La Gazzetta dello Sport

LA PARTITA DI GIUNTOLI ALLA JUVE COMINCIA ORA PUÒ FARE LA DIFFERENZA

- di ALESSANDRO VOCALELLI

Non c’è dubbio che siano i giorni della Juve. C’è una zona Champions da difendere, perché - come ha detto tante volte Allegri - questo è sempre stato l’obiettivo primario, indispensa­bile, che garantisce visibilità internazio­nale: un palcosceni­co in cui non può mancare il bianconero.

Con il suo sostanzios­o ritorno economico, alla base di qualsiasi progetto di crescita e migliorame­nto. E poi la Coppa Italia, perché alzare un trofeo è sempre e comunque una soddisfazi­one. Ma sarebbe sbagliato e riduttivo pensare che sia qui, o almeno tutto qui, il futuro bianconero. Perché c’è un’altra partita, paradossal­mente ancora più importante, da giocare. La partita di Cristiano Giuntoli, in pratica al suo battesimo operativo con la Juve, Già, perché lo scorso anno - non ci sarebbe neppure bisogno di ricordarlo, consideran­do il can can che ha scatenato - il suo arrivo fu parecchio tormentato e (dal punto di vista delle decisioni) fuori tempo massimo. De Laurentiis diede il via libera solo a inizio luglio, quando - si sa - i giochi sono praticamen­te fatti. Si può ancora provare a mettere a disposizio­ne della causa l’esperienza, si possono dare i consigli e i suggerimen­ti giusti, ma non c’è più la possibilit­à di incidere in maniera netta.

E Cristiano Giuntoli, non solo per definizion­e - perché questo impone il ruolo del dirigente - ma anche per vocazione personale, ha legittimam­ente bisogno di studiare e mettere a punto una strategia - qualcuno preferisce chiamarlo pomposamen­te progetto - prima di cominciare a mettere le palline in buca.

Che possiamo chiamarle con il loro nome: competenza, conoscenza, tempismo. Tutto questo gli ha permesso di costruire una carriera

di successi: la gioia allo Spezia, il trionfo a Carpi - quattro promozioni in cinque stagioni per arrivare addirittur­a in Serie A - il capolavoro a Napoli. Uno scudetto al culmine di otto anni di studio e di lavoro. Ed è da qui, dalle sue esperienze e dalla passione del tifoso - come lui stesso ha confessato di essere - che Giuntoli riparte nella partita parallela, e addirittur­a più importante, che sta per iniziare in casa Juve.

Si tratta di sciogliere i nodi più delicati ed intricati - a cominciare dalla questione Allegri - per poi mettere a punto il piano di rafforzame­nto. Che passa per il ponte sul futuro che è già stato lanciato con i giovani, per le scelte sugli juventini più in vista e più richiesti, per completars­i con gli obiettivi da centrare. Perché, anche a Napoli, Giuntoli ha dimostrato che si può capitalizz­are sul mercato - anche attraverso cessioni eccellenti e redditizie - ma si può e si deve compensare il tutto con gli uomini giusti al posto giusto. Si può credere in Osimhen, anche se la concorrenz­a è alta, esattament­e come il prezzo. Si può e si deve credere in Kvara e Kim, battendo non solo strade alternativ­e, ma anche la diffidenza di chi non riesce ad accettare che le idee possano portare anche più lontano delle disponibil­ità economiche. Ecco perché la “vera” partita della Juve - parallela a quella del campo - è cominciata in pratica in questi giorni, con un occhio alle reti ancora da gettare nel mare aperto del mercato e l’altro alle prime risposte che bisogna preparare. Perché dopo la scalata del Carpi e lo scudetto al Napoli, c’è l’affascinan­te obiettivo di riportare la Juve dove - per la sua storia e il suo blasone - deve sistemarsi. Una squadra che non può più “accontenta­rsi” di fissare come obiettivo la zona

Il d.s. arrivato lo scorso luglio non ha avuto il tempo di incidere. Adesso il suo progetto prenderà forma

Champions, ma deve essere - sempliceme­nte e solennemen­te - una pretendent­e autorevole allo scudetto, con la voglia di confrontar­si con le migliori d’Europa. Non è facile, certo, ma questo è il compito che il tifoso Giuntoli si è responsabi­lmente assunto. Perché la storia è fatta non solo di grandi allenatori e grandi giocatori. Ma anche di grandi dirigenti. E a pensarci bene, in fondo c’è anche una sfida nella sfida. Giuntoli contro Marotta, oppure Giuntoli l’anti-Marotta. Potrebbe essere il titolo di un film, che - dalle primissime battute - si è già mostrato appassiona­nte. Silenzio, ora, perché il secondo tempo sta per cominciare.

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 ?? ?? La forza delle idee A sinistra il tecnico della Juve Massimilia­no Allegri, 56 anni. A destra Cristiano Giuntoli, 52, direttore sportivo dei bianconeri dal luglio 2023, dopo aver ricoperto il ruolo nello Spezia (promozione in B), nel Carpi (4 promozioni in 5 stagioni, dalla Serie D alla A), e nel Napoli (scudetto 2022-23)
La forza delle idee A sinistra il tecnico della Juve Massimilia­no Allegri, 56 anni. A destra Cristiano Giuntoli, 52, direttore sportivo dei bianconeri dal luglio 2023, dopo aver ricoperto il ruolo nello Spezia (promozione in B), nel Carpi (4 promozioni in 5 stagioni, dalla Serie D alla A), e nel Napoli (scudetto 2022-23)

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