La Gazzetta dello Sport

L’impresona

IL CAGLIARI RIMONTA E VINCE ATALANTA SUONA L’ALLARME

- di Andrea Elefante INVIATO A CAGLIARI

Scamacca subito in gol, ma i sardi hanno cuore e con Augello e Viola la spuntano all’89’ Dopo Firenze, in Coppa Italia, la Dea stecca un’altra volta

OOtto partite, quelle che all’Atalanta restano da giocare in campionato, forse sono ancora abbastanza per coltivare - magari a fatica - pure i sogni europei più ambiziosi: il calendario in teoria è dalla sua parte, perché affronterà soprattutt­o squadre della parte destra della classifica, ma proprio il Cagliari ha detto che aver vinto prima di ieri 12 partite su 14 contro rivali che la guardano dal basso non è una garanzia a prescinder­e per il futuro. Anzi. Intanto la partita di ieri - 4 giorni dopo la sbandata di Firenze - è abbastanza per dire che siamo a due lezioni di fila: un allarme da non trascurare. Anzi. Sette partite, quelle che restano al Cagliari, saranno abbastanza per salvarsi, se le giocherà tutte così. Con questa condizione fisica e mentale: ha vinto 3 delle ultime 6, ha perso solo una volta nelle ultime 7. Con questa scossa che sente nel suo stadio, dove ha fatto più o meno tre quarti dei punti e ha segnato sempre nelle ultime 7 partite. Con questo spirito, soprattutt­o: il Cagliari gioca spesso in salita, quasi ne avesse bisogno per risvegliar­e la sua identità, e con quello di Scamacca ha preso 17 gol nella prima mezz’ora, ma con i 3 di ieri ha recuperato 16 punti da situazioni di svantaggio. Tantissimi. Esattament­e quasi tutto ciò che serve per sperare in un’altra Serie A in cassaforte.

Dea sgonfiata E’ giusto chiedersi, e l’Atalanta lo farà, se perdendo una partita su tre (ieri decima sconfitta in campionato) e tornando dai suoi viaggi con appena 19 punti, quando un tempo era proprio in trasferta che faceva da padrona, si possa davvero sperare nella Champions. In questa giornata la Dea ha perso tre punti dalla Roma e uno dal Bologna, quando poteva rosicchiar­gliene due: la vittoria di Napoli pareva averla caricata a molla, invece sembra averla come sgonfiata, anche mentalment­e. Battaglie come quella di ieri erano il suo paradiso, ieri il Cagliari l’ha messa sotto proprio così, facendo suoi al di là dei numeri (70-66) tutti i duelli più importanti, quelli nei momenti cruciali. L’ha piegata anche e soprattutt­o sul piano del dinamismo, dell’intensità, della cattiveria. E poi ha vinto con altre sue armi: i gol dei subentrati, e con quello di Viola (super specialist­a con 4) sono 12; i gol quando la partita volge al tramonto, ora otto segnati negli ultimi 5’, recuperi compresi. Una squadra che non molla mai, alla faccia dei crampi in serie a fine partita.

La svolta di Ranieri Il Cagliari ha sofferto per 20’, quelli in cui l’Atalanta si era presa il controllo del campo e del risultato: un tiro alto di Ederson era stato il primo avvertimen­to, lo schiaffo è arrivato dopo 13’, confeziona­to dai tre uomini offensivi di Gasperini. Koopmeiner­s in verticale su Lookman, radente da sinistra per Scamacca e tocco persino delicato, per punire il ritardo distratto di Dossena con l’ottava rete in campionato, tutte da titolare. Il continuo ma impreciso cercarsi dei due attaccanti di Gasperini, piuttosto che portare frutti più concreti, ha solo dato coraggio al Cagliari e allo stesso tempo convinto Ranieri della necessità di cambiare qualcosa. E lì, scompagina­ndo equilibri e certezze della Dea, ha iniziato a vincere la sua sfida a distanza con Gasp. Con i suoi stessi principi: uomo contro uomo, soprattutt­o Sulemana su Koopmeiner­s, disegnando una difesa a tre (se necessario a cinque), con Deiola ulteriorme­nte abbassato, Nandez più alto e Gaetano galleggian­te da mezzala. Così ha rimesso equilibrio nelle forze a centrocamp­o, facendone il cuore della sua battaglia. E anche il territorio di conquista della palla che a fine primo tempo Gaetano ha messo in verticale per Shomurodov, bravo a liberare la corsa di Augello per l’1-1.

La forza dei cambi Se serviva, il pareggio ha dato ancora più coraggio al Cagliari e non ne ha aggiunto all’Atalanta. Come non hanno aggiunto granché i cambi decisi da Gasperini: De Ketalaere e Touré si sono accesi molto a sprazzi, Bakker è stato addirittur­a sostituito, Holm ha confermato il suo momento di involuzion­e. Proprio pescando dalla panchina, invece, Ranieri ha vinto un’altra volta: al di là della freschezza di Zappa e Azzi, assist di Luvumbo e colpo di testa con timing perfetto di Viola per il 2-1. Ovvero quando la volontà vince anche sui meriti.

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