Nel fango con la regina
Toyota Land Cruiser fuoristrada assoluto Elettronica moderna e solidità familiare Turbodiesel da 204 Cv e 500 Nm di coppia Cambio automatico e differenziale centrale
Sulle Highlands, l’ago della bussola fa il mestiere che altrove tocca alle lancette. Negli altipiani della Scozia comanda il vento e non il tempo, la pietra arenaria nei decenni appena si screpola, una giornata di sole basta per riempire la terra di verde. Lassù la natura ha ritmi solenni, perfino più impressionanti delle foreste di conifere che si nascondono sottovento. Attraversare tutto questo è stato il viaggio d’anteprima per la nuova generazione di Toyota Land Cruiser, l’auto che ormai da 70 anni obbedisce alla bussola delle condizioni più difficili, alla fama da fuoristrada assoluto tra mulattiere, sabbia e missioni di pace con la tinta bianca delle Nazioni Unite. Soprattutto il suo è stato un grande viaggio, con oltre 11 milioni di esemplari venduti in 170 Paesi. Le appartiene un ritmo da auto pensata per il mondo e che oggi torna perfino alle linee più squadrate delle origini. In 492 cm di lunghezza si concede la modernità dei fari anteriori allungati a Led, ma poi sfodera sagome precise, fiancate basse e parabrezza verticale, perché agilità o visibilità sono irrinunciabili come l’altezza da terra o l’angolo d’attacco a quota 31 gradi, cioè l’inclinazione degli ostacoli che riesce ad aggredire.
Interni C’è invece l’immagine Toyota più moderna in due schermi da 12”3, dietro il volante e al centro del cruscotto. La qualità dei materiali, il comfort e perfino l’insonorizzazione dell’abitacolo somigliano a quelli di una grande station wagon che arriva fino a 7 posti, ma tra i sedili anteriori spuntano i comandi del cambio automatico a sette rapporti con le marce ridotte. Accanto troviamo quelli della trazione integrale permanente con blocco del differenziale centrale e posteriore, per inviare la stessa potenza alle ruote davanti e a quelle dietro, e poi a ciascuna di queste ultime due in porzione identica. Land Cruiser arriverà in Italia da settembre ad un prezzo ancora da definire, ma ha gli strumenti del mestiere del serio fuoristrada.
Come va “Ferri” che abbiamo già usato sulle strade sterrate di Scozia ridotte a fango denso dalla pioggia, poi diventata neve dopo aver preso vento salendo verso gli altipiani. L’ago della bussola oggi è l’elettronica del sistema Multi-Terrain Select, che regola la forza motrice e i freni a seconda delle condizioni del terreno, ma anche quella del servosterzo elettrico che arriva
per la prima volta su Land Cruiser, senza rubare sensazioni anche quando i movimenti richiedono precisione. Poi però vince quel tempo che non ha motivi di passare, conta la meccanica con la carrozzeria montata su un pianale a longheroni che è ortodosso e moderno assieme, con le sospensioni che possono sganciare la barra stabilizzatrice anteriore quando il gioco si fa durissimo sulla roccia, se serve il massimo movimento verticale delle ruote per mantenere il contatto con il suolo. Land Cruiser è una equilibrista sul velluto che pesa oltre 23 quintali, tende inevitabilmente ad inclinarsi nelle curve a buona andatura su asfalto. È lontanissima dall’assetto di una sport utility, ed è stato questo il bene tra i sentieri verso gli altipiani, larghi appena più dell’auto, che infilava il muso letteralmente tra le rocce, assorbendo colpi entrando nelle buche. Una salita infinita in punta di pneumatici, scavando solchi nella neve con l’artiglio di un motore 2.8 litri diesel da ben 500 Nm di coppia che si intendeva al millimetro con i rapporti del cambio. Con una precisione del pedale parecchio oltre ciò che altrove riesce alle lancette.