«Con me giocava poco ma da tecnico Igor vale Allegri stia attento»
Fabio Capello ha conosciuto l’Igor Tudor calciatore in uno degli ultimi anni alla Juventus del croato. «Devo dire la verità, con me non ha visto molto il campo. Però si è sempre comportato con grande correttezza. E da allenatore ho apprezzato molto le sue prime dichiarazioni alla Lazio: mi pare avere le idee chiare».
► Potrebbe contare sull’appoggio immediato dei giocatori, se è vero che una fronda ha contribuito all’addio di Sarri, come dichiarato dal presidente Lotito?
«I dirigenti e i presidenti tendono sempre a difendere l’allenatore nei momenti di difficoltà. Ma se c’è la sensazione che i giocatori in campo non stiano dando il 100%, è inevitabile poi si arrivi a una separazione. Ecco, la Lazio della stagione in corso mi dava l’idea di non essere più la squadra di Sarri dell’anno prima, dove ognuno correva quel metro in più per aiutare il compagno. Si deve per forza essere rotto qualcosa».
► Anche la cessione di Milinkovic ha avuto un suo peso?
«Beh, di sicuro. I giocatori contano, a dispetto di quel che si dice. L’altro giorno ho visto un’azione del Brasile contro l’Inghilterra strepitosa: stop eccezionale e imbucata di Paquetá per Vinicius che è andato quasi in porta con la palla. Hai voglia a parlare di schemi e teorie...».
► Tudor, però, ha parlato anche di moduli nella sua presentazione.
«Ho sentito che vorrebbe passare dalla difesa a quattro a quella a tre. È una cosa che richiede tempo, per questo lo stesso Tudor ha poi aggiunto che l’obiettivo im
mediato è fare risultato e poi verrà il resto».
► Dovrà provarci contro la “sua” Juve, non proprio l’esordio più facile che potesse capitargli.
«Sarà una partita difficile e importante per entrambi i tecnici. Tudor deve iniziare bene, ma Massimiliano Allegri ha bisogno di fare punti, altrimenti mette a rischio la qualificazione in Champions. Dietro corrono eh. E se la Juve dovesse continuare a non fare risultato, proseguirebbe la discesa. Frenare in discesa le garantisco che è complicato».
► Da quali giocatori della Lazio si aspetta qualcosa in più dopo il passaggio da Sarri a Tudor?
«Da quelli che, secondo me, hanno reso meno del loro valore quest’anno. Penso soprattutto a Luis Alberto e Zaccagni».
► Allegri, invece, sarà senza Vlahovic squalificato.
«Assenza pesante, che si aggiunge a quella di Milik. Max come centravanti all’Olimpico avrà solo Kean, che non gioca una gara intera da mesi e mesi. Ma è il modo in cui Vlahovic si è fatto espellere col Genoa a lasciarmi dubbi: perché quel nervosismo?»
► La Juve non è di certo reduce da un periodo positivo. La sosta per le nazionali, in questo senso, può essere un aiuto?
«Alcuni giocatori possono aver beneficiato dallo staccare per due settimane dai problemi nel proprio club, sì. E magari ora non vedono l’ora di tornare a casa per ripartire. Anche se le nazionali, soprattutto per gli infortuni, sono sempre un’insidia».
► Senza Vlahovic, è Chiesa a doversi prendersi sulle spalle l’attacco bianconero?
«Io non sto vedendo un brutto Chiesa. È molto attivo, si dà da fare, forse è solo un po’ precipitoso nelle scelte, ma proprio perché vuole lasciare il segno. So che è criticato, ma io non condivido».
► Dopo la gara in campionato, c’è di nuovo Juve-Lazio in Coppa Italia. Per chi sarebbe più importante arrivare in finale?
«Premessa: nessuna delle due penserà già sabato alla coppa, a meno che la Lazio non dia già per finita la rincorsa Champions. Ma io ho vinto un campionato recuperando 9 punti al Barcellona, quindi non sarei d’accordo. Comunque per Tudor raggiungere subito una finale sarebbe un bel modo di presentarsi, mentre per Allegri la Coppa Italia è l’unico modo per non chiudere con zero trofei in tre anni. E Max è sempre stato abituato a vincere...».