TUTTI GIÙ PER TERRA
MARQUEZ-BAGNAIA PRIME SCINTILLE «COLPA DI PECCO». «MARC ERA LARGO»
«Non è colpa di nessuno, m...». Sull’ottovolante di Portimao tra Francesco Bagnaia e Marc Marquez vanno in onda scene da constatazione amichevole, mentre proprio all’ultimo metro Maverick Viñales da eroe del sabato diventa il gran mazziato, buttato giù con un sonoro calcio dell’Aprilia da un podio sacrosanto, e un ragazzino di 19 anni di nome Pedro Acosta ci fa intuire di avere già iniziato a scrivere la Storia (con la esse rigorosamente maiuscola). Abbiamo passato l’inverno ad aspettare il primo duello, quello tra il vecchio campione che dopo anni di sofferenza si ritrova tra le mani l’arma giusta per sognare di tornare grande, e il nuovo che da due stagioni abita l’Olimpo della moto. Perché senza mancare di rispetto o sminuire nessuno, Bagnaia contro Marquez, il “padrone” della Ducati contro il transfuga che ha abbandonato il Titanic Honda per riprovare a vincere è stato, ed è, il tema caldo di un Mondiale che si annunciava esplosivo e che dopo solo due gare rischia di diventare incandescente. Perché Jorge Martin ha fatto vedere di avere lavorato sodo per diventare Martinator anche sulla distanza di gara; perché Acosta sarà anche un deb in MotoGP, ma dopo due Mondiali vinti in tre anni nelle classi minori, si è presentato all’università con i voti di chi sembra già pronto per il master; perché Viñales ha confermato di essere pilota pregiato e, se l’Aprilia risolverà i guai di affidabilità che ieri lo hanno azzoppato all’ultimo giro e lui troverà la consistenza sempre mancata, potrà giocarsi cose importanti; e perché Enea Bastianini, lasciati alle spalle i guai fisici, mentali e tecnici che lo scorso anno lo hanno condizionato, è pronto a dire la sua.
Incidente di gara Ma poi, in una gara che ha registrato il dominio di Martin che dando alla Ducati la vittoria iridata numero 89 (il suo numero) è tornato a casa per la prima volta da leader della generale, con Bastianini secondo e Acosta stupendo terzo, beneficiati dalla rottura del cambio che all’ultimo giro ha depredato Viñales di un secondo posto meritatissimo, a dettare banco è il contatto che, al 23° dei 25 giri, ha tolto di scena Bagnaia e Marquez mentre si giocavano il 5° posto. «Non ci sono azioni e conseguenze, è stata una situazione in cui si poteva far poco e ci mancava che prendessi io penalità» racconta Bagnaia dopo essere uscito dalla stanza degli stewards. «Un incidente di gara dove in due sono finiti a terra, brutto per entrambi perché abbiamo preso zero punti e non è quello che volevamo. Io aspettavo il momento, Pecco soffriva molto e se non fosse stato in quella curva, l’avrei passato il giro dopo. Ma ha provato l’incrocio e io, che ero all’esterno, non ho potuto fare molto» le parole, invece, di Marquez. Insomma, non è colpa di nessuno, ma se proprio deve esserci uno un po’ più colpevole, non sono io, è il detto non detto dei due.
Colpa di Pecco Una dinamica come tante se ne vedono, con Marc che nel finale si era rifatto sotto a Bagnaia, il quale, visivamente in difficoltà, due giri prima aveva ceduto il 4° posto ad Acosta. Alla staccata della curva 5, il tornantino in discesa e contropendenza dove sabato Marc aveva infilato Martin per il 2° posto nella Sprint, lo spagnolo di Gresini attaccava all’interno la Ducati ufficiale, ma poi andava
Il feeling di sabato non c’era più. Ma sono arrabbiato, torno a casa con uno zero e non è colpa mia
È entrato senza considerare che stavo chiudendo. Troppo aggressivo, era al limite in tutto
A due giri dalla fine mentre lottano per il 5° posto, il campione del mondo e lo spagnolo si toccano, e si autoeliminano. Il pilota Gresini: «La telemetria parla chiaro»
Ho avuto problemi con la sesta marcia per tutta la gara. Finché alla fine ho rotto il cambio
Ho ritrovato anche il giro veloce che negli ultimi tempi mi mancava. Sono al 95%
leggermente largo di quel tanto sufficiente a Bagnaia di vedere lo spazio per buttarsi dentro. Solo che, contemporaneamente, Marquez chiudeva la traiettoria, per un impatto inevitabile. I due a terra si ignoravano, per poi ritrovarsi in Direzione Gara a perorare la propria causa. Ovviamente opposta al rivale. Poi, dopo le dichiarazioni neutre in tv, con i media si lasciavano andare: «Dal mio punto di vista, è stato un errore di Bagnaia, ma non solo l’incidente – punta il dito Marquez –. È voluto entrare all’interno senza tenere in considerazione che stavo chiudendo. Non era necessario farlo così aggressivo. Invece ha deciso di sì e la conseguenza è stata che due Ducati hanno concluso con zero punti. Fortunatamente nessuno si è fatto male. Ducati ha la telemetria e si vede molto bene cos’è successo. Io l’ho vista, ma non posso spiegarlo perché è privata. È stato un errore che non mi aspettavo da Pecco. Era al limite di tutto».
Marc ha chiuso Se Marquez punta il dito senza esitazioni, Pecco, deluso anche per non essere riuscito a fare la gara che immaginava («Il mio feeling di sabato e del mattino non c’era più. Ho faticato, non riuscivo a essere veloce») è più pacato. «Marc ha provato a passare, ma è andato lungo. Ho incrociato, lui ha chiuso la linea e ci siamo toccati. Siamo due piloti diversi con due idee diverse, quindi punti di vista diversi. Però eravamo d’accordo sul non dare penalità. Però sono arrabbiato nel tornare a casa con zero punti. Come l’anno scorso ho finito il secondo GP con uno zero e non per colpa mia». Attendevamo il primo duello, è arrivato il primo scontro. E ora si va ad Austin, altra terra di duelli.