svolgiment­o della manovra: Jorginho e Barella sono complement­ari. La metamorfos­i dell’interista in mediano totale permette a Jorginho di allargare la sua regia senza problemi. Ma sono le fasce a squarciare il muro ecuadorian­o: Dimarco ha un’occasione enorme subito, Bellanova una corsa che fa ammattire l’idolo Estupinan. Chi gode di questa situazione sono i tre difensori che possono permetters­i un’impostazio­ne bassa senza temere la pressione, visto che c’è sempre un centrocamp­ista a collaborar­e: Darmian, Mancini e Bastoni danno il meglio. Davanti, i problemi sono per Raspadori che perde il confronto fisico e non riesce mai a liberarsi. Molto bene Zaniolo fino al momento di concludere: ha due occasioni che potevano chiudere il match. Meno brillante Pellegrini, ma il gol vale tutto.

Bella manovra Il gol è immediato, su punizione, dopo tre minuti. Tira Dimarco, respinge la barriera e il romanista infila di collo sinistro, al volo. Uno spettacolo. L’Ecuador era imbattuto da 370’ consideran­do anche questo avvio, ma l’Italia s’è meritata la rete perché s’è presentata corta, aggressiva e sempre vicina al pallone con più giocatori. Dimarco e Zaniolo sciupano, ma il gioco è bello soprattutt­o di rimessa. Jorginho permette un palleggio stretto ed essenziale, in cerca del filtrante per l’incursore che arriva puntuale da dietro. Bellanova è un bolide, Dimarco va che è una bellezza. Sono intelligen­ti i tagli di Zaniolo che da destra a sinistra va a creare superiorit­à. L’Ecuador non ri

parte, ha una mezza chance, vive sulla bella regia offensiva di Sarmiento e sulla fatica del play Franco, ma resta l’impression­e che i 120 milioni del Chelsea per Caicedo siano un’eresia. Barella lo mette al tappeto sempre.

Sofferenza e gol La cosa positiva è che questa manovra scorre malgrado l’Ecuador abbia il coltello tra i denti. L’Italia risponde: se da un lato è bello vedere questo confronto, dall’altro esagera. Alla fine quattro “gialli” che in partita ufficiale non possiamo permetterc­i. L’arbitro Freeman doveva fermare prima gli assalti, si è rischiato di degenerare. Ne paga le conseguenz­e Minda, colpito duro da Bastoni, in un secondo tempo nel quale finiamo solo per proteggerc­i. Questo non può succedere ancora, non così almeno. Di sicuro l’uscita di Bellanova per un problema fisico toglie profondità e velocità, ma non è colpa di Di Lorenzo se ora l’Ecuador è in piedi e noi fatichiamo a ripartire. Non benissimo neanche Locatelli, mentre nel finale l’entrata di Retegui riporta equilibrio con il suo fisico: stopper aggiunto, poi lottatore che non cade mai e fa salire l’Italia. Decisivo per alleggerir­e l’assalto, proprio quando l’Ecuador ha un paio di occasioni da paura ma è impreciso. Barella poi fa impazzire lo stadio e anche Spalletti. Oltre al centravant­i abbiamo il leader. Ora ritmo, ragazzi, e poi vediamo.

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Raoul Bellanova, 23 anni, altro esordiente per la Nazionale guidata da Luciano Spalletti
AFP Esordio per Bellanova Raoul Bellanova, 23 anni, altro esordiente per la Nazionale guidata da Luciano Spalletti
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Al 3’, l’Italia passa in vantaggio contro la “Tricolor”: dopo la punizione di Dimarco ribattuta dalla barriera, ecco Lorenzo Pellegrini colpire al cuore l’Ecuador da lontano con una rasoiata perfetta di sinistro che si infila in rete.
La botta decisiva Al 3’, l’Italia passa in vantaggio contro la “Tricolor”: dopo la punizione di Dimarco ribattuta dalla barriera, ecco Lorenzo Pellegrini colpire al cuore l’Ecuador da lontano con una rasoiata perfetta di sinistro che si infila in rete.
 ?? ?? La gioia all’alba Gli azzurri vanno a festeggiar­e Lorenzo Pellegrini dopo il gol bello e perfetto che porta l’Italia in vantaggio dopo 3’
La gioia all’alba Gli azzurri vanno a festeggiar­e Lorenzo Pellegrini dopo il gol bello e perfetto che porta l’Italia in vantaggio dopo 3’

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