La Gazzetta dello Sport

Il prossimo rivale O’Connell ha vinto l’unico precedente

IL SEGRETO DI SINNER «ALLENO LA MENTE MI AIUTA A VINCERE» Stasera, intorno alle 20, in campo per gli ottavi: «Il cervello può fare tutto ed è l’unica cosa che puoi dominare. Mi affido a uno specialist­a»

- Di Federica Cocchi INVIATA A MIAMI (USA)

Chissà cosa scatta in quella testa di riccioli rossi quando c’è da fare un click, uno scatto, cambiare il corso della storia. Chissà cosa è scattato, in Australia, quando era sotto due set contro Medvedev e poi ha deciso che a vincere lo Slam doveva essere lui. Chissà contro Griekspoor cosa è cambiato per ribaltare il match, e come avrà preparato la sfida («Non facile, ci ho perso 3 anni fa», dice) di stasera - intorno alle 20 italiane - con O’Connell che lo vedrà protagonis­ta stasera negli ottavi. Quando glielo si chiede tira fuori un'espression­e buffa, storce la bocca: «Mmmm... non è facile da spiegare. Però, detta in maniera semplice: la mente è una cosa nostra, e noi dobbiamo imparare a controllar­la. È la nostra arma più potente». La stessa che gli ha permesso di vincere quattro degli ultimi cinque match in cui ha perso il 1° set.

Il confronto È affascinan­te provare a capire come un ragazzo di 22 anni riesca a dominare così bene i suoi pensieri, a non farsi condiziona­re da un momento negativo, non lasciarsi spaventare dalla reazione di un avversario. È più una questione di emozioni o di rifiuto della sconfitta a priori? Di sicuro è una caratteris­tica dei campioni. Sinner guarda e impara, si confronta con i grandi dello sport a tutti i livelli, scambia messaggi con Tomba, si confronta con Chiellini e in questi giorni a Miami ha voluto sapere come lavora la Nazionale, come si rapporta Spalletti ai giocatori. È finita col c.t. che ha preso lui ad esempio... Lo stesso interesse lo ha spinto ieri ad avvicinars­i ai colleghi del tennis in carrozzina che per la prima volta quest’anno giocano il torneo. Jannik ha chiacchier­ato brevemente con Alfie Hewett, una leggenda del

Christophe­r O’Connell, 29 anni, n.66 Atp

Il prossimo avversario di Sinner è l’australian­o Christophe­r O’Connell, 29 anni, n.66 del mondo, una carriera costellata da mille infortuni e perfino un passato da pulitore di barche a Sydney quando sembrava non potesse più giocare. Con Jannik ha un solo precedente, ed è favorevole: secondo turno di Atlanta 2021, all’epoca Sinner era n.23 e lui n.132.

distrarsi, due calci al pallone con l'amico e fisioterap­ista Giacomo Naldi, qualche minuto di gioco con un bimbo: «Non si può pensare sempre al tennis — ha detto — bisogna anche guardarsi intorno e sapersi distrarre».

Il focus Distrarsi ma senza mai perdere il focus. Lo ha imparato guardandos­i dentro: «Io voglio sempre capire come funziona il mio cervello, questo è anche parte del lavoro che svolgo con Riccardo (Ceccarelli, ndr). Ma il resto lo faccio in campo, giorno dopo giorno». Ceccarelli direttore di Formula Medicine, collabora con molti piloti ma ora il discorso si è allargato anche ad altri sport. Sinner, che ha una grande passione per l’automobili­smo tanto da diventare testimonia­l della F.1, ha scelto questo metodo che si basa sulla gestione della tensione e dei momenti di difficoltà, sulla conoscenza del proprio cervello, mantenimen­to della concentraz­ione, controllo delle emozioni durante le competizio­ni. Si parla infatti di conoscenza di sé: riconoscer­e i momenti e sapersi comportare di conseguenz­a. La mente, così, da variabile impazzita (soprattutt­o negli sport individual­i) diventa un fattore gestibile e interpreta­bile, anche nel pieno della competizio­ne e sotto stress. È nella quotidiani­tà, però che si fa la differenza: «C’è il lavoro specifico e c’è quello che fai durante gli allenament­i ed è fondamenta­le come quello tecnico. È un’abitudine ad andare avanti nonostante tutto, a sopportare lo stress. A volte non hai voglia di fare una cosa ma devi stringere i denti e farla lo stesso. Dormi male di notte? Non importa, ti alzi e ti alleni comunque. Ha mangiato qualcosa che ti ha fatto male? Idem, non trovi scuse e vai in campo o in palestra. Tanto sono cose che ti succederan­no anche in partita. Se non riesci a gestire una situazione quando non hai lo stress del match, come puoi pensare di farlo quando sei in partita...». Il filosofo Jannik.

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La tenerezza del campione In questa immagine tratta da tennis.tv, Jannik Sinner gioca a pallone con un piccolissi­mo fan durante la pausa per pioggia che domenica ha interrotto per 51 minuti la partita di terzo turno contro Griekspoor
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Australian­o ●
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Jannik Sinner, 22 anni, in stagione ha vinto già due tornei: gli Australian Open, primo Slam in carriera, e il 500 di Rotterdam.
Il suo record del 2024 è di 18 vittorie e una sola sconfitta
Una finale a Miami Ivan Ljubicic, oggi 45 anni, da giocatore a Miami perse la finale del 2006 contro Federer in tre set (tutti tie break): 11 anni dopo lo avrebbero vinto insieme, lui da coach e lo svizzero sul campo
In stagione è 18-1 Jannik Sinner, 22 anni, in stagione ha vinto già due tornei: gli Australian Open, primo Slam in carriera, e il 500 di Rotterdam. Il suo record del 2024 è di 18 vittorie e una sola sconfitta Una finale a Miami Ivan Ljubicic, oggi 45 anni, da giocatore a Miami perse la finale del 2006 contro Federer in tre set (tutti tie break): 11 anni dopo lo avrebbero vinto insieme, lui da coach e lo svizzero sul campo

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