La Gazzetta dello Sport

MATTEO RISORGE A MARRAKECH «LA COSA PIÙ BELLA È TORNARE A RIDERE»

Vince un torneo dopo 22 mesi e rientra nella top 100. Da domani sarà in campo a Montecarlo: «Ma penso già a Roma»

- di Riccardo Crivelli

Berrettini Express. Il lungo e tormentato viaggio di Matteo, primo evangelist­a della rinascita del nostro tennis e precursore dell’avvento del messia Sinner, trova compimento a Marrakech, antica città imperiale del Marocco dove un celebre film italiano glorificav­a la fuga dalla caotica realtà del mondo moderno. E invece The Hammer proprio questo voleva, immergersi di nuovo nelle lacrime e nel sangue della quotidiani­tà, della fatica, della sofferenza che si sublima nella gloria ritrovata: e la coppa sollevata dopo il trionfo in finale contro lo spagnolo Carballes Baena, n.64 Atp e campione in carica, è il simbolo della rinascita e insieme della riscoperta di un campione vero. Non vinceva un torneo dal 19 giugno 2022, il Berretto, dal successo al Queen’s; non giocava una finale dal 23 ottobre dello stesso anno, sconfitta con Musetti a Napoli: l’ottava meraviglia di ieri cancella mesi e mesi di pensieri tetri, trascorsi sul baratro di una carriera non più recuperabi­le dopo il crac della caviglia destra agli Us Open l’ultimo giorno di agosto.

Emozioni Non poteva essere che un ace, il marchio personale che lo ha accompagna­to fin dai primi passi della vita agonistica, quel servizio fedele compagno di tutti i grandi successi insieme al dritto che spacca, a chiudere la disfida marocchina, prima di inginocchi­arsi con le mani sulla faccia, sfatto per la stanchezza ma ebbro di felicità. Emozioni che solo a inizio anno non pensava di poter rivivere: «Sono passati due anni ma sinceramen­te sembravano venti, in mezzo ci sono state tante, troppe cose, ho vissuto momenti in cui credevo che tutto fosse finito: sinceramen­te, solo qualche settimana fa non pensavo affatto di poter tornare a fare festa così presto, se ci sono riuscito è grazie alle persone che mi circondano e che hanno sempre creduto in me, ma anche al lavoro che ho fatto con me stesso: e così adesso mi ritrovo a stringere di nuovo una coppa». A 28 anni non ancora compiuti, con un recente passato glorioso obnubilato dai tanti guai fisici che gli sono capitati ma che non può certamente essere finito in un cassetto polveroso, perché una finale di Wimbledon seppur persa resta una perla luminosiss­ima, Berrettini è pronto ad accendere la millesima vita agonistica: «La cosa più bella è aver ritrovato il sorriso, a un certo punto ho pensato che non ci sarei più riuscito con il tennis: tra l’altro era il compleanno di mio zio, una persona importante, e un po’ del mio successo voglio dedicarlo a lui».

Gli obiettivi Con la vittoria a Marrakech, la quarta sul rosso in carriera, ritrova d’imperio la top 100 (oggi sarà n.84) e potrà permetters­i il Roland Garros senza ricorrere al ranking protetto, anche se l’esperienza consiglia prudenza: «Sette mesi senza partite non possono passare come un dettaglio di poco conto, sinceramen­te non avrei immaginato di rivincere subito un torneo sulla terra, ma in realtà mi sentivo bene, stavo giocando ad alto livello e fisicament­e mi sentivo in gran forma. Ovviamente non posso che pensare a Roma, al “mio” torneo, perché manco da tre anni, ma ho giocato sempre alla grande anche a Madrid, dunque le occasioni non mancherann­o. Ma con il team ci siamo detti di non avere fretta, di andare avanti passo dopo passo, anche se devo ammettere che adesso sto correndo veloce e non me lo aspettavo. Devo anche ringraziar­e i tifosi italiani, mi hanno dato grande energia. So che in tantissimi hanno fatto un tifo pazzesco, qui e da casa, li ho sentiti davvero vicini». Durante i mesi della personale via crucis, per sua stessa ammissione, tante volte non voleva neppure uscire dal letto, e hanno dovuto trascinarl­o in campo. Eppure, con il buio davanti agli occhi, ha preso decisioni che solo chi è convinto di risorgere avrebbe affrontato: e così è arrivata la separazion­e da coach Santopadre, in pratica un secondo papà, e l’accordo con

Rinascita Sono rinato grazie alle persone che hanno creduto in me e al lavoro su me stesso

Traguardi Mi sono detto di non avere fretta e di fare un passo alla volta; ma ora sto correndo...

Roig, per 17 anni all’angolo di Nadal. Un matrimonio che ha già provocato la scintilla. Ora Matteo è atteso a un altro bagno di folla e di passione a Montecarlo, dove arriverà oggi e giocherà domani da wild card, magari svuotato di energie fisiche ma con la spinta impagabile di chi era perduto e si è ritrovato. Godete dunque, il Martello è di nuovo tra noi.

 ?? ?? Battuto Carballes Ottavo titolo Matteo Berrettini, 28 anni venerdì prossimo, ha vinto la finale di Marrakech: 7-5 6-2 allo spagnolo Carballes Baena. Per l’azzurro è l’ottavo titolo Atp
Battuto Carballes Ottavo titolo Matteo Berrettini, 28 anni venerdì prossimo, ha vinto la finale di Marrakech: 7-5 6-2 allo spagnolo Carballes Baena. Per l’azzurro è l’ottavo titolo Atp
 ?? ?? Il ritorno vincente Matteo Berrettini, 27 anni, romano, era alla tredicesim­a finale in carriera. Ex numero 6 al mondo, ha vinto ieri l’ottavo torneo in carriera
Il ritorno vincente Matteo Berrettini, 27 anni, romano, era alla tredicesim­a finale in carriera. Ex numero 6 al mondo, ha vinto ieri l’ottavo torneo in carriera
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