Masina l’uomo in più
Non è solo un jolly Adam fondamentale nella difesa del Toro
È arrivato in prestito dall’Udinese in punta di piedi Da otto partite il tecnico non fa a meno di lui E sarà riscattato
Èarrivato al Torino a fine gennaio. Lo ha voluto soprattutto il d.t. granata Davide Vagnati, che nei suoi inizi di carriera lo aveva preso alla Giacomense, Lega Pro Seconda Divisione, allenata da Fabio Gallo, stagione 2012-13: Adam Masina arrivò da centravanti e se ne tornò al Bologna da difensore mancino. Per cominciare in maglia rossoblù una strada che lo ha portato pure in Premier, col Watford, società di proprietà dei Pozzo. Che dopo un po’ se lo portano all’altro club di famiglia, l’Udinese. Quando si dice la svolta che ti cambia la carriera. Nato in Marocco, ma cresciuto a Galliera, nel Bolognese, Masina è il classico giovanotto perbene. Determinato e agonisticamente feroce in campo, ma uomo semplice, modesto, riservato (non ha social).
Necessità Venendo al Toro lui stesso ha confidato che si era dato come obbiettivo quello di rendersi utile qualora Juric lo avesse chiamato in campo, un jolly di pronto intervento, insomma. Beh, questa necessità si è creata subito, alla prima partita di febbraio (Salernitana), quando al 42’ del primo tempo Rodriguez dovette lasciare il campo per infortunio. E da allora questo ragazzone dall’infanzia dolorosa (perse la madre a 40 giorni dal parto) non è più uscito di squadra. Anzi l’allenatore croato lo sta utilizzando sempre nella formazione iniziale, per cui il nostro Adam ha già sommato otto partite consecutive delle quali quattro giocate per intero e tre per oltre 70 minuti. Contro l’Udinese, il difensore mancino ha disputato l’intero match, comportandosi molto bene. Una bella soddisfazione per Masina che all’Udinese si era imposto tra i giocatori cardine fino a quando, fine 2022, si è infortunato al legamento crociato del ginocchio destro. Il rientro è stato faticoso e questa stagione lo ha visto alle prese con complicazioni che lo hanno tagliato fuori nelle prime nove giornate. Una volta ristabilitosi, ha dovuto osservare i compagni dalla panchina racimolando appena 61 minuti distribuiti su quattro presenze. Insomma, il Toro gli ha dato l’occasione per rifarsi e lui l’ha afferrata saldamente.
La mossa Sembra scontato il riscatto a fine stagione, visto che il contratto di prestito lo consente. La stima del club granata è totale. Nelle ultime giornate, pur di non rinunciare a lui, Juric ha cambiato la posizione di capitan Rodriguez, avanzato sulla linea dei centrocampisti. Mossa che ha molte probabilità di essere definitiva nonostante siano adesso a disposizione Lazaro e Vojvoda, cioè i due elementi alternatisi nel ruolo di esterno mancino. Vojvoda, però è reduce da un’ottima gara disputata in Friuli come terzino destro e quindi si è meritato la conferma. Quanto all’esterno austriaco, deve pazientare in panchina: in questa fase Rodriguez si fa preferire pure in una zona che con la gestione Juric non aveva più frequentato.
La tesina Sarebbe il caso di consolare Lazaro con il classico “devi prendertela con filosofia” se non fosse che l’esperto di questa materia è proprio Masina. Come ha raccontato lui stesso, è stato un professore avuto al Liceo Scientifico salesiano frequentato a Bologna a trasmettergli la passione per Platone e Schopenhauer, che gli hanno ispirato l’apprezzata tesina della maturità. «L’ho fatta sul dualismo anima-corpo», un tema caro a entrambi i filosofi. «Al posto della classica tesina di storia, molto basica, ho preferito soffermarmi su quanto sia importante essere una persona di valore all’interno di un corpo sano», ha spiegato Masina. «Il corpo, ovvero la materia, viene accostato spesso a qualcosa di negativo, invece è importante che l’anima si rifletta nel corpo. Questi insegnamenti cerco di portarli nel calcio, insieme a quelli di mio padre e a tutto ciò che mi ha dato lo studio. Oggi ci sono tanti giocatori dalla mente aperta con cui si può parlare di tutto».