La Gazzetta dello Sport

GIACOMO AGOSTINI

«Avevo provato anch’io anni fa con Ecclestone: è un gran passo»

- di Mario Salvini

Emozioni Le nostre gare sono più belle di quelle di F.1 E col pilota Usa...

Che la F.1 provi ad acquistare il Motomondia­le è tutto tranne che una novità. Per il precedente tentativo più affascinan­te che si possa immaginare basta chiedere a Giacomo Agostini... «Nemmeno a farlo apposta - sorride - tre o quattro giorni fa mi sono tornati in mano i documenti di quel progetto di acquisto insieme a Bernie Ecclestone. Parliamo di più di quarant’anni fa. Bernie era convinto, ma pensava non fosse quello il momento migliore, e che aspettando ancora un poco avremmo pagato meno. Non ero d’accordo, ma mi sono fidato di lui ovviamente, era certo molto più esperto. E invece ci hanno pensato altri. Peccato, avrei dovuto occuparmi io del Motomondia­le».

► Sorpreso dell’operazione Liberty?

«Non proprio, era un po’ nell’aria. È un bel colpo e di sicuro fa effetto, ma sapevo che stavano arrivando. Da una parte mi dispiace per Carmelo Ezpeleta, anche se spero che rimanga ancora un po’. Ha fatto tanto per il motociclis­mo, è sempre stato vicino ai team, ha aiutato chi era in difficoltà, non è stato egoista. Gli dobbiamo molto. Detto questo, l’operazione che si sta concretizz­ando è un passo avanti. Penso proprio che ne avremo un bel vantaggio anche noi “poveretti” delle due ruote».

► Cosa può portare Liberty?

«Da come sta gestendo la F.1 direi delle belle cose. Con un aspetto importante: adesso si crea una posizione più di forza, con qualsiasi interlocut­ore. Sul tavolo oltre agli spazi della F.1 si possono mettere anche quelli del Motomondia­le. La F.1 è in un momento d’oro, e siccome noi non siamo certo da meno a livello di spettacolo, anzi, io sarò di parte, ma credo che le nostre gare siano ancora più entusiasma­nti, penso che ci sia un bel margine di crescita».

► Perché negli Stati Uniti il Motomondia­le non è mai esploso?

«Ce lo chiediamo da sempre. E non saprei nemmeno io dare una risposta. Adesso certamente è anche più difficile, visto che non ci sono piloti americani. Però in passato ce ne sono stati molti e bravissimi».

Se tanto ci dà tanto, vedendo quanto accaduto negli ultimi

anni in F.1, dove i GP negli Usa sono passati rapidament­e da uno a tre, è prevedibil­e una bella espansione anche per le moto...

«Senz’altro, e allo stesso tempo abbiamo visto che Liberty è molto abile nel creare l’evento, nel senso del contorno della gara. È un aspetto molto importante: ed è molto probabile che vedremo attori, personaggi del jet set, campioni di altri sport. In questo Liberty ha esperienza, in più c’è Stefano Domenicali che è davvero molto bravo, è fantastico, sa sfruttare molto bene questo aspetto senza perdere di vista il fulcro ovvero la gara, lo sport. Anche perché è da lì che lui arriva».

► Difficile però che a Liberty possa piacere una classifica con 8 italiani e spagnoli nei primi dieci.

«Senz’altro ampliare gli orizzonti sarà un obiettivo. Avere un campione americano o un campione inglese coinvolger­ebbe un pubblico molto più vasto. Sì, credo che nel medio periodo la griglia si allargherà».

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Giacomo Agostini (a sin.) con Bernie Ecclestone e Valentino Rossi nel 2006
GETTY Mostri sacri Giacomo Agostini (a sin.) con Bernie Ecclestone e Valentino Rossi nel 2006

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