LA STORIA RICOMINCIA GIANCARLO ACCANTO ALLA GIOVANE ITALIA
Il campione del mondo 1982 nominato capo delegazione della nazionale Under 21
Il filo azzurro si riannoda, la storia ricomincia. Poco più di una settimana dopo aver tagliato il traguardo dei settant’anni, Giancarlo Antognoni torna nell’alveo di quei colori che gli appartengono almeno quanto il viola. È stato infatti nominato come nuovo capo delegazione dell’Under 21 in sostituzione di Mauro Balata, presidente della Lega di B, ruolo che aveva già ricoperto brevemente tra il 2015 e il 2017 e lo stesso che Gigi Buffon riveste nella Nazionale maggiore. L’Italia ritrova dunque un altro campione del mondo, uno dei ragazzi di Enzo Bearzot del Mundial 1982. E proprio per i ragazzi della Generazione Z Antognoni sarà un punto di riferimento per riconoscere e apprezzare i valori azzurri.
Che storia Giancarlo li ha rappresentati fin da giovane. La sua esperienza con la Nazionale iniziò infatti prestissimo, nel 1973 proprio con l’Under 21 e poi anche con l’Under 23, quando aveva da poco intrapreso la sua brillante carriera nella Fiorentina. E presto arrivò anche la convocazione con la Nazionale vera, uno dei primi della ricostruzione post-Germania ’74, quando anche uscire ai gironi del Mondiale era un’onta difficilmente cancellabile. Il c.t. Fulvio Bernardini fece esordire il 20enne Antognoni il 20 novembre 1974 contro l’Olanda, e non in un ruolo qualsiasi: da 10, quello che fino a pochi anni prima era affidato ai piedi e ai cervelli fini di Rivera e Mazzola. Fu però con l’arrivo di Enzo Bearzot che Antognoni diventò protagonista assoluto. Già titolare fisso al sorprendente Mondiale di Argentina, quando la giovane banda azzurra gettò le basi - tecniche, tattiche e forse soprattutto di formazione del gruppo - che quattro anni dopo, con la parentesi del deludente Europeo giocato in casa, avrebbe alzato la Coppa del Mondo nell’indimenticabile notte di Madrid. Il Mundial è stato la consacrazione di tanti, da Paolo Rossi a Bruno Conti, dal magistero di Scirea alla spietatezza di Gentile. E sì, anche delle visioni di Giancarlo Antognoni. Ci arrivava dopo 4 mesi passati a riprendersi dal tremendo colpo alla testa subìto dal portiere Martina che aveva fatto temere per la sua vita. Bearzot andò a trovarlo in ospedale: «Pensa a recuperare, perché in Spagna ti voglio con me», gli disse. Antognoni recuperò e quasi portò la Fiorentina allo
Ambizioni «Ambivo a tornare, ringrazio il presidente Gravina per la fiducia che saprò ricambiare»
scudetto. Poi partì con gli altri per la Spagna. Con il numero 10 sulle spalle. Nessuno, in Nazionale, lo ha indossato quanto lui: 73 partite complessive in azzurro. Non la più importante. La finale del 1982. Saltata per un colpo al collo del piede preso in semifinale dal polacco Matysik. L’azzurro, forse, gli deve ancora qualcosa. «Giancarlo è tornato a casa», ha detto il presidente Figc Gabriele Gravina che lo ha fortemente voluto.
Le parole «Ambivo a tornare – le parole di Antognoni - il presidente Gravina mi ha dato questa opportunità e lo ringrazio molto per la fiducia, che saprò ricambiare come ho sempre fatto. Il sogno per chi inizia a giocare a calcio è quello di indossare la maglia azzurra, io sono riuscito a realizzarlo quando avevo vent’anni per poi realizzarne uno ancora più grande diventando campione del mondo. Ai ragazzi che troverò in Under 21 cercherò di trasmettere quei valori che ho sempre avuto, primo tra tutti il rispetto per la maglia azzurra».