La Gazzetta dello Sport

FORTISSIMO VLAHOVIC ZITTITI I SUOI CRITICI LA JUVE CI PENSI BENE

- di SEBASTIANO VERNAZZA

Eadesso parliamo di Dusan Vlahovic, del suo straordina­rio senso del gol. Eppure c’era chi storceva il naso, chi avrebbe preferito cederlo per monetizzar­e, chi immaginava che Lukaku sarebbe stato più funzionale al gioco di Allegri, lo stesso Allegri forse. In una stagione complicata, quasi sbagliata, della Juve, Vlahovic è riuscito finora a segnare 16 gol in 28 partite ufficiali; 15 reti in campionato e una in Coppa Italia. È secondo nella classifica marcatori della Serie A, dietro Lautaro Martinez “troppo primo”, con 23 gol, per essere raggiunto. Martedì sera il cannoniere serbo ha fatto centro nelle semifinali della Coppa nazionale contro la Lazio ed è ragionevol­e immaginare che se fosse stato in campo sabato all’Olimpico, sempre contro la Lazio, ma in campionato, la Juve non avrebbe perso, anzi forse avrebbe vinto. Vlahovic però non c’era perché squalifica­to, a seguito della sceneggiat­a inutile e infantile contro l’arbitro nel finale del match contro il Genoa. L’incandesce­nza caratteria­le è il suo limite, perché come centravant­i è difficile trovargli dei grossi difetti.

Vlahovic vede e sente la porta, il suo piede sinistro - il preferito, ma Dusan usa anche il destro - sa trovare l’angolo opposto, più lontano, per diagonali potenti e precisi. Quando salta di testa, ha la capacità di restare in sospension­e nell’aria per quell’istante che fa tutta la differenza del mondo e che lo rende immarcabil­e.

Sulle punizioni dal limite, nelle zolle sul centro-destra, il suo sinistro “spacca”.

Da attaccante nato, vive per il gol. Eppure, a un certo punto, sembrava che il problema della Juve fosse Vlahovic. Forse perché non si riusciva a servirlo come si deve? Forse perché la relazione tecnica con Federico Chiesa è frastaglia­ta e puntuta? I due hanno giocato insieme per 75 volte e i numeri non sono esaltanti: due gol di Chiesa su assist di Vlahovic e tre reti di Vlahovic su rifiniture di Chiesa. Poco.

Le interazion­i sono difficili, eppure in teoria i due dovrebbero completars­i. Si proclamano amici, e non dubitiamo che lo siano, ma sul campo si cannibaliz­zano, e le peripezie di Chiesa, non solo gli infortuni, non hanno aiutato. Chiesa sembra che avverta come una costrizion­e il ruolo di seconda punta e che sia felice quando può largheggia­re da ala. Una cosa non esclude l’altra: a volte Chiesa non resiste alla tentazione di allargarsi, anche se le consegne sono altre. Tutti e due, Vlahovic e Chiesa, vanno dritti, a testa bassa, verso la porta, amano il rumore sordo degli uno contro uno, il gusto del dribbling in corsa o di forza, quella sensazione di libertà nello spazio. I loro egoismi andrebbero disciplina­ti, per massimizza­re i profitti di squadra.

Vlahovic segna nonostante la Juve non pratichi un calcio d’attacco. Calato in un contesto più giochista e meno attendista, la sua media gol lievitereb­be. Ha un contratto in scadenza nel 2026 e le parti negoziano un rinnovo che per la Juve è quasi obbligator­io, pena la svalutazio­ne del giocatore. Nell’estate del 2025, a un anno dalla scadenza, senza un accordo la Juve sarebbe quasi costretta a vendere Vlahovic e forse non ne ricaverebb­e i 70 milioni, più 10 di bonus, investiti alla fine di gennaio del 2022 per sottrarlo alla Fiorentina. Il passaggio è delicato.

In una squadra che attacca poco, il serbo segna e si conferma un attaccante di valore assoluto. La Signora può costruire su di lui

Vlahovic ha 24 anni e si può immaginare di costruirgl­i attorno una Juve che lavori per sfruttarne il “bomberismo”, come Pep Guardiola con Erling Haaland al Manchester City. Sarà così? O prevarrann­o le ragioni dei

conti? O, ancora, le richieste dei procurator­i saranno tanto alte da suonare irricevibi­li? Già dalla prossima stagione l’ingaggio farà un gran balzo, come previsto dal contratto in essere: Vlahovic passerà da otto milioni netti l’anno a dodici, uno al mese. In caso di separazion­e, non sarà facile trovare un profilo analogo. I centravant­i giovani, forti e già integrati nel calcio di vertice sono i “pezzi” più costosi. Meglio tenerseli, quando si ha la fortuna di averli.

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Senso del gol Dusan Vlahovic, 24 anni, alla Juventus dal 2022 dopo quattro stagioni alla Fiorentina. In questo campionato, con 15 reti è secondo nella classifica marcatori dietro l’interista Lautaro Martinez

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