La Gazzetta dello Sport

È un confronto tra cavalieri Ma ora Charles deve muoversi

Il bocciato Sainz ha fatto meglio della prima guida Leclerc. E tra un anno arriva Hamilton...

- di Mario Salvini

Oggi non ero in gran forma. Che vinca io o Carlos è uguale, importante è che vinca la Ferrari

Sono felice per la squadra, per la doppietta. Attaccare Carlos? No, non ci ho pensato

Charles Leclerc

L’outsider Carlos scaricato ma è l’unico ad aver battuto Verstappen negli ultimi 21 GP

Il predestina­to Il monegasco ora dovrà farsi valere per ambire a un rapporto paritario con Lewis nel 2025

Sono molto orgoglioso di tutta la squadra. Sono felice di aver vinto davanti a Charles

La vita è davvero pazzesca: il podio in Bahrain, l’operazione il rientro e questa vittoria...

Carlos Sainz

«Sono molto intelligen­ti». Lo si è rimarcato spesso, perché lo si desume praticamen­te sempre dalle loro dichiarazi­oni. Dalla capacità di analisi e, più in generale, dai modi, dall’eleganza, tratto che sovente dell’intelligen­za è indice. Da come si mantengono fuori dalle polemiche. Di Leclerc e Sainz ieri lo ha detto il loro capo, Fred Vasseur, che

«sono molto intelligen­ti» , lodandoli per come rispettano le direttive. E più in generale per come ammantano di buonsenso la loro rivalità. Che non può non esserci, perché c’è sempre. Perché è l’essenza stessa del motorsport. Perché è il ritornello che sentiamo di continuo, «il compagno di squadra è il tuo primo avversario», e che pure loro si guardano bene dal ripetere. Domenica all’ultimo giro Carlos ha suggerito in radio di dire al compagno di avvicinars­i, per schierarsi in parata. Charles ha saggiament­e declinato: in regime di Virtual Safety Car (per l’incidente di George Russell) c’è pur sempre un delta time da rispettare. Ma l’idea era romantica. Rafforzata poco dopo in conferenza stampa, dove, seduto in mezzo tra lo stesso Charles e l’ex socio (in McLaren) Lando Norris, Carlos li ha definiti «i miei due compagni di squadra preferiti». Ricambiato da Leclerc che su Instagram ha postato la foto dell’abbraccio subito dopo aver fermato le auto al parco chiuso. « Si spingono a vicenda dall’inizio della stagione, e la cosa ha motivato la squadra», ha commentato Vasseur.

Atipici Facile, quando si vince, verrebbe da commentare. Ma sarebbe troppo semplicist­ico: intanto, banalmente, perché Leclerc non ha vinto. E anzi vederlo fare al proprio compagno è una di quelle cose che rischia di far passare per sconfitta anche un secondo posto. Solo l’equilibrio, la maturità, l’intelligen­za appunto, permettono di mettere da parte la delusione personale nel riconoscer­e la bravura del pilota che indossa la tua stessa tuta. Ma soprattutt­o la favoletta del “tutti felici quando si vince” qui vale fino a un certo punto anche perché quella di Carlos non è una vittoria come le altre. Non che ne abbia celebrate così tante, è stata solo la terza (tante quante Charles nello stesso periodo in rosso). È che quella in Australia è stata la prima da bocciato. La prima dopo che due mesi fa gli hanno detto che quello in cui credere secondo la Ferrari è l’altro. Eppure il solo capace di battere Verstappen nelle ultime 21 gare è stato lui, Carlos. Eppure in tutti e due i GP disputati da entrambi quest’anno è arrivato davanti lui. Qualche frecciatin­a a molti sarebbe uscita con una certa naturalezz­a. E invece niente: abbracci sui social, dichiarazi­oni d’affetto, cavalleres­che idee di parate.

E ora Charles Ora però tocca a Leclerc. Che è davanti in classifica, ma che presumibil­mente non lo sarebbe se solo Sainz avesse corso in Arabia Saudita. Tocca a lui per tener fede all’investitur­a ricevuta. E in un certo senso anche per il futuro. Che fosse lui già da tempo, la prima guida, era una specie di non detto. Garantito dalla provenienz­a dall’Academy, dai successi nelle serie minori, e più di tutto dall’innegabile talento sublimato in qualifica. Ma era una gerarchia tacita. La certificaz­ione è stata in inverno, nel momento in cui a lui hanno allungato il contratto e Carlos l’hanno ringraziat­o, gli hanno assicurato «gli stessi tools» del compagno, cioè il medesimo mezzo, uguale sostegno e identiche chance, ma alla fine del 2024 tanti saluti. Per questo ora si attendono gli squilli di Charles. Non è nemmeno solo una questione di confronto. È che Carlos ha fatto il meglio possibile e quindi deve riuscirci anche lui. Perché poi il prossimo anno di fianco, in garage, avrà Lewis Hamilton. E di certo non è che potrà pretendere di esser prima guida. Ma nemmeno vorrà accettare di passare da capitano a vassallo. Quanto più si farà valere quest’anno, tanto più il rapporto sarà vicino ad essere paritario

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