La Gazzetta dello Sport

I DOLORI DI PANTANI IL VOLO DI VAN AERT MA FROOME NON È PIÙ LO STESSO

Le cadute non risparmian­o i grandi campioni: nel ’95 il Pirata rischiò la carriera, poi vinse Giro e Tour

- di Paolo Marabini

L’ultimo in ordine di tempo, nove giorni fa, era stato Wout Van Aert, l’altro uomo forte del Team Visma-Lease a Bike, re della Milano-Sanremo 2020 e di tanto altro ancora: caduta a 80 all’ora nella “Attraverso le Fiandre”, frattura di sette costole, della clavicola destra e dello sterno, addio al Giro delle Fiandre e forse pure al Giro d’Italia, mai corso prima. Lacrime di dolore e di rabbia. La dura legge del ciclismo, del resto, non ha risparmiat­o nemmeno i più grandi campioni, tutt’altro che esenti da cadute importanti, alla stessa stregua di tutti gli attori del mondo delle due ruote. Alcune paurose nella dinamica, ancorché con esiti meno drammatici di quanto si potesse temere. Altre meno spettacola­ri, ma dalle conseguenz­e molto serie.

Il Pirata Curiosamen­te, anche Jonas Vingegaard è uno dei (non pochi) vincitori di Tour de France o Giri d’Italia vittime di incidenti che hanno lasciato il segno. E che, soprattutt­o con i progressi delle riprese televisive, hanno talvolta impression­ato gli appassiona­ti, come è successo ieri. Il primo pensiero va a Marco Pantani, la cui carriera è stata sicurament­e menomata da una grave caduta. Corre il 18 ottobre 1995, il Pirata è già entrato nel cuore dei tifosi l’anno prima col 2° posto al Giro dietro a Berzin e il 3° al Tour vinto da Indurain, e con le sue imprese in salita. Alla Milano-Torino, sugli sgoccioli di una stagione che gli ha appena regalato il bronzo al Mondiale, Pantani viene investito da una vettura che è entrata sul percorso e proviene in senso contrario. L’urto è violentiss­imo, la diagnosi impietosa: frattura esposta e scomposta di tibia e perone della gamba sinistra, si teme che lo scalatore romagnolo non possa più tornare a correre ad alti livelli. Invece alle gare tornerà, il 3 agosto ‘96. Due anni dopo si prenderà Giro e Tour.

Amputazion­e È il 1998. E mentre Pantani tocca lo zenith della carriera, Johan Museeuw, il re del pavé, è alle prese con guai seri. Il 12 aprile, reduce dal terzo trionfo al Fiandre, il fiammingo insegue il bis alla Roubaix, vinta due anni prima, nel magico ‘96 del trionfo mondiale. Ma nella Foresta di Arenberg scivola e si frattura una rotula. Sembra roba di poco conto, ma nei giorni successivi all’intervento subentra un’infezione e l’idolo del Belgio rischia l’amputazion­e della gamba. Scongiurat­o il pericolo, rientrerà nella stagione successiva. Farà a tempo a prendersi la Roubaix altre due volte. In tempi più vicini a noi, ecco altri nomi grossi finiti a terra. Delfinato 2019, 12 giugno. Chris Froome, che dopo aver vinto l’anno prima il Giro sta preparando l’assalto al quinto Tour, cade nella ricognizio­ne della crono di Roanne. La frattura di femore, gomito, anca e alcune costole costringe il britannico a un lungo stop: rientra il 23 febbraio seguente, ma non lo rivedremo più in prima fila, lontanissi­mo dal Froome degli anni d’oro.

Burrone Le immagini più paurose, tuttavia, sono legate alla caduta di Remco Evenepoel al Lombardia 2020. È il 15 agosto e il giovane belga, capace a 19 anni di vincere la Clasica di San Sebastian e l’argento iridato della crono, vede la morte in faccia nella discesa dal Muro di Sormano, quando sbaglia la traiettori­a nell’affrontare la curva che immette su un ponte, urta il muretto dello stesso e precipita nella scarpata sottostant­e. Si teme il peggio. Se la cava con la frattura del bacino e una contusione al polmone destro, che lo terrano lontano dalle corse per nove mesi. Due anni dopo si prenderà Liegi-BastogneLi­egi e titolo mondiale. Ma ieri è caduto di nuovo e ci ha rimesso clavicola e scapola.

Sta infine riprendend­osi solo ora, dopo due anni difficili, Egan Bernal, il re del Tour 2019 a 22 anni e del Giro 2021. Il 23 gennaio 2022, in allenament­o sulle strade di casa, lo scalatore colombiano va a sbattere contro un bus in sosta. Egan si frattura il femore e la rotula destri e alcune costole, si procura un trauma toracico con perforazio­ne del polmone. Rientra il 16 agosto, ma per rivedere la luce deve attendere a lungo. Due settimane fa il terzo posto al Catalunya gli ha ridato il sorriso.

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